Quando tornerò di Marco Balzano

Titolo: Quando tornerò

Autore: Marco Balzano

Editore: Einaudi

Pagine: 208

Prezzo: eur 17.58 su IBS

  • Copertina: 3♥ su 5
  • Storia: 5♥ su 5
  • Stile: 5♥ su 5

 

Certe volte non riesci a non scrivere quello che una storia smuove, non riesci a tenere dentro quel rimescolare di emozioni che sfarfallano tra pancia e cuore.

Te ne accorgi dalla prima riga che sarà così, che quella lettura ti farà male, ti aprirà delle crepe dentro cui guardare.

Questo libro tocca tante verità e lo fa senza filtri e senza scuse, in maniera diretta.

Cose che già sai, che già vivi, ma vederle così nero su bianco come se fossero verità condivise, fa l’effetto di una doccia fredda.
Lo sai che i figli sono innocentemente egoisti e naturalmente ingrati. Non ti scusano, non ti usano attenuanti. Non vedono altro in te se non quello che sei per loro: un genitore.
Eppure l’aspettativa è sempre alta. Eppure dai 100 e ti aspetti quasi lo stesso, semini e sei certo di avere un buon raccolto.
Lo sai che una donna rumena in Italia ci sta per obbligo non in vacanza. Lo sai che fa un lavoro che tu schifi e che cerca di risparmiare pure sulla tua pelle per cambiare il destino di chi ha lasciato a casa.
Eppure a volte il pregiudizio diventa una lente che non si leva. Eppure uno sguardo storto prima o poi scappa sulle note di voci di corridoio che le vedono disoneste.
Daniela la mamma
Manuel il figlio adolescente
Continuiamo pure a dire che vogliamo emanciparci, dai genitori, dal marito.
La verità è che, se hai figli, l’emancipazione è solo verso te stessa. Tu, solo tu devi lasciar andare quel senso di colpa che ti sale se ti prendi tempo per te.
Il rapporto madre/figlio che mette in scena Balzano non ha nulla di speciale, è anonimo, comune.
La penna lo eviscera, le parole lo mettono a nudo. Le pagine diventano i secondi sempre più pressanti prima che la bomba esploda.
Li amavo e li odiavo quei bambini. In fretta riuscirono a farmi sentire di nuovo madre, non puoi capire quanto ne avessi bisogno. Senza un uomo alla fine si può vivere…
Essere madre, invece, non è una voglia. E’ una cosa che assomiglia più a un istinto. Un istinto che pulsa anche se ti ammali, anche se non ti reggi in piedi e ti manca la ragione”
Tra Daniela e Manuel c’è un po’ di ogni mamma e un po’ di ogni figlio. C’è la dedizione e il sacrificio da una parte, l’egoismo e l’ingratitudine dall’altra. C’è la rinuncia e il bene di chi ami contro l’immaturità di chi vede solo il domani.
È stato doloroso ma anche liberatorio leggere di verità che diventano collettive.
E ancora:
Daniela: la badante rumena
Manuel: l’orfano bianco
Un altro tema affronta il libro, lo fa raccontando coralmente la vita di una di quelle famiglie in cui la madre decide di emigrare per portare i soldi a casa.
Lontano da tutto, dalla famiglia, dalla città natale, dalla lingua e dalle tradizioni, dal cibo e dagli amici.
Una badante straniera è una donna che ha dovuto reinventare la sua individualità. Una donna che è scesa a patti con tutto, che ha messo in tasca l’umiliazione, le pretese, a volte anche i diritti.
Lo fa per la sua famiglia, per i figli, perché l’idea di non avere le chiavi del futuro da dargli è troppo dolorosa.
Ma a quale prezzo?
Ce lo racconta Balzano questo prezzo. Così caro, così pesante da portare. Lo racconta senza retorica, mostrando sul tavolo da gioco le carte per ciò che sono.
E quando lo leggi il costo della scelta, ti senti lo stomaco che si gira su sé stesso perché almeno una volta tutti abbiamo detto la frase fatta, tutti abbiamo dato voce al pregiudizio davanti alla badante di turno che vuole le ferie, pretende l’aumento, chiede una pausa.
Un romanzo incredibile, toccante, delicato.
Una storia che merita attenzione e che lascia un semino nel lettore sensibile.
Il seme delle consapevolezza.
Fluido ma anche incisivo, lento ma con stile, crudele ma anche tenero. Una delle letture più belle di quest’anno.
Che aspettate?
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