Happydemia di Giacomo Papi

Titolo: Happydemia
Autore: Giacomo Papi, (Milano 1968) è giornalista, scrittore e autore televisivo; dirige inoltre la scuola di scrittura milanese Belleville e il sito di racconti Typee, collegato alla scuola. Ha pubblicato Era una notte buia e tempestosa (Baldini & Castoldi, 1993), Papà (Pratiche, 2002), Accusare (Isbn, 2004). Per Einaudi ha pubblicato È facile ricominciare a fumare (2010), I primi tornarono a nuoto (2012), I fratelli Kristmas (2015) e La compagnia dell’acqua (2017). Con Feltrinelli ha scritto Il censimento dei radical chic (2019) e Happydemia (2020). Scrive su «D di Repubblica» e lavora a Che tempo che fa.
Editore: Feltrinelli
Genere: narrativa
Pagine: 176
Prezzo: eur 14.25 su IBS
  • Copertina: 5♥ su 5
  • Storia: 5♥ su 5
  • Stile: 5♥ su 5

 

Immaginate senza grandi sforzi una società dove un virus è diventato abitudine e la vita è regolata da dpcm sempre più fuori controllo. Il consumismo si è praticamente azzerato ed il paese rischia di precipitare in un baratro.

Gli psicofarmaci sono diventati leciti e distribuiti liberamente a chi per dormire, a chi per fare bei sogni, a chi per dimenticare.
In uno scenario così grigio e nell’impossibilità di trovare una soluzione a causa del sovrappopolamento che oramai caratterizza tutto il pianeta, l’unica soluzione possibile viene proposta dalla classe politica italiana in un summit europeo, furbescamente come ultimo punto di una riunione estenuante e che ha quindi ottiene consensi distratti come alter ego del “rompete le righe”
Quello che sembra un romanzo distopico per eccellenza dai toni cupi e grotteschi in realtà è una splendida satira di un mondo futuro ma non così tanto.
Il vero protagonista è un ventenne con i dread in testa che vive con il nonno Attilio.
Questo ventenne, di nome Michele, anziché andare all’università, ha deciso di guadagnarsi qualche soldo consegnando a domicilio gli psicofarmaci salva-cervello che il virus, i lockdown, i turni al supermercato, lo smart working hanno stressato.
Mentre lo fa, incontra Miriam, una ragazza che lo colpisce e di cui può vedere solo gli occhi poiché il resto del viso è ovviamente coperto dalla mascherina, mentre il fondatore della Happydemia  (distributore ufficiale degli psicofarmaci) ed altre figure al potere complottano nell’ombra.
Il mondo ha cambiato aspetto ma le dinamiche sono sempre quelle. Potere, soldi, monopolio.
La ruota attorno a cui girano gli ingranaggi è inalterata:
“La nostra arma è la contraddizione. Diremo una cosa e il contrario, ma mai contemporaneamente, prima l’una poi l’altra.
Non occorre studiare, informarsi non serve.
Bisogna essere ignoranti per fare pensieri nuovi.”
C’è veramente uguaglianza nell’epidemia? Chissà se ci stiamo poi tutti sulla stessa barca, se siamo veramente un fronte compatto, se facciamo squadra.
Di sicuro possiamo affermare che il virus ha spodestato l’idea che faccia tutto il capitalismo.
Adesso chiaramente i soldi servono a poco ed è ben più chiaro che dietro ai bisogni di ognuno ci sono persone che li rendono possibili questi desideri o necessità.
Una storia tangibile, portata allo stremo ma in fondo mai resa così irreale da farla impossibile.
Da subito ci siamo affezionate ad Attilio, un nonno super saggio
“È che al buio è tutto di più, Michele. Anche i germi. I rumori, le cose e i ricordi sono più forti e più veri. Anche l’amore. Per questo fanno paura. Di giorno ci si sente più forti, perché la luce nasconde”
Michele è la speranza di una vita che comunque sia va avanti, non si ferma. Si continua a respirare, a dormire ed innamorarsi anche se il futuro non è più quello che ci si aspettava.
La classe politica è una caricatura di sé stessa: il Ministro degli Affari Miei, quello delle attività improduttive e quella della Salute e Saluti a distanza.
La lettura ha portato momenti esilaranti, dove alleggerisce guardare un dramma dal lato meno spigoloso.
Altre volte i momenti sono stati di sbigottimento perché anche ridendo si dice la verità.
Scrittura fluida e avvolgente. Senza stonature né eccessi. Un intreccio semplice perché probabilmente il cuore del libro è nella sua interezza.
Papi ha rovesciato il nostro presente con la mano esperta di un grande direttore d’orchestra che sa posizionare tutti gli elementi in maniera precisa così da creare una sinfonia impeccabile.
La satira è un genere che nella narrativa non avevamo mai affrontato. A saperla  scrivere diventa un testo brillante e istruttivo, illuminante e condivisibile.
Chapeau Giacomo Papi, non solo ci hai aperto una fetta dell’editoria da cui eravamo lontane ma hai subito avuto la nostra stima e ammirazione per l’abilità con cui hai saputo rendere leggero un presente che invece è un macigno.
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