Titolo: Manuale per ragazze rivoluzionarie
Autore: Giulia Blasi. Scrittrice, conduttrice radiofonica e attivista nel mondo digitale. Alle spalle ha diversi testi pubblicati con varie case editrici. Questo manuale è il suo ultimo libro.
Editore: Rizzoli
Il patriarcato è maschio, bianco e borghese. E’ una pseudocultura mafiosa che vuole nascondere la sua esistenza. Sono regole, costumi e stereotipi consolidati nel tempo, talmente radicati nel nostro quotidiano da passare spesso inosservati.
La femminista non è colei che odia gli uomini, indipendente e coraggiosa. O almeno non lo è necessariamente. Non è (in assoluto) colei che sgomita come un maschio, adotta tecniche e linguaggio da maschio. Non è la “cool girl” dei film americani. Dire questo significa che maschio è meglio. Ed è sbagliato.
Essere femminista vuol dire seguire un indirizzo di vita preciso. Non c’entra la forza ma la solidarietà con altre (o altri) per uscire da un’educazione ingessata (ed ingessante). Vuol dire saper badare e proteggere le più fragili sentendo sulla pelle un senso di “sorellanza”.
Il femminismo è uno stile di vita, è pratica, identità, filosofia.
Gli esempi di donne con una forza non affine a quella maschile per antonomasia, ma forti nel ruolo comune a tutte le donne, ci sono. Un nome per tutte: Franca Viola. Una donna che rifiutò di sposare il suo stupratore con un matrimonio riparatore (fino al 1996 la violenza sessuale era un atto contro la morale e non contro la persona).
Questo manuale tratta anche di questo, di temi scomodi, anche solo nel pronunciarne le parole: abuso, molestia. Lo fa perché mancano i confini , manca la fiducia verso la vittima.
Il femminismo vero è quello che prima o poi fa arrabbiare qualcuno, smuove le acque. E’ un sistema filosofico complesso che mette in discussione, che rimescola carte e ruoli.
“Il femminismo infastidisce. Fa stare tutti seduti un po’ scomodi, uomini e donne. chiede cambiamento, non si preoccupa di rassicurare nessuno”.
Viviamo in una società patriarcale che si poggia su concetti fissi ed insiste su un’idea del genere ancorandola a una natura. Le persone invece sono multiformi.
La repressione o il disconoscimento di questa mutevolezza sono il problema.
Viviamo in una società che focalizza erroneamente le colpe. Se il maschio stupra una donna in stato di ebrezza, non si punta il dito contro chi si è sentito legittimato a fare una violenza ma contro la donna che deve badare meglio a sé stessa.
Il sessismo toglie alle donne la loro umanità sottrae loro rappresentanza.
Un aspetto di lampante disparità è sicuramente quello lavorativo. Il lavoro della componente femminile è mediamente più precario, meno tutelato (contro eventuali ritorsioni), meno pagato. Lo si accetta come fosse una regola immutabile.
Lo si accetta in barba ai voti più alti, alla rapidità e frequenza con cui ci laureiamo.
Cresciamo con un modello preconfezionato in testa ovvero essere destinate prima di tutto ad essere funzionali a qualcun altro (madre, moglie…).
Una solidarietà “sindacale” aiuterebbe ad iniziare a scalfire questo sistema pregiudiziale.
Un sistema duro, severo, che ad una donna chiede prima di tutto la bellezza, poi la dolcezza ed infine la simpatia. Quest’ultima è una caratteristica imprescindibile che non viene perdonata se mancante, a discapito di qualsiasi merito professionale.
Essere antipatica vuol dire per una donna esprimere senza filtri le proprie opinioni, non essere scavalcabile.
” Quello che in un uomo sono tratti tipici della virilità – essere di poche parole, alla Dino Zoff; essere taglienti, alla Michele Santoro; essere esplosivi, alla Vittorio Sgarbi … – nelle donne diventano difetti. Se parli poco sei timida, se sei tagliente se una stronza, se ti incazzi sei isterica, se sei fredda sei senza cuore, se sei diretta sei aggressiva…
Una vera signora, anzi, una Vera Donna non si incazza, non dice la verità, non dà rispostacce: è sempre accogliente, smussata, sorridente. Multistrato, multivelo e delicatamente profumata.
La bellezza è un dovere , come se il nostro corpo fosse un giardino pubblico che dobbiamo tenere sempre in ordine perché da questo veniamo giudicate. E siccome il nostro valore è determinato in primis da questo canone, quando si affievolisce con l’età, veniamo declassate.
Questo manuale parla di ostacoli, soprattutto quelli nascosti, mimetizzati. Parla di come abbatterli spianando una strada per chi viene dopo.
Parla di cambiamento, ma non quello che una donna fa per vantaggio individuale bensì un cambiamento che possa essere migliorativo per la comunità.
Per quanto la nostra azione ci sembri irrilevante, per quanto il nostro singolo contributo possa apparire insignificante, la nostra voce si unirà a quella di altre per portare il volume a livelli assordanti.
Il margine di cambiamento c’è. Tanto. Non ci si accontenta più di un riconoscimento formale ma si vuole parità nella pratica. E’ possibile. Un passo per volta, una goccia nell’oceano ma tutte insieme.
Il manuale è super interessante. Ricco di spunti, approfondimenti e riflessioni da fare. E’ uno sguardo sul mondo come non avevamo mai fatto prima.
Lo stile è ironico, scorrevole, divertente. Si legge benissimo e si rilegge ancora meglio perché i compendi sono quei libri che ogni volta ti regalano qualcosa in più.
Giulia Blasi è un vulcano di idee, informazioni, di spigliatezza e simpatia. Ti intrattiene come sei fossi la sua amica di sempre, ti parla di cose immense come fossero bruscolini e solo quando ti si sedimentano dentro ne cominci a ravvisare la portata.
L’abbiamo incontrata oggi nella nostra libreria di fiducia Ubik. E’ carismatica, disponibile ed aperta al dialogo ed al confronto. Ci ha parlato del libro ma anche di sé, di come il femminismo sia entrato nella sua vita fino a delinearne scelte e posizioni.
Ci ha parlato della fiducia perché rivoluzioni di questa portata hanno bisogno di tempo per mostrare risultati.
Ha risposto alle nostre domande e curiosità regalandoci altri spunti ancora.
Ci ha lasciate sorridenti, perché una persona così vorresti averla “a portata di mano” tutti i giorni. Ci ha lasciato il suo libro con dedica (potevamo non farlo?) che ha rivolto alle nostre figlie perché possano, crescendo, diventare anche loro rivoluzionarie e non aver paura di far ascoltare la propria voce al mondo.
Consigliato alle donne, grandi medie e piccole. Consigliato ai maschi, tutti! Adatto a chi sa poco dell’argomento ma anche a chi ne sa molto perché c’è sempre da imparare. Dedicato a tutti gli esseri viventi, senza nessuna distinzione.