L’angioletto di Georges Simenon

Titolo: L’angioletto

Autore: Georges Simenon

Editore: Adelphi

Pagine: 197

Prezzo: eur 11.40 su ibs

 

  • Copertina: 4♥ su 5
  • Storia: 5♥ su 5
  • Stile: 5♥ su 5

In Rue Mouffetard, in una casa dove la stanza è divisa da una tenda per separare i letti dei piccoli da quelli dei genitori, vivono Louis con i suoi fratelli e la mamma Gabrielle che non ha mai smesso di accogliere uomini di notte, forse per dimenticare per poche ore tutto il resto.

La promiscuità dell’ambiente unita all’estrema povertà, fanno crescere troppo in fretta i bambini, tutti tranne Louis.

Scricciolo di poche parole, sempre in disparte, osserva di ciò che lo circonda solo quello che lo colpisce, tralasciando il resto come se non avesse importanza. Questo sguardo candido gli risparmia la brutalità di quello stanzone fatiscente, la sguaiatezza della madre e dei suoi amanti, le aberranti azioni dei fratelli.

La sua infanzia prosegue seguendo il genitore al mercato, afferrando con lo sguardo solo le parti migliori di un quartiere di gente in ginocchio. Vive di striscio quanto succede in famiglia, dalla morte all’abbandono, conservando una trascendenza talmente inesauribile che sembra ci sia un angelo custode vicino a lui, pronto ad afferrarlo in caso di caduta.

Questo suo carattere puro lo aiuta a crearsi dei piccoli spazi, quasi a far sembrare normale la sua esistenza e mai perdendo quella vocazione innata che forse è l’antidoto alla bruttura esistenziale.

Lo stesso Simenon considerava questo romanzo come una delle sue migliori opere.

Per il suo stile così asciutto e conciso, per la sua tradizionale penna che racconta di angoli bui e di zone d’ombra, la trama di un cuore pure, di un fanciullo innocente e cristallino, gli è comunque riuscita magistralmente.

La tenerezza del racconto di vita schiude al lettore la profonda riflessione su come l’esistenza, seppur costretta alla rinuncia e alla privazione, nasconda sempre granelli di meraviglia capaci di stupire.

Louis trascende con il suo carattere angelico le brutture dei singoli individui, socchiude gli occhi senza disgusto di fronte alla violenza carnale, alza le spalle rassegnato ai drammi della madre e continua la sua vita con grande fiducia.

Attraverso i suoi occhi Parigi si divide, da una parte la città messa in ginocchio dai malanni, dalla povertà, dalle case simili a latrine fatiscenti ai pasti di cibo scaduto e maleodorante. Dall’altra una Parigi di scorci, colori, luci sfuggenti, cartoline in miniatura da dipingere.

Un romanzo splendido, commovente e originale nel personaggio, così realistico ma anche ultraterreno insieme. La potenza narrativa di Simenon ha raggiunto la perfezione con questa storia.

Passaggi forti e fastidiosi si superano per la maestria di saperli spogliare da qualsiasi volgarità gratuita

Le pagine scorrono ma le sensazioni rimangono attaccate alle dita.

Louis tocca subito le corde del cuore, con quello sguardo così trascendente, poche parole ma occhi che dicono molto di più di qualsiasi voce.

Non c’è nessuna imperfezione in questo romanzo, è da leggere e basta.

 

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