La guerra dei mondi di H.G.Wells

Titolo: La guerra dei mondi

Autore: H.G.Wells.

Dello stesso autore sempre sul blog trovate anche il romanzo “L’uomo invisibile”

Editore: RBA

Genere: fantascienza

Pagine: 255

Prezzo: eur 9.90 preso in edicola per la collana “I primi maestri del fantastico”

 

  • Copertina: 5♥ su 5
  • Storia: 5♥ su 5
  • Stile: 4♥ su 5

 

In un futuro che per noi è già passato, i più antichi mondi dello spazio scrutavano la Terra da tempo preparando con fermezza il loro piano.

Nello spazio profondo qualcuno sta cercando di sfuggire alla distruzione e lo fa stringendo una morsa verso il pianeta che sembra più ricco di vita: il nostro.
Quello che inizialmente sembra un essere ripugnante, goffo, viscido e spugnoso si trasforma poi in una vera e propria macchina da guerra.
Non è l’unica purtroppo.
Chi racconta la vicenda è uno degli abitanti del villaggio dove queste macchine si manifestano.
Nel giro di un giorno il paesaggio tranquillo, bucolico, di una quotidianità scontata, si trasforma in un deserto bruciato.
Il verde dei boschi è diventato bruno e fosco, gli alberi sradicati e inceneriti, tronchi grigi e lugubri spezzati qua e là.
La distruzione è totale e indiscriminata.
In un primo momento l’incredulità nei confronti di questo scenario futuristico è troppa. A fianco di chi prepara i bagagli per fuggire c’è un curato che celebra la funzione e dei bambini che giocano in un cortile. La gente è confusa, incredula, finge di non vedere.
La difesa della propria tranquillità può rendere le persone incapaci di soppesare il pericolo.
Alla fine però la realizzazione della minaccia è inevitabile.
“Londra, che la domenica sera si era coricata stupida e inerte, nelle prime ore del lunedì apri gli occhi su un tragico senso del pericolo”
La paura diventa terrore sconsiderato, disordinato e privo di freno. 
L’urgenza della fuga riversa per le strade non più uomini ma selvaggi.
Tutto perde efficienza.
Colui che racconta i giorni infernali di colonizzazione da parte degli alieni rimarrà solo in una terra sconosciuta dove anche la vegetazione ha cambiato colore. Comprenderà il motivo dell’attacco cercando a tutti i costi di mantenere viva la resilienza.
Se è rimasto l’unico sopravvissuto lo saprete solo leggendo.
Quello che colpisce dalle prime pagine del racconto è la velocità con la quale un giorno qualunque si trasformi nell’inferno. L’uomo, vittima della furia cieca delle macchine aliene, percepisce in maniera concreta come la vita ed il suo futuro non siano più nelle sue mani e come abbia perso qualsiasi capacità di essere artefice del proprio destino.
Inizialmente la sensazione è disorientante oltre che di terrore. Scatta un istinto di sopravvivenza poco razionale e confuso. Poi la lucidità prende il sopravvento, assicurando azioni anche ignobili ma salvifiche.
La descrizione della folla che si sposta da una parte all’altra senza trovare un rifugio è particolarmente toccante. Donne eleganti e completamente impolverate che si trascinano per mano bambini lagnosi, operai che si fanno largo a gomitate, uomini dall’aspetto malaticcio, poveri dall’ingiuria sempre pronta.
Un fiume di umanità derelitta.
Il concetto di detronizzazione si fa strada pian piano. Il dominio dell’uomo è finito. Ora egli non è che un animale tra gli animali. Può solo agire per sopravvivere.
Londra è come uno spettro dove le finestre sulle pareti bianche rimaste in piedi sembrano le occhiaie di un teschio.
La prima parte del romanzo procede con qualche stridìo. C’è una grande premura nel nominare località, paesi, aree geografiche che distolgono l’attenzione del lettore dalla suspense dell’invasione, smorzandone l’entusiasmo.
Per fortuna questa tendenza si affievolisce procedendo con la lettura.
Lo stile non è sempre fluido e i dettagli sull’aspetto alieno lasciano in secondo piano quello umano che invece sarebbe stato più interessante.
Il film con Tom Cruise che si ispira al libro è una rivisitazione abbastanza calzante. Lo abbiamo visto e nel suo genere merita sicuramente.
Nel complesso è stato un romanzo piacevole, senza grandi pretese, un po’ superficiale ma godibile.
Uno spunto riflessivo emerge dirompente da questa storia fantascientifica. La serena fiducia nel futuro è la più fertile sorgente di decadenza. Mai dare per scontata la tranquillità quotidiana poiché potrebbe improvvisamente sopraggiungere una forza in grado di annientarla, anche dal cielo.
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