Nata il 22 novembre 1970.
L’abbiamo conosciuta con:
” Perdersi“, un romanzo che ci racconta la storia di Alice, una scienziata che la vita beffarda mette davanti ad una patologia, la malattia di Alzheimer, che la colpisce nella sua essenza: il sapere.
L’abbiamo incontrata di nuovo con “Ancora io“, in cui ci racconta di un incidente terribile che colpisce Sarah, una giovane donna brillante al massimo della carriera con il mondo in pugno. Sarah perderà metà del suo emisfero cerebrale, ma con dolore e determinazione acquisterà molto altro.
L’abbiamo ritrovata con “Tre sassi bianchi“, la storia di un bambino autistico ma straordinariamente raccontata anche attraverso i suoi occhi e quel mondo per lui prigione necessaria.
Infine l’abbiamo amata con “La scelta di Katie“, in cui una malattia terribile ed insidiosa colpisce come un uragano Joe, distruggendo la sua vita ma creando anche ripercussioni su tutta la dinamica familiare.
Lisa Genova, prima di essere scrittrice è una neuroscienziata, e la straordinaria bellezza dei suoi romanzi sta nel perfetto equilibrio tra scienza e umanità. Sa miscelare sapientemente conoscenze scientifiche con sentimenti, con storie familiari, con amore fraterno e con legami indissolubili.
Ogni suo libro lascia un segno indelebile. Ogni suo racconto spezza il cuore ma emoziona profondamente.
Estratto da Tre sassi bianchi:
“Il mio cervello è fatto di tante stanze diverse. Ogni stanza serve per fare una cosa diversa. Per esempio c’è la Stanza degli Oocchi per vedere le cose e la Stanza delle Orecchie per sentire le cose. Ho una Stanza delle Mani, una Stanza della Memoria…
Le stanze non si toccano fra loro. Tra una Stanza e l’altra ci sono dei corridoi lunghi con un sacco di curve. Se penso a una cosa che è successa ieri sono nella Stanza della Memoria. Ma se voglio guardare un video devo uscire dalla Stanza della Memoria e andare in quella degli Occhi…Ma se succedono troppe cose insieme sono nei guai.
E’ il mese di aprile, e l’isola di Nantucket si tinge di giallo acceso: milioni di narcisi fioriscono, a salutare la primavera e prepararsi per l’estate. Olivia ormai vive qui. Da quando il piccolo Anthony non c’è più, la sua vita è fatta di passeggiate sulla spiaggia, di letture, di giornate solitarie.
E di ricordi. I ricordi di Anthony – un bambino che non ti guardava mai negli occhi, che non sapeva come si fa ad abbracciare qualcuno. Un bambino che adorava il numero 3. Tre erano gli animali che aveva quando gli è stata diagnosticata una grave forma di autismo; otto quando è volato via per sempre.
E adesso Livia, sulla stessa striscia di sabbia fine su cui Anthony metteva in fila i suoi sassolini bianchi aspettando che le onde li portassero via, cerca di ricostruire ciò che è successo, di ripercorrere le tappe della breve vita di suo figlio.
E di trovare, nel mistero di quel bambino che ha amato incondizionatamente, un senso.
I libri della Genova sono tutti bellissimi ma strazianti tanto da lasciare il lettore scosso e provato dalla valanga di emotività smossa.
In fondo però emerge da parte dell’autrice lo sprono alla resilienza che porta i protagonisti di cui racconta a tendere le braccia verso la speranza per quanto essa sia flebile e lontana.