La saga dei Cazalet. Il tempo dell’attesa. Vol 2 – Elizabeth J.Howard

Titolo: La saga dei Cazalet. Il tempo dell’attesa. Vol 2

Autore: Elizabeth Jane Howard

Editore: Fazi

 

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5

 

Settembre 1939. Abbiamo lasciato i Cazalet nel Sussex e proprio lì li ritroviamo dalle prime pagine di questo secondo volume, intenti più che mai a prepararsi ad una guerra sempre più vicina. La Polonia è stata occupata, l’ombra del nazismo incombe.

Seduti a tavola, divisi tra adulti e bambini, cercano di mantenere le solite buone maniere, fingendo di non essere preoccupati. Le dinamiche non sembrano essere molto cambiate da come ce le ricordiamo.

Zoe ha perso il bambino e forse è l’unica ad aver trasformato il suo atteggiamento distaccato e fiero in uno mite e silenzioso che tutti attribuiscono al dolore sofferto senza pensare al peso che la ragazza porta nel cuore e che conosciamo dagli ultimi capitoli del volume precedente.

Poco lontano, nella Casa del Pero, anche i giovani stanno cenando. Anche lì ci sono i soliti schieramenti, volano sfottò e battibecchi di poco conto per chi ha un’età che non rende ancora padroni nell’arte della conversazione.

Sin da subito si avverte fortemente la necessità di ciascun personaggio di mantenere vigile l’attenzione sui propri problemi personali per non essere emotivamente travolto dalla paura che la guerra scatena negli animi, dal senso di irrequietezza verso un futuro incerto.

“…il tonfo lieve di un ceppo nel camino o il tintinnio di un cucchiaino che mescolava lo zucchero in una tazza di caffè non facevano che accentuare il fatto che ognuno era assorbito dalle proprie ansie personali”

Per i Cazalet, la guerra si traduce in piccole rinunce quotidiane come il poco carburante, la mancanza di acqua calda, i vetri perennemente oscurati. I morti, le distruzioni sono solo immagini che entrano pungenti in seno alla famiglia solo laddove coinvolgono direttamente uno dei loro membri. E questo purtroppo avverrà.

La penna della Howard porta subito alla luce qualche figura nuova che desta immediata curiosità. L’autista Tonbridge ed il suo burrascoso rapporto con la moglie, il cognato di Edward e Villy Cazalet, Raymond, uomo poco stimato dai suoi cari ma pieno di buona volontà. E poi Stella, la compagna di stanza a scuola di Louise, ormai grande.

Personaggi che nel primo volume erano poco più che bambini, ora assumono una rilevanza diversa nella storia. Louise, ad esempio, non ha abbandonato il suo sogno di diventare attrice ma si è fatta più riflessiva e comprensiva verso il prossimo tanto da essere spettatrice di un evento che la sconvolge e che non sa come gestire.

Clary, solitaria e fanciullesca, la troviamo ora matura, con nuove responsabilità sulle spalle che il padre le affida con fiducia prima di andare la fronte.

Polly soffre la reclusione domestica e la mancanza di un vero obiettivo per il suo futuro.

Sono proprio questi giovani a guidarci in questo nuovo anno. Piccole donne e uomini che cominciano a percepire come

“l’inganno e la dissimulazione  non fossero componenti imprescindibili delle relazioni umane”

Una nuova generazione da una parte impaurita dalla guerra e dall’idea di catastrofe che essa si porta dietro. Dall’altra però eccitata dal diversivo, dall’avventura di sconfiggere i cattivi.

Ci colpisce l’ingenuità e la poca malizia nel varcare l’età adulta. I tabù verso determinate tematiche (il ciclo mestruale, il sesso) e i costumi dell’epoca rendevano gli adolescenti impreparati, al limite dell’imbranato in alcune occasioni, nei confronti della vita reale. Soprattutto le ragazze trasformate in disarmanti verginelle pronte ad arrossire ad ogni cosa.

E’ proprio questo arrossire, come forma più esplicita dell’imbarazzo, che ci è piaciuta in questo coinvolgente episodio della saga.

Arrossire per una parola volgare, per uno sguardo audace, per un gesto cavalleresco. Un imporporarsi delle guance che oggi giorno abbiamo perso.

Ai personaggi, nella loro emotività e nelle loro azioni, si accompagnano sempre scenari suggestivi. Nonostante il protagonista indiscusso come ambientazione sia Home Place, non ci si stanca di continuare ad entrare nelle numerose stanze, percepire i rumori della cucina, assistere all’infinito galateo che cadenza la vita dei Cazalet.

In questo volume trova anche spazio il tema dell’educazione come strumento di indipendenza e libertà, razionata o negata ai domestici proprio per asservirli

“Per far stare la gente là dove nessuno vuole stare, non c’è niente di meglio che negare un’istruzione e pagare male. “

Le pagine scorrono piacevolmente ed altri incontri giungono al lettore che si aspetta di vederli approfondire nel terzo volume.

L’amore si fa strada inesorabile nella vita degli adolescenti così come la vecchiaia fa lo stesso verso gli adulti. Lo sguardo che ciascuno volge all’orizzonte è incerto, pieno di dubbi ma anche di speranze.

“…l’ignoto – che pure pendeva sulle loro teste e che quasi aspettavano con ansia – aveva cominciato a sembrare…straordinario e drammatico, sì, ma allo stesso tempo più reale di quello che succedeva davvero. E’ tutto questo aspettare…di diventare grande, aspettare che la guerra vada peggio o meglio, o che finisca”

Quando si affronta una saga, il timore è di annoiarsi e che l’autore allunghi le vicende, annacquandole di particolari, solo per riempire pagine e trascinare la curiosità del lettore sino al volume successivo.

Non è successo! Il piacere di uno stile perfetto, di descrizioni fluide e mai ridondanti, l’affetto che la Howard ci fa maturare nei confronti dei personaggi, ci hanno portato a girare l’ultima pagina e voler afferrare già il libro successivo.

Si confermano tutte le nostre buone impressioni del primo volume. Impossibile abbandonare questi personaggi. L’Inghilterra di quegli anni ci si svela lentamente e si fa amare.

 

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