L’altra metà delle fiabe a cura di Antonella Castello

Titolo: L’altra metà delle fiabe

A cura di: Antonella Castello

Editore: Abeditore – 2016

Pagine: 120

Prezzo: eur 6.90 brossura

 

 

Copertina: ♥♥♥♥♥/5

Storia: ♥♥♥♥♥/5

Stile:  ♥♥♥♥♥/5

 

Le fiabe che conosciamo oggi, quelle che ci hanno raccontato i nostri genitori e che noi a nostra volta raccontiamo ai nostri figli, hanno origini molto antiche.

Provengono da detti popolari, da racconti orali e si tramandavano le sere d’inverno davanti al camino.
Queste storie sono ben  lontane da quelle che conosciamo noi.
Abituati a scenari luminosi, a lieto fine, ad un linguaggio pulito e infantile, si rimane sorpresi nel constatare che le fiabe originali non sono proprio così.
Questo libro vuole dare voce a quella parte che è stata lasciata indietro, che volutamente è stata dimenticata per fare in modo che queste fiabe entrassero nell’immaginario collettivo come esclusive per i bambini.
Il testo è diviso in due parti: nella prima ci sono le tre fiabe all’incirca come le conosciamo noi: Il gatto con gli stivali, Cenerentola e La bella addormentata.
Nella seconda parte invece, le fiabe vengono riportate come erano in originale.
Il linguaggio è molto diverso, in alcuni casi anche dialettale. Il paesaggio cambia, i colori si fanno più cupi, i nomi dei personaggi sono meno musicali.
Se il finale non cambia, cambia però il modo in cui ci si arriva.
È molto interessante vedere come nel corso degli anni, anzi dei secoli, ci sia stato un naturale adattamento dei contenuti a quelle che sono le esigenze moderne.
Dimentichiamoci, ad esempio, la formula magica cantata a Cenerentola dalla fata Smemorina perché in questo caso, è Cenerentola stessa a declamare l’incantesimo che inizia così:
“Dattero mio dorato
con la zampa d’oro ti ho zappato…”
I libri di questa casa editrice sono sempre dei piccoli gioielli.
Oltre al contenuto interessante e sfizioso, si pone moltissima cura nell’estetica del libro.
La copertina sembra quasi di velluto, il carattere ricorda la forma delle lettere quando venivano scritte con pennino e inchiostro, piene di giri e circoletti.
Una delle cose che ci sono sempre piaciute nei libri della Abeditore  sono i disegni.
Schizzi a matita o carboncino che sia, meravigliosi.
Non sono ricchi di particolari ma il modo in cui sono fatti, come  seguono il racconto e soprattutto come lo rappresentano, in maniera essenziale ma perfetta, lasciano sempre incantati.
Un libricino per lettori gotici, che cercano nei loro testi quel lato oscuro, quell’ombra che suscita curiosità e quel vago senso di inquietudine che non è ancora disagio.
Per i lettori curiosi, che non si accontentano di quello che si sa ma che vogliono salire le origini e capire come lo si è saputo.
Ed anche per i lettori che hanno occhio per l’estetica, perché un libro che si presenta così merita sicuramente uno spazietto sullo scaffale personale
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