Donne che non perdonano – Camilla Lackberg

Ttolo: Donne che non perdonano

Autore: Camilla Lackberg

Editore: Einaudi

 

 

Tre donne diverse per estrazione sociale, cultura ed esperienze di vita. Un denominatore comune, la violenza. Non quella (o non solo) fisica ma psicologica. Quella violenza logorante che mina la tua autostima, il tuo credere in te stessa. Quella che ti fa tremare la terra sotto i piedi, che distrugge il tuo futuro ed annebbia il tuo passato.

Ingrid è una russa arrivata in Svezia con una valigia di sogni. Ha trovato Malte che l’ha attirata con sorrisi e dolcezza, fiori e belle parole. Ora è in una casetta sperduta, trattata come una schiava nel corpo e nell’animo, violentata con parole offensive e cattive, senza documenti, senza soldi e senza dignità.
Victoria era una brillante giornalista che ha rinunciato alla sua carriera per occuparsi della figlia e della casa. Il marito Tommy la tradisce da tanto. Non è importante con chi né perché. E’ importante la violenza che le viene fatta ogni giorno con un’altra donna nei confronti del suo futuro, nei confronti del sacro valore della famiglia e del matrimonio per il quale lei ha rinunciato ad una parte di sé.
Birigitta è una donna matura, due figli grandi, un lavoro da maestra. Apparentemente serena e sorridente in realtà viene violentata ogni giorno da un marito che non gestisce la rabbia e che la sfoga sul suo corpo tempestandolo di pugni. Birigitta cerca di sfuggire a questi eccessi ma sono improvvisi , inarrestabili ed è più facile nasconderne i lividi.
Queste donne emarginate sanno di non essere sole. Sanno che oltre le loro pareti domestiche ce ne sono altre dove la storia si ripete, con altri attori ma di un film che ha sempre lo stesso finale.
Allora si tendono la mano, al buio, senza bisogno di guardarsi in faccia ma forti della loro unione. Un femminismo che non ha nulla di fanatico. Non porta profumi né bei vestiti, non chiede parità, opportunità ma solo rispetto. E se il prezzo da pagare è non perdonare più in maniera drastica e decisa, allora queste donne lo fanno.
Una violenza unica quella raccontata dalla Lackberg, che si esprime però in tre modi diversi, tutti altrettanto crudeli e disumani. La violenza fisica contro Birigitta, quella silente contro Ingrid e quella verbale contro Victoria. Tre donne vittime, ferite nell’animo, che inizialmente non riescono a rompere il loro equilibrio familiare per non dover mettere fine all’idea che avevano del loro futuro, per non dover rompere quel matrimonio che su carta sembrava funzionare bene.
“I quartieri residenziali come quello erano carceri femminili senza muri, in cui le donne erano tenute prigioniere dall’amore e dal senso del dovere verso i figli”.
L’autrice apre le finestre di case dove il quotidiano è difficile, dove si respira paura, dove sembra non ci sia via d’uscita. E proprio quando tutte le porte sembrano chiuse, si intravede uno spiraglio di luce. Incontriamo donne che finalmente si tendono la mano e rompono quel pregiudizio che le vede nemiche ed invidiose. In questo romanzo le protagoniste vestono altri panni, gli unici che permettono loro di cambiare le sorti del proprio destino.
Sempre straordinaria  la capacità della Lackberg di raccontare e fermarsi poco prima che un gesto, una mossa diventino concreti e assumano un significato. Mette il punto prima che tutto ciò accada lasciando una sorta di senso incompiuto che per il lettore si traduce nel volere continuare a leggere con voracità.
In un giorno dove si celebra la donna come essere umano, senza trucco, senza ricami ma come persona dignitosa, pronta al sacrificio, vogliamo portare questo racconto tanto breve ma tanto profondo, a denuncia di come ci sia una forma di violenza che non trova voce al telegiornale e che spesso rimane silente e nascosta puntando il riflettore su come le donne siano capaci di unirsi e creare uno scudo in loro difesa oppure unirsi e creare un’arma per porre fine alla propria prigione.
Non c’è nulla di giusto in questo racconto, né il contenuto nè la fine perché certe storie non dovrebbero esistere ma è giusto il messaggio che si nasconde in quelle stanze buie dove non entra la luce, dove non entrano altri occhi, da cui non si riesce a scappare. In quelle stanze non siamo sole.
Consigliatissimo agli amanti del genere, agli affezionati alla Lackberg che, pur lasciando da parte Erika e Patrick, riesce sempre a sorprenderci con storie intense. Consigliato a chi vive di pregiudizi e pensa non ci possa essere una solidarietà talmente forte da ridisegnare il futuro. Dedicato a noi donne che siamo spesso schiacciate sotto tanti pesi ma che conserviamo la forza per non spezzarci.
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