“Un uomo è condannato per sempre allora? Fine pena mai? A cosa servono i processi, la legge, la galera? Lui aveva capito tutto. Gli errori commessi, la voglia di ricominciare, lasciarsi alle spalle quello che era una volta. Voltare pagina e provare a essere un uomo migliore. Uno che lavora, che porta a casa uno stipendio, che magari fa anche un figlio…
Un figlio.Quello che gli hai tolto. E nessuno glielo restituirà più. Quindi forse sì, fine pena mai per me, per la donna e anche per suo marito. Non c’era uscita né soluzione. Un solo gesto inchioda quattro persone per sempre…”
Un estratto che parla da solo.
Potente grida se una colpa possa metterti spalle al muro per sempre e quanto diritto hanno gli altri di giudicarci?
GLI ULTIMI GIORNI DI QUIETE di Antonio Manzini apre una voragine di domande e tengono lo stomaco e il cuore in pugno per tutta la lettura.