Autore: Delia Ephron
Editore: Fazi
Michael e Lizzie sono una coppia sposata. Lui famoso scrittore di New York, lei giornalista .
Anche Finn e Taylor sono una coppia sposata con una bambina di 11 anni, Snow, e vivono nel Maine a Portland.
In passato Finn e Lizzie hanno vissuto un amore giovanile, sono rimasti sempre in contatto e quasi per gioco decidono di organizzare una vacanza insieme con le rispettive famiglie. La meta è l’Italia, di passaggio a Roma, e poi a Siracusa.
Quattro voci accompagnano il lettore pagina per pagina.
Taylor è una donna bellissima ma glaciale. Ama tenere tutto sotto il suo controllo, è organizzata, sicura, ossessiva nella precisione e nell’ ordine.
Controlla ed opprime soprattutto Snow, la figlia, e vive in funzione di lei.
“….alle donne senza figli manca lo spessore. Sono limitate sul piano emotivo.”
La delicata e meravigliosa Snow ha 11 anni ed una timidezza patologica, parla poco, non si mescola al mondo; eterea ed impalpabile sembra fluttuare su ogni cosa, e su ogni persona. Solo Michael riesce a catturare la sua attenzione.
Educata, controllata, poche parole ma gli sguardi e le attenzioni convergono inevitabilmente su di lei per la sua bellezza quasi imbarazzante.
Taylor la ama più della sua vita, non è sua figlia, è lei stessa, è un suo prolungamento, è il suo unico mondo da cui ha escluso assolutamente Finn, suo marito e padre di Snow.
Sempre elegante, esigente, irritante, la donna tiene tutti a distanza.
Per questo il contatto con una città come Siracusa sarà negativo. Si soffermerà a combattere ossessivamente i germi invece di godere della smisurata bellezza della città.
La stanza d’albergo non adeguata ai suoi standard sarà il problema principale invece di vivere il mare, i colori, l’arte e la storia di Siracusa.
Finn suo marito lo sa, la conosce, ha imparato a convivere con tutto questo, ritraendosi anche per comodità e lasciando Taylor e Snow nel loro universo. Forse perché l’uomo non è in grado di essere padre essendo anche lui ancora un bambino.
Sembra un adolescente costretto a vivere una vita di nascosto dai genitori, fuma di nascosto, ha un’attrazione segreta per una amica e in fondo desidera ancora Lizzie.
Michael è uno scrittore famoso, sa raccontare storie, è un incantatore e mescola la realtà alla fantasia, a bugie, anche quando narra fatti della sua vita.
È ossessionato dal libro che sta cercando di scrivere, non va avanti e vampirizza la realtà, le persone che incontra per poter dare spessore ed energia alla sua opera.
Istrionico, seduttore, ammaliatore tutti cadono nella sua rete di seduzione, compresa Snow.
Ama Lizzie? Non si sa. Ha una relazione extraconiugale ma non vuole abbandonare il porto sicuro del matrimonio.
E poi c’è Lizzie, innamorata di suo marito Michael tanto da percepire i suoi momenti di allontanamento emotivo da lei ma non ne capisce bene la causa.
Con questi presupposti inizia una vacanza che non sarà facile, non sarà all’insegna del divertimento o della scoperta di bellezze, non sarà una parentesi di riposo dal lavoro. Salteranno fuori i peggiori sentimenti. Gelosia, invidia, falsità, tradimenti, finzioni, ipocrisia, paura. Il tutto peggiorato dall’arrivo a Siracusa di un personaggio che proprio non avrebbe dovuto esserci.
L’equilibrio già precario andrà in frantumi.
Il racconto si sviluppa come una partita a scacchi, uno studio reciproco e continuo tra i personaggi. Ogni mossa segreta è seguita da una contromossa sommersa.
Scorre un filo ad alta tensione tra tutti come se ci fosse un timer di una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, come sarà in effetti l’epilogo.
Il lettore è sempre in attesa di qualcosa di irreparabile, di ineluttabile , di un finale tragico.
Questo però secondo noi non basta per fare un buon romanzo. L’autrice scivola pericolosamente sui sentimenti trattati e mostrati con una spavalderia tutta americana. Non c’è delicatezza, non c’è intimità.
Imperdonabile davvero la descrizione di Siracusa, una città unica al mondo per la sua arte, la sua storia, la sua poesia che viene liquidata come un cumulo di palazzi decadenti, sporchi, decrepiti e traballanti.
Rozzamente, gli occhi dei protagonisti non riescono a vedere nulla dell’essenza della città, concentrati sui loro piccoli mondi emotivi.
Consigliato (con riserva) a chi ama le storie intriganti, lo studio delle personalità e i loro lati oscuri.
Un “sempre grazie” al nostro angolo di paradiso romano che ci rende lettori migliori : Libreria tra le righe