Le sette morti di Evelyn Hardcastle – Stuart Turton

Titolo: Le sette morti di Evelyn Hardcastle

Autore: Stuart Turton. Insegnante, giornalista e adesso scrittore con il suo primo romanzo tra i più acclamati in Inghilterra.

Editore: Neri Pozza

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5
  • Storia: ♥♥♥♥/5 Abbiamo messo 4 cuori perché alcune domande rimangono senza risposta. Forse fa parte del gioco, forse no…

 

Blackhealt è un’immensa dimore malinconica. Le stanze sono antiquate, rovinate dalla muffa e dal degrado. I tappeti sono logori e l’argento annerito, i vetri sudici.

Tutto è lasciato all’usura del tempo, che non risparmia nessuno.

Un uomo, ferito, confuso, si trova smarrito in una foresta. Sente le grida di una donna e lo sparo di un’arma da fuoco.

Non ricorda nulla di sé, capisce solo di essere in pericolo ma la sua amnesia non gli consente di sapere da chi o da cosa. Il suo nome è Sebastian e la sua ricerca di indizi lo porta al cospetto di Evelyn Hardcastle, la madrina della festa che si terrà quella sera.

Non si tratta in realtà di una vera festa ma della commemorazione, dopo diciannove anni, della morte del piccolo Thomas, suo fratello. A soli sette anni il bambino è stato barbaramente ucciso da un ubriaco giardiniere. Quel giorno Evelyn avrebbe dovuto sorvegliarlo invece lo lasciò solo.

I genitori della ragazza l’hanno considerata colpevole e mai perdonata.

Quella sera sono stati invitati gli stessi ospiti di allora per ricordare il drammatico evento.

Alle 23.00 in punto, in riva al lago, Evelyn si toglie la vita sparandosi allo stomaco.

Non lo farà una volta ma tante altre fino a che qualcuno non scoprirà chi è l’assassino.

Quello che si svolge a Blackheart è un macabro gioco psicologico, un giallo dove il protagonista, il cui vero nome non è tra la lista degli invitati, ogni giorno si incarna in uno di loro, ricordando i particolari dei ruoli interpretati in precedenza. Egli cerca, con i più ingegnosi espedienti, di mettere al corrente i suoi “io” per risolvere il mistero.

Non è solo, in questa ricerca. Ci sono altri che fanno il suo stesso gioco ma solo il primo a scoprire l’assassino potrà uscire da Blackheart.

Sono solo frammenti quelli messi a disposizione. Ogni giorno se ne aggiungono altri. Il corso degli eventi si può cambiare ma bisogna fare attenzione a quali nodi si sciolgono perché, sottrarre una sola carta da un castello, fa crollare tutta la costruzione.

Ogni volta che il protagonista finisce le sue otto reincarnazioni, ricomincia daccapo portando nella sua memoria un pezzetto di verità scoperto in precedenza, che sarà determinante nello svolgimento del nuovo ciclo.

Come un regista, consapevole di tutti i movimenti e le azioni che stanno per accadere, un uomo travestito da medico della peste, appare al protagonista per ribadirgli le regole del macabro gioco e quasi per esortarlo a vincere.

 

“Ogni uomo è prigioniero di una gabbia che si è costruita da sé”

 

Le nostre mosse, le nostre scelte, sono la penna con cui scriviamo il destino. Anche un impercettibile cambiamento stravolgerebbe tutto il sistema.

Scoprire cosa succede, conoscere il futuro, non sempre ci rende liberi. A volte ci condiziona perché, prima ancora di fare un gesto, ne conosciamo le conseguenze.

Un rompicapo. un labirinto, un dedalo di personaggi. Un libro pazzesco che diventa un’enorme matassa da sciogliere ma, ogni volta che si sbaglia nodo, si ricomincia daccapo.

Una partita a scacchi in cui è fondamentale ricordarsi tutte le mosse fatte fino a quel momento, per capire quelle dell’avversario.

Una storia contorta, ingarbugliata, dove anche il più piccolo particolare ha importanza.

E’ stato fondamentale lasciarsi trascinare dagli eventi, seguire il vortice dei colpi di scena e il caos delle varie reincarnazioni per poter sentire sulla pelle l’adrenalina, l’ansia, la paura di fare la mossa sbagliata.

La narrazione in prima persona rende il coinvolgimento immediato.

Un intreccio geniale, uno stile che “lo sa” raccontare. Il lettore deve ricordare, deve annotare mentalmente tutte le mosse sulla scacchiera, dimenticando di trovarsi a casa propria, per sentire nelle osa l’umido della pioggia, il freddo del vento, e nel cuore la paura di essere inseguito da qualcuno che non vuole fargli trovare le risposte.

Questo romanzo ha avuto il potere di togliere il sonno e aspettare trepidante l’arrivo di un nuovo giorno e una nuova incarnazione.

Un po’ giallo, un po’ psicologico e a tratti futuristico, questa lettura è stata all’altezza delle aspettative e di tutto il chiacchiericcio che l’ha circondata sui social.

Consigliato a chi ama le trame movimentate e frizzanti; a chi cerca contenuti dove il lettore è spronato ad uno sforzo mentale che lo rende parte attiva della narrazione. Adatto a chi ama il genere giallo che mantiene la bellezza dell’ambientazione d’epoca arricchendola con un pizzico di bizzarra magia.

 

 

 

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