L’uomo invisibile di H.G.Wells

Titolo: L’uomo invisibile

Autore: H.G.Wells

Editore: RBA (preso in edicola)

Pagine: 268

Prezzo: eur 11.99

 

Iping era un tranquillo paese di campagna prima dell’arrivo di un uomo che va in giro completamente coperto.

Ha modi bruschi, non ama la compagnia e il suo comportamento fa pensare che nasconda qualcosa.
Quando la signora Hall, locandiera timorata e rispettabile, decide di trovare risposte ai suoi dubbi, i vestiti del misterioso forestiero cadono in terra rivelando agli occhi stupiti di Iping il niente che c’è sotto.
Quel niente però ha un nome, dei sentimenti e dei bisogni anche se in trasparenza: è un uomo invisibile.
Se si pensa all’invisibilità vengono subito in mente dei vantaggi: il poter fare ciò che si vuole sfuggendo alle responsabilità, potersi muovere inosservati, poter fare scherzi o vendicarsi impunemente.
Ma come in tutte le cose c’è sempre il rovescio della medaglia  poiché non essere visibili e voler mantenere il segreto priva l’uomo della godibilità, lo sottopone a rinunce. È una solitudine forzata e dolorosa che esaspera.
“… più mi rendevo conto quanto un uomo invisibile fosse una cosa assurda e disperata, in una città affollata e civilizzata, piena di aria fredda e sporca. Prima di fare questo folle esperimento speravo di ottenere migliaia di vantaggi. Quel pomeriggio, invece, tutto mi appariva nero. Cercai di pensare alle cose che un uomo considera desiderabili. Senza dubbio l’invisibilità dava la possibilità di ottenerle, ma rendeva anche impossibile goderne, una volta ottenute.”
Una solitudine che può portare alla pazzia, ad un egoismo puro e incrollabile che spoglia l’essere di qualsiasi umanità.
Griffin, questo è il nome del protagonista, viene sopraffatto dal suo aspetto creando intorno a sé prima paura, poi meraviglia, infine odio
La storia viene narrata in modo originale, come se lo scrittore l’avesse appresa per altre vie e la volesse mettere per iscritto.
La sua posizione particolare lo pone vicino al lettore e regala credibilità alle sue parole nonostante l’argomento bizzarro. 
Griffin, uno scienziato che ha peccato di onnipotenza un po’ come il famoso Frankenstein, è maligno e collerico, egoista e privo di scrupoli. I nostri sentimenti nei suoi confronti vanno dalla pietà all’indigniazione.
Tra le sue gesta violente e insensate c’è la disperazione di un non ritorno, la consapevolezza di aver tracciato con la propria mano un destino nefasto.
Lo stile del romanzo è fluido e lineare.
Perfetto equilibrio tra dialoghi e descrizioni, un’accurata attenzione all’ambientazione lo rendono leggibile in un soffio.
Soprattutto la seconda parte prende un ritmo molto veloce ed incalzante.
Nel libro le circa 80 pagine finali sono dedicate a I racconti dell’inaspettato. Sono 4, i primi 3 veramente belli. L’impronta è sempre la fantascienza, il soprannaturale con quel pizzico di gotico che rende l’atmosfera ancor più inquietante.
Lo stile è sempre lo stesso, quello di un narratore che si è trovato molto vicino ai fatti svolti e vuole metterli nero su bianco.
L’acquisto di questo libro che fa parte della collana: I primi Maestri del fantastico edito da RBA ci lasciava qualche dubbio perché è capitato che romanzi curati molto nell’aspetto e facenti parte di una produzione destinata alle edicole poi si rivelassero un po’ carenti nella traduzione.
In questo caso invece non è andata così. Fluido, con la grammatica al posto giusto e godibile.
La bellezza della copertina e i disegni all’interno uniti al prezzo basso ne fanno un romanzo da avere.
È una fantascienza poco impegnativa ma comunque d’effetto. È la prima opera che leggiamo di H.G.Wells.
Abbiamo recuperato sempre con la stessa edizione altri 3 titoli che troverete poi qui sul blog.
Le aspettative sono alte, l’intrattenimento garantito.
È stato un acquisto veramente riuscito.
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