Un caffè con Janet Skeslien Charles

Buon lunedì.

Oggi caffè parigino con:
La biblioteca di Parigi” di  Janet Skeslien Charles.
Parigi 1940, Odile è una bibliotecaria che lavora nella biblioteca americana.
Ha desiderato fortemente questo lavoro perché l’amore per i libri è qualcosa che non sa spiegare, qualcosa di viscerale e imprescindibile da lei, i libri sono la sua  luce.
Ben presto  capirà che non sarà solo una semplice  bibliotecaria, il suo lavoro non sarà solo quello di consegnare i libri in prestito e controllarne la restituzione, perché i libri  diventeranno un’arma di difesa per i soldati in guerra più dei loro fucili.
Diventeranno una cura miracolosa negli ospedali da campo più che le cure mediche, salvezza nelle menti imprigionate dal terrore nazista.
Ma Odile andrà ancora oltre, osando molto di più per opporsi alla violenza dei nazisti.
Ne uscirà segnata, costretta a rinunce necessarie e a scelte obbligate che le cambieranno per sempre la vita.
Con un peso del cuore e un segreto tra le labbra solo molti anni dopo, ormai lontana da Parigi, potrà alleggerire il suo peso e per questo sarà indispensabile l’amicizia con Lily, una ragazzina acuta ed effervescente piegata però in questo momento dal dolore per la perdita della madre.
Un racconto delicato, a tratti assopito che ci ha emozionato parlando del  valore dell’amicizia, quella senza età né razza, che ci ha ancora una volta scioccato parlando degli orrori mai dimenticati della seconda guerra mondiale e  soprattutto ci ha deliziato  esaltando l’importanza dei libri, della cultura, mostrandoli come fari nelle epoche buie, come ancore di salvezza nella follia umana, come strumenti irrinunciabili di vita.
Insomma questo romanzo ci è piaciuto.
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