Enrico Piaggio. L’uomo della Vespa a cura di Basilio Perri

Titolo: Enrico Piaggio L’uomo della Vespa

Autore: Basilio Perri

Editore: Graphofeel

Pubblicazione: novembre 2019

Pagine: 155

Prezzo: eur 18.00

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5

” In azienda Enrico Piaggio aveva imparato ad apprezzare il genio creativo dell’originale ingegner D’Ascanio, che a sua volta si rendeva conto della solidità imprenditoriale del suo datore di lavoro. Corradino non amava le moto, le reputava scomode, ingombranti, con gomme troppo difficili da cambiare in caso di foratura, evento non certo raro viste le strade dell’epoca ancora disastrate dai recenti bombardamenti. Tuttavia utilizzò il suo talento di vero inventore per creare una “moto” a scocca portante, completata da due cofani laterali a forma vagamente aerodinamica, che non aveva bisogno di un tunnel centrale entro cui alloggiare il motore. Adottò una sospensione anteriore ispirata a quella dei carrelli per aerei e creò un motore di 98 cc, concettualmente derivato dai motori d’accensione aeronautici, di progettazione e produzione Piaggio. Spostò il  cambio sul manubrio, ritenendolo molto più pratico da usare, coprì il motore con il motore con il telaio per rimediare alle frequenti perdite d’olio che macchiavano i pantaloni e aggiunse la ruota di scorta. Modellò la posizione di guida attorno al disegno di un uomo comodamente seduto su una poltrona, affinché la guida  prolungata risultasse meno faticosa possibile. Così la Vespa prese forma”

 

La storia della Piaggio inizia nel 1882, seppur nell’immaginario di molti è radicata negli anni ’50 di cui è icona.

L’acquisto di un vasto terreno ortivo da parte di Enrico Piaggio segna l’inizio di una lunga storia che, prima di arrivare alle due ruote, percorre strade inimmaginabili. Sapevate che questo brand è nato occupandosi di imbarcazioni e piroscafi? E non solo! Per arrivare alla storica “Paperino”, la Piaggio ha lavorato alla rete ferroviaria e a quella aerea.

Prima di Enrico infatti il prestigioso cognome era portato dal padre Rinaldo, uomo lungimirante che portava manodopera laddove serviva. Sui transatlantici durante la grande migrazione ottocentesca italiana, sui binari dei treni durante la recessione e l’impellente necessità di spostarsi ed infine sugli aerei nella prima guerra mondiale.

Enrico, erede di un impero già formato, visse un periodo storico diverso e quindi diverse necessità. Sposato in seconde nozze ad una donna di nobiltà pontificia, poté godere di un capitale discreto, dei finanziamenti americani post bellici e colse al volo il desiderio del popolo italiano di avere un mezzo dal basso costo che permettesse spostamenti veloci.

Scorrono sulle pagine parole ed immagini sui primi modelli di Vespa, ancora lontana da quella di oggi. Un po’ ingombrante, poco armoniosa, poi più aggressiva e ancora dopo più confortevole. Un prodotto che doveva ancora prendere una fisionomia definitiva.

Negli anni ’50, grazie anche alle ricapitalizzazioni ed allo spirito ottimista degli italiani, il mercato dei trasporti conosce un periodo d’oro e la Vespa cavalca l’onda.

La sua evoluzione non si arresta, a volte percepibile dai soli intenditori. Piccole ma significative modifiche al motore, modellatura della carena in risposta alla concorrenza e il colore da sempre caratteristica che salta all’occhio dell’acquirente.

La pubblicità ha promosso i punti di forza della Vespa, unica nel suo genere. La facile seduta, la scocca che nasconde le antiestetiche componenti meccaniche, la struttura frontale che ripara da fango e polvere stradale.

Questa stessa pubblicità, a partire dal Carosello, ha contribuito molto a creare un forte immaginario collettivo dietro la due ruote. L’autore ci regala il dietro le quinte degli spot a partire dal ’50, alla scoperta delle campagne pubblicitarie, dell’ideazione degli slogan e del gradimento del pubblico.

Tra foto e notizie, curiosità e aneddotti, il lettore sfoglia le ultime pagine, alcune dedicate al protagonismo della Vespa  nella cinematografia, primo tra tutti “Vacanze romane” con gli indimenticabili Gregory Peck e Audrey Hepburn, dove la Vespa diventa icona del romanticismo.

Un libro scritto con sapienza e passione perché solo questi due elementi riescono ad equilibrare bene una narrazione che si muove tra storia nozionistica e storia vissuta. Un testo compatto e particolarmente interessante.

Finora questa casa editrice di nicchia ci ha sempre regalato letture esclusive e singolari, piacevoli scoperte. Libri adatti a lettori curiosi, pronti ad approfondire, a cercare l’originalità.

Amanti delle due ruote, della storia simbolica del nostro paese, cultori del vintage, fatevi avanti perché questa breve ma ricca lettura vi farà percorrere una lunga strada mantenendo desto il desiderio di cogliere più particolari possibili del paesaggio. Tutto ovviamente su due ruote!

 

 

 

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