Tutto sarà perfetto – Lorenzo Marone

Titolo: Tutto sarà perfetto

Autore: Lorenzo Marone. Dicono di lui cue sia laureato in Giurisprudenza, esercita l’avvocatura per quasi dieci anni, mantenendo parallelamente un’intima attività di scrittore. Un giorno smette di fare l’avvocato, si trova un lavoro come impiegato in un’azienda privata e comincia a spedire i suoi racconti. Suoi sono i libri Daria (La gru, 2012), Novanta. Napoli in 90 storie vere ispirate alla Smorfia (Tullio Pironti, 2013), La tentazione di essere felici (Longanesi, 2015), Magari domani resto (Feltrinelli 2017), Cara Napoli (Feltrinelli 2018) e Tutto sarà perfetto (Feltrinelli, 2019).
Di se stesso scrive: «Amo i cani e tutti gli animali, corro tre volte a settimana, ascolto musica in ogni momento del giorno, soprattutto di gruppi rock italiani semisconosciuti, leggo la sera a letto, in genere testi di autori contemporanei, ho difficoltà a lasciare un romanzo a metà, sono molto freddoloso, adoro il cinema e le persone curiose, mi fanno paura i ragni, e per prendere l’aereo mi devo imbottire di calmanti. Preferisco la birra al vino, il salato al dolce, il cioccolato fondente a quello al latte, e i cattivi rispetto ai finti buoni. Mi piacerebbe saper cucinare, ma sono una frana, come in ogni attività manuale. Però so farmi scrocchiare la schiena con un solo movimento»

Editore: Feltrinelli

Pubblicazione: Maggio 2019

Pagine: 297

Prezzo: ∈ 16.50

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5

 

Andrea Scotto è un quarantenne, fa il fotografo, è ancora molto indeciso sul suo futuro, ancora immaturo e poco affidabile.

Dopo la morte della madre, avvenuta durante la sua adolescenza, Andrea ha smesso di crescere, congelato dal suo dolore e chiuso nella sua perdita ha continuato la sua vita cercando di non farsi toccare troppo dagli eventi.
Per questo ha preferito anche mantenere una distanza di sicurezza dal padre e dalla sorella, Marina.
Marina è il suo contrario, ha cercato di riequilibrare la sua vita cercando appigli e sicurezza in una routine familiare precisa e ordinata.
“Perciò quando quel giorno famoso dell’ottantasette i due ragazzi si scoprirono di colpo senza una madre, lei trovò due figure maschili nelle quali rifugiarsi ;lui invece solo un nemico davanti e più nessun complice alle spalle.”
Ma non sempre si può sfuggire.
Marina ha bisogno di Andrea per un fine settimana. Lei deve assentarsi e quindi chiede aiuto al fratello per accudire il padre,malato e con pochi mesi di vita.
Andrea non si sottrae ma ovviamente non riesce a rispettare le regole rigorose dettate dalla sorella.
Libero Scotto,detto il comandante, il padre, capisce subito, anzi in realtà lo aveva già premeditato, che con l’aiuto del figlio può avere uno spiraglio di libertà, infrangere quelle regole che ossessivamente Marina gli impone, dal cibo ai farmaci.
Ha voglia di vivere questi ultimi mesi respirando e non stando chiuso dentro una stanza che emana solo malattia e morte.
Così azzarda il suo ultimo desiderio e lo propone ad Andrea: tornare per un giorno a Procida, la loro isola dove hanno vissuto felicemente. Andrea si ritrova ad acconsentire iniziando così un viaggio rocambolesco insieme anche al bassotto, della sorella, detto cane pazzo.
Da questo momento inizia un nuovo rapporto padre figlio. Tutto quello che è stato si rovescia, il punto di forza diventa Andrea, e il comandante mostra fragilità inaspettate.
Andrea ha dentro di sé un’immagine del padre ancora intatta che risale al suo periodo adolescenziale.
Capitano di una nave, rispettato, amato e temuto, Libero Scotto era forse più legato al mare che alla terra ferma. I lunghi periodi di assenza erano intervallati da settimane in cui però poi la sua presenza in famiglia poteva essere ingombrante. Lui insofferente per la mancanza del mare, ed Andrea oppresso dalla sua figura autoritaria e dalla mancanza di comunicazione. Andrea è il padre sono finiti per allontanarsi, serbando  dentro incomprensioni, malintesi, rancori, ma anche un amore inespresso.
“E in quell’attimo ho capito che c’è qualcosa di carnale nel rapporto tra genitori e figli, qualcosa che si nasconde nello sguardo, nella bocca, si confonde con il respiro e ha a che fare con i sensi, con il sangue e con le cose che sanno di antico e che ci sfuggono. Ho capito che hai voglia a serbare dentro di te il rancore, a custodirlo e proteggerlo come una balia per paura che cresca lontano e ti lasci senza più una difesa, alla quale appigliarti ;quando ti ritrovi davanti questo soffio ancestrale non puoi resistergli e ti senti d’un tratto sfatto e senza forze, con le gambe che ti tremano come dopo una corsa o una lunga notte d’amore. “
Arrivati a Procida inizia un viaggio per Andrea a ritroso tra odori, sapori immagini che lo riportano agli anni indietro, fino all’infanzia.
Lì c’è tutto, sua madre, il suo primo amore, i suoi pensieri, i suoi desideri, la sua felicità, la sua inquietudine.
Ma non solo questo mostrerà l’isola ad Andrea. Come se di colpo un miope indossasse degli occhiali Andrea inizia a vedere il padre diverso, tutto quello che vedeva da ragazzo appare distorto e sbagliato.
 Ad Andrea si illuminano angoli di buio e nascosti fino ad ora, il padre non è quello che ha vissuto ed immaginato fino ad ora.
La distanza si accorcia, alcuni inspiegabili momenti di passate incomprensioni si sciolgono, e quello che rimane è solo l’amore padre figlio.
Andrea è sempre stato amato e stimato dal padre, solo che non lo ha mai saputo.
La condizione attuale di vulnerabilità del comandante è del tutto nuova per lui, lo spiazza, lo intenerisce ma anche lo spaventa. Non è abituato a quel padre così vicino, così sincero, così vero ma questa nuova condizione creerà un nuovo profondo contatto.
A Procida Andrea ritroverà Ondina, il suo primo amore che con la sua sensibilità lo aiuterà a gestire emotivamente il padre,e a riavvicinare i due animi rividi tenuti troppo a lungo lontani.
Il romanzo è una storia delicatissima come solo Marone sa scrivere. Il rapporto padre figlio è un tema difficile e poco trattato, si rischia di rimanere sul banale, limitandolo ad un rapporto di solidarietà maschile, condito solo da sport e, videogiochi e bravate.
In questo romanzo invece si affonda nel cuore, si cercano sfumature, si parla di amore. Viene restituita una forte identità alla figura paterna, spesso accantonata, custode anch’essa di tesori preziosi per la crescita di un bambino.
Anche l’amore paterno è una forza ancestrale dentro di noi.
Andrea ritroverà il suo equilibrio personale, tirando fuori dolori e riaprendo ferite, ma anche gustandosi ricordi dolcissimi come un cono gelato squagliato in mano. Abbraccerà suo padre non solo con il corpo ma soprattutto con il cuore.
Con un finale che commuove e stupisce, una narrazione intima, ironica, vivace, Marone si riconferma una voce che si distingue dalla moltitudine.
Il suo romanzo è una giornata di sole in un inverno rigido, scalda il cuore, addolcisce lo sguardo, alleggerisce l’animo.
Consigliatissimo non sappiamo immaginare a chi non potrebbe piacere.
Precedente Come piante tra i sassi - Mariolina Venezia Successivo La saga dei Cazalet. Il tempo dell'attesa. Vol 2 - Elizabeth J.Howard