Autore: Anna Folli. Persona poliedrica: caporedattore, autrice radiofonica, direttrice di festival e ora grande scrittrice
Editore: Beat – Neri Pozza
Prezzo: eur 9.50 (Amazon)
Pagine: 316
- Copertina: 5♥ su 5
- Storia: 5♥ su 5
- Stile: 5♥ su 5 con lode!
Si conoscono a Roma nel 1936.
Lei ha 25 anni. Fiera e battagliera, ma anche timida. Non è bella ma seducente e femminile. Ha un carattere forte, deciso. Si innamora appena lo vede, come folgorata.
Lui ha 29 anni ed è un nome nel mondo culturale romano.
Elsa Morante
Alberto Moravia
La loro storia inizia il giorno in cui si sono conosciuti, grazie ad un gesto provocatorio della stessa Elsa. Lei è espansiva, traboccante di attenzioni, lui intimidito da tanto ardire.
Innamorata di Dostoevskij Rimbaud Dante e Leopardi, Elsa scrive da sempre e con grande trasporto quando all’età di 10 anni sua madre le ha rovinato la vita.
Quando si conoscono Moravia ha già un nome. Viaggia, conosce Virginia Woolf, Yeats, vive amori passeggeri anche se poi cerca sempre lei che lo rimprovera ma non gli fa mancare un abbraccio.
…l’amore di Elsa è avvelenato dal senso d’inferiorità e l’estrazione popolare influenza i suoi sentimenti, che sono complicati da un costante senso di inadeguatezza
Non è una relazione da manuale. Non è una storia d’amore banale. Gelosia, indole, gusti, tutto in loro e attorno a loro contribuirà a renderne il rapporto burrascoso e difficile ma, nonostante le scosse e i cedimenti, rimangono in piedi, uniti.
Le prime leggi razziali li mettono in grande difficoltà. Subito dopo la guerra, Alberto è malvisto dal regime ed è costretto ad interrompere il mestiere di scrittore.
Il fascismo lo costringe ad allontanarsi da Roma, e la Morante lo segue, senza indugi.
Il treno si fermerà sulle rotaie bombardate, alcuni centri abitati saranno luogo solo di morte e desolazione.
La fatica, il freddo, le lunghe camminate per arrivare a Capri dove troveranno rifugio presso un amico, li terranno impegnati per un tempo molto più lungo di quanto potevano immaginarsi.
Ci sembra di vederli in una capanna sulle montagne ciociare, in uno spazio angusto circondato da muri di pietra viva.
Attorno a loro i rumori terribili della guerra, le bombe che non si possono evitare.
Solo la sopravvivenza conta.
Poi finalmente di nuovo Roma anche se scontenti dei continui sbalzi emotivi che vivono l’uno con l’altra e della perenne ricerca di denaro.
Alberto scrive un’opera che si fa sentire, diventa un film e la loro vita cambia.
Ai soldi si sostituisce il problema della notorietà di lui, di cui Elsa è gelosa.
Prendono piede le serate in casa Bellonci, di cui oggi ne sentiamo ancora il “rumore” con il premio Strega.
In una fase respingente del loro rapporto Elsa si infatua del regista Luchino Visconti. Per una volta è lei quella che tradisce, trovando però un amante piuttosto tiepido.
Arriva poi inattesa una ventata di freschezza che alleggerisce l’atmosfera litigiosa. Il suo nome è Pier Paolo Pasolini.
Diventa amico di entrambi, in maniera diversa ed insieme formano un trio perfetto.
Quando decidono di voltarsi le spalle, c’è poca convinzione, tanta stanchezza.
Elsa non sarà fortunata con il suo Bill Morrow che le farà vivere mesi di grande trasporto per poi farla ripiombare nella disperazione più nera, rifiutando di essere salvato.
Lo stesso non si può dire di Moravia e Dacia Maraini. Anni più sereni, lunghi viaggi, condivisione.
Scelte diverse, strade parallele che non hanno mai spezzato il fil rouge che li ha uniti
La vita scorre, va avanti e non risparmia nessuno. Come tutti anche l’età busserà alle loro porte, la malattia, il disagio, la rabbia di non essere più quelli di una volta, la pura di non aver fatto tutto. Sarebbe bello pensare che possano sentire quanto invece la loro eco è arrivata lontano.
Sono stati considerati un binomio inscindibile.
Ma com’era questo loro amore?
Inadeguato, direbbe Elsa, sempre un passo indietro al ricco ambiente snob del suo amante, poi marito.
Asfissiante, risponderebbe Alberto, che soffre la pressione di lei come soffocante prigionia.
Malinconico potrebbero sussurrare all’unisono, pensando a quel figlio mai nato a cui Alberto dice di aver rinunciato razionalmente ma che Elsa invece vivrà in maniera completamente diversa nascondendo le sensazioni nei suoi personaggi.
È stato un amore divorante per entrambi, fatto di scenate, fughe e ritorni.
Un circolo vizioso: Elsa insoddisfatta del suo rapporto con Alberto lo allontana per dedicarsi solo alla scrittura. Lui lontano si disamora ed è scostante
Siamo affascinate da Elsa, così diversa dai ruoli precostituiti, così libera dai cliché. Impulsiva, schietta, capace di un trasporto assoluto.
Quando aveva la penna in mano
“Si dimenticava di mangiare, di andare dal parrucchiere, di cambiarsi d’abito” dice Moravia
Lei che scriveva solo se aveva l’ispirazione e quando questo avveniva tutto il resto si faceva buio e c’erano solo lei e le parole che aveva in testa.
“Il suo libro diventa l’orecchio che le permette di ascoltare il rumore del mondo. Vive immersa in un universo in cui nulla ha un senso se non la perfezione della pagina, la ricerca della parola che possa schiudere agli altri il suo io più vero”
Lui invece più metodico e perseverante, qualunque cosa avvenisse se decideva di scrivere tutte le mattine così era.
Due divorziati nella narrativa.
Elsa e la sua assoluta fiducia nella scrittura, il suo rapporto emozionale con i libri è magico e ci stupisce.
Elsa così intransigente ed intensa.
Elsa tormentata dal bisogno di distinguersi dal marito.
Elsa “Fedele alle sue convinzioni e incapace di piegarsi al compromesso”
La sua figura ci ha colpite molto più a fondo, forse perché ci sentiamo più affini.
Moravia era troppo in vista, sempre al centro dei dibattiti, del panorama letterario, senza risparmiarsi. e, ironia della sorte, al pubblico a cui lui teneva tanto di piacere, come gli studenti di sinistra, risultava antipatico perché troppo integrato nel sistema.
Il Moravia che abbiamo amato di più è stato quello dei viaggi insieme a Dacia Maraini. Per lui il viaggio era un amore infinito, scoperto in tarda età ma fatto suo come modo di essere. Amava i silenzi di altre terre, la grandezza della natura, gli sconfinati deserti, i laghi cristallini. Girava, si mescolava alla gente del posto, e assaporava tutte quelle magie che solo un vero viaggiatore riesce a trovare.
Difficile fermare il nostro entusiasmo. E’ un libro che regala molto. Non è solo biografia, è anche Storia, amore, letteratura. La Folli ha una scrittura splendida, morbida, poetica, fluida ed evocativa.
Riesce a rendere tutto melodioso, una parola dopo l’altra. Non sbaglia una nota.
E’ riuscita ad intrecciare la vita privata dei due scrittori ai loro romanzi e al contesto sociale. Tutto in maniera ineccepibile.
Ha acceso una scintilla di ancor più profondo interesse verso entrambi. Ha reso vive le loro opere che hanno iniziato a respirare, diventando storie dentro cui sia Elsa che Alberto hanno mascherato i loro sogni e i loro demoni.
Ha anche dato umanità ai loro nomi così altisonanti nella nostra letteratura, così distanti. Ne ha fatto emergere l’umanità, la fragilità, portandoli vicino a noi, gente comune.
Un testo perfetto, che di certo sarà tra le migliori letture di quest’anno. Magnetico fino all’ultima pagina, pieno di sentimenti fino al punto che ne segna l’epilogo. Che fatica non divorarlo in un attimo, che tormento gustarlo lentamente come farebbe un intenditore.
Speriamo di riuscire a far trapelare il trasporto con cui questa lettura ci ha avvolte. Aprite anche voi la porta a MoranteMoravia e lasciatevi catturare dalla loro tormentata e profonda storia d’amore.