Titolo: Dodici rose a Settembre
Autore: Maurizio de Giovanni. Scrittore di pagine di poesia.
Editore: Sellerio
Pubblicazione: 2019
Pagine: 288
Costo: € 14.00
- Copertina: ♥♥♥♥♥/5
- Contenuto: ♥♥♥♥♥/5
- Stile: ♥♥♥♥♥/5
Gelsomina Settembre, detta Mina, è un’assistente sociale che opera nei quartieri spagnoli di Napoli.
Il suo posto di lavoro è perfettamente consono all’ambiente circostante, un edificio fatiscente, sporco, semi abbandonato, ma che ha un cuore pulsante costituito da alcuni operatori come lei, sempre attenta ad accogliere e ascoltare le richieste delle persone che accedono.
Accanto alla sua stanza grigia lavora il ginecologo, il dottor Domenico Gammardella, bellissimo, secondo Mina il sosia di Robert Redford.
Assolutamente ignaro della sua bellezza, timido, educato, gentile, volenteroso e sempre entusiasta, ha tutti i giorni una lunga fila di pazienti più o meno malate, desiderose forse più di vedere il suo sorriso che di esporre un problema.
Domenico è segretamente e pudicamente attratto da Mina che invece lo ignora, perché non vuole mettersi ancora in gioco dopo la separazione.
Intanto un serial killer, che lascia dodici rose rosse alla sua vittima, una al giorno fino al momento dell’omicidio, sta impegnando polizia e magistrato.
Anche Mina si ritrova inspiegabilmente a ricevere rose rosse.
Le sue vicende personali si ritrovano intrecciate alla storia del serial killer.
Mina non ci fa caso è troppo impegnata ad ascoltare Flor, una bambina che denuncia che la madre è in serio pericolo di vita a causa del padre violento.
Un finale vorticoso ed inaspettato farà combaciare tutti i pezzi, lasciando il lettore stupito.
Un colpo di scena che solo la penna di de Giovanni poteva creare con tanta maestria.
Una storia che si legge avidamente che cattura per la bellezza e l’originalità dei protagonisti delineati perfettamente dallo scrittore. Come un cesallatore, un miniaturista, studia, scolpisce, rifinisce gli animi umani dandoci dei personaggi rari.
Mina, che si porta dietro il fardello di una madre pesante, accompagnata perennemente dal cigolio della sua sedia a rotelle e dal suono di frasi dure e mai affettuose, è comunque una donna positiva che cerca energia nel suo lavoro.
Il portiere del consultorio, sensibile più alla fisicità di lei che alla professionalità, si rivelerà invece di animo sensibile e sarà una risorsa indispensabile.
Il ginecologo, dottor Gammardella che spicca per ingenuità e purezza, fascinoso inconsapevole, metterà anima a corpo per aiutare Mina.
È poi c’è Flor, la bambina dagli occhi svegli e dotata di un insolito coraggio. Sa che la madre è in serio pericolo e non esita da sola ad andare da Mina, denunciando la violenta situazione familiare.
Parallelamente si sviluppa anche la storia del serial killer, costruita su macerie di amore e su ceneri di delusione, sconforto e rabbia. De Giovanni da sempre ha questa capacità di mettersi alle spalle del colpevole cercando di illuminare quelle zone d’ombra che hanno generato terribili azioni.
Ma l’aspetto più ammaliante del romanzo sono i quartieri spagnoli.
Un microcosmo, assolutamente avulso dalla realtà, dove le regole sono rovesciate, i valori sovvertiti, dove la legalità è vista con sospetto e scetticismo, dove si vive secondo canoni assurdi se visti dall’esterno, ma perfettamente funzionanti se inseriti nell’ingranaggio.
Difficile spiegare ad una mamma l’importanza dell’ istruzione per il figlio che invece già “lavora”, impossibile far capire ad una donna che è suo diritto denunciare un marito violento,è complesso cercare di aprire spiragli nelle menti dei giovani di questi ambienti, cercando di fargli intravedere diverse opportunità di vita.
Mina non riesce ad abituarsi né tantomeno a rassegnarsi a tutto ciò ed ogni giorno combatte sedendosi alla sua scrivania, nella sua stanza spoglia, mettendosi a disposizione, dando ascolto e cuore.
Dietro la maschera dell’ironia l’autore racconta fatti dolorosi, tragedie, senza mai sconfinare ma mantenendo un elegante equilibrio tra l’aberrazione di certi esseri umani e la delicatezza di altri. Ci conduce in abissi di povertà, ignoranza, violenza dove alcune vite sembrano davvero senza scampo. Pagine di rumori, odori, voci, colori di una città caotica, difficile, sofferente ma affascinante.
Seppur ancora in cerca del Commissario che abbiamo tanto amato e di cui non sentiremo più parlare, le pagine di questo romanzo trasudano quella poesia e passione che de Giovanni mette in ogni suo scritto.
Emozionanti le parole di ringraziamento che l’autore, con umiltà e rispetto, dedica ad una persona cara a noi tutti.
Consigliato a chi ama vedere la realtà attraverso l’ironia, a chi sa apprezzare il caos di Napoli, una città che geme e soffre, ma di fascino indiscusso.