Rosso di Tiro, blu d’Oltremare di Adriana Assini

Autore: Adriana Assini
Collana: Voci
Editore: Scrittura&Scritture. Dentro le storie, fuori dai luoghi comuni. Una casa editrice molto attenta e con testi veramente interessanti
Pagine: 272
Prezzo: eur 14.00 brossura

 

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5
Le 7 porte della città sono aperte.
Centinaia di mercanti entrano portando le loro merci.
Alteri veneziani, astuti giudei, pellicciai d’oriente.
Dall’alba al tramonto si mischiano gli idiomi di tanti paesi, si scambiano lettere in monete di tutte le zecche.
Tende multicolori, mercanzie evocatrici di regioni lontane, costumi di tutte le forme e poi sapori, odori mai sentiti prima: il vino dolce, i biscotti, i datteri e le carni essiccate.

Siamo a Bruges, sul finire del Trecento. Lo scisma d’Occidente e la rivalità tra il pontefice franco Clemente VII°, seduto sul seggio di Avignone, e quello napoletano, Urbano VI°, seduto a Roma, si fanno sentire attraverso tensione e paura.

Nella città belga, tra le strade, proteste e piccole dispute  animano le gilde dei mestieri.
Fra le più accese quella dei tintori.
Un’ostilità che va avanti da tempo e che vede contrapporre ai lavoranti autorizzati a maneggiare vermigli e carminio quelli del blu e delle sue sfumature. Fuoco e cielo, ardore e purezza.
In questa città fiamminga in fermento le donne filano, dissodano l’orto e cucinano zuppe di porro. Ma non tutte.
Al calar delle tenebre, alcune di loro lasciano silenziosamente Il focolare e si riuniscono insieme. Esse hanno formato la compagnia della Conocchia, un nugolo di menti sveglie e avide di conoscenza che da Natale alla Candelora, attraverso convivi nascosti e notturni, cercano di liberarsi dall’ignoranza e dall’isolamento.
Queste donne chiacchierano, come amiche, come madre e figlia. Si scambiano rimedi arcani e credenze e riportano fedelmente tutto quanto sul libro che loro chiamano vangelo.
In mezzo a loro ce n’è una più preoccupata e più silenziosa delle altre. Il suo nome è Rose. Ella è fortemente innamorata di Robin.
Purtroppo lui è un tintore della robbia, il colore regale per eccellenza mentre il padre di lei è un tintore del blu pertanto un’unione assolutamente impossibile.
Robin arde di passione, il colore rosso che lavora rimestando nel mastello è impetuoso e fremente nei caldai bollenti come i suoi sentimenti.
L’odio per il suo rivale, Jan detto faccia di gatto, è ancor più violento. L’idea che quell’uomo sia il futuro sposo scelto dal padre per Rose è inaccettabile.
Le pagine si aprono ad un tratto su una riflessione.
I grandi amanti del passato, Tristano e Isotta, Lancillotto e Ginevra ardevano nell’incendio del loro stesso sentimento, lo salvaguardavano ma non lo consumavano. Essi, nel dividersi, senza saperlo avevano sancito con il loro ardore un patto con l’eternità.
Anziché consumare il loro amore e vederlo declinare giorno dopo giorno lo avevano reso immortale.
Non è il possesso che rende grande un amore bensì il suo ricordo.
Sulla scia di questo ragionamento, a metà romanzo, la storia subisce una profonda virata. I due protagonisti vengono divisi dal destino, si voltano le spalle amareggiati e delusi e nulla fa pensare che si rivedranno.
Nel frattempo  Bruges diventa teatro di sanguinosi scontri tra il popolo in sommossa e il Conte, chiuso nella sua dimora, ad ingrassarsi con arrosto e vino e mai pago dei soprusi e delle ingiustizie fatte subire ai suoi vassalli.
Nel dipanarsi della trama troviamo una figura molto affascinante: Greta Du Glay. Una creatura ambigua, dalle lunghe dita che ricordano quelle delle ninfe, grande conoscitrice delle erbe e dei loro rimedi.
“A volte mi alzo in volo, come fanno gli uccelli. Crescendo tra selve e torrenti, conosco le insidie e i benefici di ogni albero, e so decifrare il linguaggio di gufi e pipistrelli…”
La donna, che per i profani è una modesta fabbricante di saponi, diventava una creatura eccezionale agli occhi di una cerchia designati.
Con questa figura, la scrittrice ci regala alcune pagine dell’atmosfera che si respirava all’epoca.
Un’atmosfera fatta di scaramanzia, falsi pregiudizi e poca tolleranza. La chiesa temeva qualsiasi azione potesse minare alla sua autorità. I saltimbanchi erano visti come dimentichi del sacro insegnamento, e presi a sassate. Il gioco degli scacchi e della dama erano considerati subdoli e seduttori. Le carte erano viste come arma del maligno, la conoscenza dei poteri curativi delle piante  come stregoneria.
Sarà proprio da Greta che andrà Rose per sapere come comportarsi dopo le disgrazie che le sono capitate e soprattutto alla partenza di quella nave che le ha portato via un pezzo di cuore.
Chissà se tornerà mai intero…
Anche questa volta la prosa della Assini è stata avvolgente e ammaliante.
Una scrittura fluida, realistica, da cui vengono fuori colori e odori, ombre e luci.
Questo romanzo è stato un perfetto equilibrio di storia nella Storia e la figura della donna ha fatto da chiave di violino per aprire uno spartito melodico e piacevole.
Il contesto socio-politico è tracciato senza pesantezza e reso particolarmente interessante. L’attaccamento al proprio mestiere, la rivalità delle gilde, le alchimie che si praticavano quotidianamente per creare quel punto di colore giusto, che non sbiadisse dopo i lavaggi: uno scenario intenso e pregno di umanità.
I personaggi sono diversi ma tra loro più attenzione e più cura è stata data alla corporazione delle evangeliste, donne comuni ma dall’intelletto sottile e vispo. Figure anonime ma brillanti con dentro un fuoco divampante e duraturo.
Una storia di donne quella che la Assini ci racconta. Tra tutte brilla Rose, dalla prima all’ultima pagina. Testarda, ostinata, che non inverte la direzione presa dai suoi pensieri e non  china la testa davanti ai pregiudizi.
Una parola che sentiamo di voler associare a questo romanzo è tempo.
” Le clessidre non accelerano ne si arrestano. Ogni avvenimento accade quando è il momento, né prima né dopo”
Il tempo inteso come storia, che evolve, che matura  nel raggiungimento dei grandi obiettivi. Il tempo come quello dei mestieri, che richiedono azioni scandite, ritmate, con un ordine che non può essere mescolato. Il tempo dell’amore che come un seme si sedimenta nella fiducia nei confronti dell’altro.
Un perfetto romanzo storico che conferma l’abilità e le capacita di questa scrittrice romana che ci regala sempre piccole finestre sul passato a cui non si può che dare una sbirciatina.
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