La verità sul caso Harry Quebert – Joel Dicker

Titolo: La verità sul caso Harry Quebert

Autore: Joel Dicker. Giovanissimo scrittore svizzero ci presenta questo secondo romanzo che ha riscosso grande clamore tra il pubblico dei lettori. Nonostante sia di qualche anno, fa il libro sta vivendo una seconda chance anche grazie alla trasposizione cinematografica

Editore: Bompiani

  • Copertina: ♥♥♥♥/5
  • Storia: ♥♥♥/5
  • Stile: ♥♥♥♥/5

 

30 agosto 1975. Una telefonata alla polizia da parte di un’anziana signora.

Una pattuglia viene mandata in una fitta foresta sulle tracce di una ragazza in fuga.

Quella ragazza è la quindicenne Nola Kellergan che non verrà più ritrovata. La signora Cooper invece, colei che ha avvisato la centrale, giace ora morta in una pozza di sangue a casa sua.

Siamo catapultati nel 2008 dove un giovane autore,  Marcus Goldman, dopo mesi dal successo del suo primo libro, combatte con il blocco dello scrittore, non ha più idee. Il suo più caro amico, Harry Quebert, lo invita a stare da lui.

“…carismatico, sicuro di sé, emanava autorevolezza già con la semplice presenza… era una delle grandi personalità dell’intellighenzia americana”

Un soggiorno nella piccola città a ridosso dell’oceano, Aurora, sembra essere la soluzione migliore.

 

“E’ una cittadina in riva all’oceano, a un quarto d’ora dal confine con il Massachusetts. ..Tutt’intorno , solo silenziosi quartieri di case di legno colorato, con verande accoglienti, tetti in ardesia e giardini curati in maniera impeccabile”

Marcus non sa a cosa andrà incontro. Non sa che Harry e Nola, anni prima, si frequentavano di nascosto e che nel giardino dell’amico verranno rinvenuti i resti della ragazza.

“Marcus, sai qual è l’unico modo per misurare quanto ami una persona?”

“No”

“Perderla”

Il lettore si addentra nei meandri di una storia intricata e difficile, ascoltandola da più voci. C’è Marcus che decide di scoprire la verità sul caso Harry Quebert come ultima chance per il suo futuro di scrittore e forse per ripagare l’amico dell’aiuto passato. C’è la voce dello stesso Harry che, con parole ricche di sentimento, parla del suo amore per Nola, troppo giovane per lui ma padrona del suo cuore. C’è la cittadina di Aurora, una piccola comunità tradizionalista e tranquilla che vive due volte la morte di una adolescente ed il dolore di una giovane vita spezzata.

Con l’arresto di Quebert, colpevole ovvio dell’omicidio, la comunità vive lo sgomento di aver rispettato, osannato ed ammirato un uomo per anni non avendo mai avuto il minimo dubbio che in lui potesse nascondersi quanto di più gretto e bestiale ci sia in una persona.

Marcus Goldman inizia a portare alla luce zone d’ombra che l’omertà ha taciuto, mette in discussione la credibilità di reputazioni considerate inattaccabili, istilla il dubbio che ci sia solo una verità. E così, uno dopo l’altro, gli abitanti di Aurora diventano testimoni e poi sospettati in un diabolico gioco che sembra non avere fine.

Difficile aggiungere altri elementi alla trama senza rovinare la lettura ed i numerosi colpi di scena che ci sono nel romanzo.

Sicuramente la struttura è molto originale e complessa. Ci sono continui salti temporali raccontati da voci diverse, qualcosa che è spiazzante all’inizio ma con cui si fa l’abitudine e probabilmente è un espediente per divorare le quasi ottocento pagine del libro.

Non tutti i flashback sono utili  ma contribuiscono ad arricchire il quadro generale ove si inserisce il cuore della vicenda.

Lo stile è scorrevole, descrittivo. I personaggi su cui meno si concentra l’attenzione si rivelano poi la chiave del capitolo successivo e così per tutta la durata del romanzo.

Non abbiamo trovato molto convincente la storia d’amore tra l’ultra trentenne Harry e la giovane Nola (ancora minorenne). I toni, i dialoghi, le riflessioni le abbiamo trovate un po’ infantili, scontate e quasi inverosimili.

Vincente l’idea di far precedere  ogni capitolo da una sorta di antefatto derivante da un gioco tra i due protagonisti,  che diventa un vero e  proprio conto alla rovescia verso il finale.

Ci è piaciuto? Si, se lo ridimensioniamo ad un giallo (thriller proprio no) con una struttura ben studiata ed uno stile impeccabile.

Non ci ha convinte se pensiamo ai ripetuti cliché, ai dialoghi in generale non approfonditi e pieni di stereotipi tutti americani. Lo stesso intreccio forse è stato diluito eccessivamente in un ciclico ripetersi di “scoperta di indizi – accusa – colpo di scena” e così via senza freno.

Se dovessimo prendere una decisione più precisa ci affideremmo alle parole di Dicker per descrivere proprio cosa non ci è successo purtroppo:

“Un bel libro…non si valuta solo per le sue ultime parole, bensì sull’effetto cumulativo di tutte le parole che le hanno precedute. All’incirca mezzo secondo dopo aver finito il tuo libro…il lettore deve sentirsi pervaso da un’emozione potente; per un istante deve pensare soltanto  a tutte le cose che ha appena letto, riguardare la copertina e sorridere con una punta di tristezza, perché sente che quei personaggi gli mancheranno”

Consigliato agli amanti del giallo, delle letture dove le pagine sono tanti fotogrammi di un film. Adatto a chi ama il genere e non cerca un libro che lasci il segno.

 

 

 

 

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