Madri gotiche di Patrizia Busacca

Titolo: Madri gotiche

Autore: Patrizia Busacca. Giornalista nota e donna tenace. Ha affrontato con dignità e resistenza una brutta malattia che purtroppo non l’ha voluta lasciare in vita. Questo romanzo autobiografico, curato dal marito, è il lascito di una guerriera

Editore: Linea edizioni

Pagine: 424

Prezzo: eur 15.20 su IBS in brossura

Genere: narrativa

  • Copertina: 5♥ su 5
  • Storia: 4♥ su 5
  • Stile: 4♥ su 5

 

Patrizia Busacca si racconta, un fiume in piena come si farebbe con un’amica, con intimità come ci si aprirebbe ad un diario. Eppure di lei all’inizio non si dice nulla.

Si sente però tra le parole il desiderio di creare un filo di ricordi e sentimenti che giungano fino alla sua persona, punto finale di una vita rispettata.
Il percorso parte da Lidia, una zia speciale a cui la narratrice è molto legata. Una donna emarginata e poco capita che nel suo mutismo e nei comportamenti estremi ha nascosto a tutti la verità.
Patrizia sente empatia nei confronti di questo essere indifeso ed incapace di comunicare.
Cerca affannosamente di ricostruirne la storia attraverso i familiari afferrando però soltanto stralci di un passato che sembra non avere una forma definita.
Un passato frastagliato da dove emerge la sensazione che sia stato un concorso di colpa Il destino della zia.
Molte pagine sono dedicate a questa minuziosa ricostruzione. Desiderio di dare voce a quello che è stato, necessità di restituire una identità a Lidia che chiusa in manicomio, poi dimenticata dalla famiglia, non ha mai vissuto veramente.
Altrettante pagine sono dedicate alla madre dell’autrice. Il rapporto tra di loro non è mai stato buono, mancando di complicità.
Le riflessioni sui loro scontri, le ferite che verbalmente si sono inferte l’una verso l’altra sono molto intense.
C’è anche tanto della stessa Patrizia in questa storia, del marito, sua ombra irrinunciabile, del figlio, sua forza motrice. Il presente tra interventi e speranze ritorna poi ad essere passato, perché siamo il risultato del nostro vissuto in fondo.
Tenerezza per lei che non ha mai smesso di combattere e di alleggerire quanto più possibile il suo male.
La prima parola che ci viene in mente di associare a questo libro è sincerità . Davanti ad una diagnosi maligna ed a una operazione invasiva, uno dei pensieri di Patrizia va alla sua femminilità che potrebbe uscirne menomata. Il fatto di dover forse rinunciare ai complimenti degli altri uomini e perdere una sicurezza fisica ormai sedimentata la fa stare male in beffa al motivo per il quale si sta operando.
C’è una grande umanità in questo pensiero così semplice che sembra assurdo davanti alla gravità del problema ma che in effetti rappresenta quello di cui siamo fatti: emozioni
Madri gotiche è un romanzo corale che da spazio a tante figure femminili, ricostruendone il vissuto, cercando il motivo di alcune scelte rispetto ad altre, sondandone gli atteggiamenti per riscattarle dai propri errori.
Per l’autrice questo percorso è obbligato e le è servito come lotta per non avere la stessa visione della vita triste e deprimente, come invece la vedevano le sue antenate.
Una lettura che porta con sé pesi e misure. Si fa spazio alla tristezza ma si guarda avanti fino alla fine, si prende coscienza dei colpi bassi del destino ma non si smette di gioire dell’oggi, subito, ora.
Grazie Patrizia per aver cercato di farci capire in tutte queste pagine che il passato è una terra straniera in cui possiamo aver perso battaglie o guerre ma a volte le abbiamo anche vinte.
Dobbiamo dare voce alla nostra storia, perché quella di una non è che la storia di tutte.
La trasparenza e l’umiltà con la quale Patrizia Busacca si è raccontata, senza nascondere le ombre della sua crescita, ha creato una forte empatia nei suoi confronti e più di una volta abbiamo veramente sentito che la sua storia è anche un po’ la nostra.
Un romanzo bello e significativo. Lo terminiamo con l’amarezza di salutare una guerriera a cui il destino non ha fatto sconti.
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