Destini in guerra – Olivier Durand

Titolo: Destini in guerra

Autore: Olivier Durand  Laureato in Lingua e letteratura araba a Roma “La Sapienza” con una tesi in Filologia semitica ha poi preso il Dottorato di ricerca in ebraistica diventando successivamente ricercatore di Filologia semitica e affidatario di Dialettologia araba al Dipartimento di Studi Orientali di Roma “La Sapienza”. Si è occupato di linguistica storica semitica e camitosemitica e dei rapporti che nella protostoria del Vicino Oriente antico hanno favorito il formarsi di una tipologia condivisa dall‘insieme di queste lingue. Si è inoltre dedicato alla dialettologia araba contemporanea, concentrandosi sulla Palestina ed il Marocco, alla lingua berbera del Marocco ed alla storia della lingua ebraica. Ha effettuato numerose missioni di ricerca sul terreno, principalmente in Israele e Marocco. è autore di diversi saggi e libri.

Editore: La Caravella

 

 

Il professor Sulayman è titolare di una cattedra all’Università La Sapienza di Roma.

Appena può, fugge dal caos della capitale per trovare pace e ristoro nel suo casolare in Toscana. Le sue origini sono marocchine, ama le sue radici e non le ha dimenticate.

Vive una storia d’amore con Noura, la sua amata compagna, con cui ha una complicità fisica ed intellettuale.
Mentre  Sulayman si trova nel suo casolare, riceve una richiesta di ospitalità da parte di David, un caro amico israeliano, neuropsichiatra.
Quest’ultimo, ormai maturo, si innamora, ricambiato, di una giovane da cui aspetta un figlio e questo lo fa vacillare. La loro amicizia è solida e David cerca ristoro nella compagnia di Sulayman.
Ma mentre stanno chiacchierando vengono disturbati dal vicino di casa, Diego. Il giovane è di origini campane,  insofferente  a meccanismi malati che governano la vita nella sua regione, si è trasferito in Toscana.
Ha voglia di vivere in libertà, di realizzare un agriturismo puro, di sperimentare coltivazioni biologiche nel pieno rispetto della natura. Ma il suo sogno da poco è stato inquinato dalla morte improvvisa ed inaspettata del padre. Un padre che, nonostante sia nato sotto una cattiva stella, per Diego è stato invece un faro ed un esempio.
Diego sente che non è stata una morte naturale, ha dentro una insopprimibile voglia di chiarezza. Nessuno gli dà attenzione, nessuno ha voglia di confutare una diagnosi di infarto, senza avere altre prove o indizi.
Sulayman però viene incuriosito dal racconto e dopo un primo ruvido contatto con Diego, deciderà insieme a David di pensare al caso.
Ovviamente non riusciranno da soli. Sulayman metterà in moto la macchina delle sue amicizie sparse in tutto il mondo ed altri personaggi faranno parte della storia per ricomporre la verità.
Ci sarà Carlo, giornalista inviato in Irlanda dove conoscerà Mavy, splendida siriana con una storia ed una personalità complessa; ci sarà il vecchio Belaid che porta dentro ancora all’età di ottantotto anni le atrocità di una guerra vissuta in prima persona e dei suoi crimini.
Il suo dolore è inguaribile, i suoi rimpianti sono una tortura e non troverà pace fino a quando non espierà la sua colpa.
Ci sarà Diana studiosa di arabo, amica di Carlo; ci sarà Bonanni xenofobo, collegato ad organizzazioni terroristiche; ci saranno infine i rom con la loro storia, la loro lingua ermetica.
Ci sarà anche il professor Kowalski noto scienziato ed agronomo. L’aiuto arriverà anche dall’arma dei Carabinieri, alleati validi e preziosi.
Le indagini proseguiranno e, lentamente come in un gioco di scatole cinesi, una realtà ne svelerà un’altra ed un’altra ancora fino alla verità.
La ricerca spazierà dal mondo arabo, il Cairo, Israele e l’Europa fino in Polonia, passando per Dublino e la Siria.
Ogni personaggio metterà a disposizione le sue conoscenze e la sua cultura, svelando verità politiche scomode, complotti multinazionali ed anche le cause che hanno procurato la morte al padre di Diego.
Il vortice dei personaggi è inebriante, ognuno porta la storia e ci racconta la sua terra.
Così conosciamo il Cairo, le feste musulmane e lo straripante senso di ospitalità arabo, così sentiamo parlare della Siria e della sua complicata posizione, tocchiamo con mano il delicato equilibrio tra Palestina e Israele, sentiamo il dolore del popolo ebraico e con un brivido visitiamo la Polonia,  assaporiamo il digiuno del ramadan, visitiamo un campo rom entrando in punta di piedi con rispetto e curiosità.
L’autore con sapienza ci mostra un mondo variegato, con culture  diverse ma dove la diversità è ricchezza e dove i pregiudizi devono essere abbattuti.
I suoi personaggi sono per prima cosa uomini con cuore e anima al di là di una etichetta razziale o politica.
Il romanzo è notevole. I destini dei personaggi sono magistralmente intrecciati, il finale è un crescendo di emozioni, l’epilogo è fluido ed ogni tassello andrà con naturalezza al suo posto.
L’autore è capace di far trasudare storia e cultura da ogni pagina, si palpa un suo spessore storico, linguistico fuori dal comune e riesce, dietro una storia apparentemente semplice, a mostrarci le sfaccettature di un mondo in precaria armonia.
Ci mostra alleanze più o meno equilibrate del mondo arabo, ci mostra retaggi e dolori del popolo ebraico, ci mostra i pregiudizi nei confronti della diversità e ci propone un mondo in evoluzione cercando di risanare fratture forse insanabile.
Le cornici sono le dolci e avvolgenti colline toscane, e la magia che questa terra trasmette, oltre a cibi preparati a dovere, esaltati da vini corposi e preziosi.
Libro consigliato a chi ha una visione cosmopolita, a chi sa volgere lo sguardo al di là dei nostri piccoli, miopi confini.
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