Veloce la vita – Sylvie Schenk

Titolo: Veloce la vita

Autore: Sylvie Schenk: Scrittrice francese, trasferitasi in Germania dopo la fine della guerra. A lei si devono poesie in lingua tedesca, attraverso cui diceva di riuscire ad esprimere meglio i suoi sentimenti. Nel 2016 “Veloce la vita” è stato considerato uno dei migliori libri dell’anno

Editore: Keller

 

  • Copertina ♥♥♥♥/5
  • Stile ♥♥♥♥/5
  • Storia ♥♥♥♥/5


 

Alta Provenza, Alpi francesi. L’eco della guerra si sente lontano, la Francia ormai è libera da quindici anni.

De Gaulle sfila trionfante per le strade delle città senza lasciar immaginare quanto è costata la fatica di ricucire la politica del paese.

Louise è nata in una piccola comunità montanara. E’ cresciuta tra le spinte al fratellino sui pendii scoscesi, la morte della nonna che per una bambina è più mistica che tragica, i primi amori, la maturità.

Poi un punto di svolta. Una strada nuova. Da bambini si diventa adulti, si devono fare delle scelte, si è responsabili per tutto, anche per i pensieri.

Lione, l’università. Nuove amicizie, nuove scoperte.

La conoscenza del jazz, una musica pizzicante, che mette sottosopra i meandri dell’anima. Tra le note calde e seducenti Louise trova Henri, che ogni sera si siede al pianoforte di un affollato bistrot.

“…ti senti estranea, ovunque. In montagna ti rifugiavi nel silenzio dell’alpeggio, delle cime immobili, come se gli alberi e le rocce ti stessero aspettando. Ti sentivi come stretta in un abbraccio. Qui il fiume è in movimento, ti scosti, avverti la tua rigidità”

Henri dal passato doloroso. Henri che prende tutto sul serio. Proprio tra le sue braccia Louise capisce che sta facendo un salto, si sta lasciando dietro la vita da bambina di provincia. Si sta mettendo  oltre le spalle tutto quello che era prima per prendersi altri pensieri, altre consapevolezze.

Siamo a metà degli anni ’60. I ricordi della guerra, delle morti, bruciano ancora. Si scava per trovare i colpevoli, per dargli un nome. Si guarda al passato per capire quanto scottano le azioni dei nostri padri. Anche se i figli non ne ereditano la gravità, o non dovrebbero.

Lousie vive, studia. Cerca risposte.

“…TUTTO, la vita intera è un gioco cattivo e talvolta divertente di maschere e ombre, la vita è una mescolanza arlecchinesca di dramma e commedia degli equivoci…

La vita è un inganno scintillante”

Lione per certi versi è il passato. Emblema di ciò che è stato. Teatro di guerra e occupazione nazista, la città mostra tracce della sua storia dalle strade, dagli edifici. E tutto sembra  gridare “Non dimenticate!”.

Poi il soggiorno in Germania. Dopo un amore fallito sull’incapacità di vedere dalla stessa parte, Louise sceglie una vita più semplice. Una scelta che è quasi un affronto dopo i massacri della guerra. Ma lei ha bisogno anche di andare contromano, di fare qualcosa solo con la sua testa ed affermare la sua individualità.

…un vero mulino con le pale che girano al vento, che macinano scintille d’amore sempre nuove spargendole per il mondo!

Gente nuova nell’aspetto, nelle abitudini, nelle maniere. Gente senza recriminazione e diffidenza, che i francesi si portano addosso come una borsa.

Louise indossa così altri ruoli. Scrive in tedesco. Fa la moglie di un uomo tedesco, la nuora francese e coraggiosa in un paese straniero, la figlia disobbediente di un padre rancoroso.

Il tempo passa, scorre veloce la vita, come l’acqua di un fiume. In un attimo la strada è percorsa, siamo alla fine.

Dopo una parentesi dolorosa per la morte di una persona amata, Louise, con due gemelli da gestire ed un marito immalinconito dal lutto, trova nella biblioteca del suocero la risposta ad una domanda che ha lungo ha riecheggiato nelle sue orecchie.

Apre gli occhi su un mondo relativo, dove gli equivoci confondono cercando di rallentare quella velocità con cui tutto scorre.

Con una prosa serrata e incalzante, l’autrice ci regala una sorta di biografia tra realtà ed immaginazione. Prendendo spunto da fatti e vicende realmente vissute sulla pelle, la Schenk scrive un racconto intimo che, fluidamente, dall’infanzia arriva sino all’età adulta.

Piccoli e grandi eventi, di una donna che è cresciuta, ha amato, ha scelto e pagato il prezzo delle sue posizioni. Una donna che cerca la sua identità, che si fa domande profonde e significative cui non sempre riesce a trovare risposta.

L’uso della seconda persona singolare come voce narrante è molto coinvolgente, rende tutto particolarmente scorrevole e si adatta perfettamente al “colore” emotivo che questa storia vuole rappresentare.

Un piccolo romanzo di formazione, un condensato di temi che il lettore sfiora avendo poi libertà di soffermarvisi o meno, al di fuori della lettura stessa.

La guerra non viene descritta per quello che ha fatto quanto per quello che ha lasciato. Diffidenza, rancore, pregiudizi. Una nuova generazioni che sente il peso di quello che è stato ma non vuole giustamente pagarne il prezzo.

Il personaggio di Louise rimane nebuloso nel suo aspetto fisico quanto invece il lettore le si avvicina emotivamente. La accompagna nella crescita, nei grandi cambiamenti della vita, da ragazza insicura ed inesperta a donna che abbandona la terra natale per una rinascita totale.

Consigliato agli amanti della narrativa d’autore; quella che lascia da parte i colpi di scena per fornire al lettore un racconto di vita in un contesto storico anch’esso di peso. Adatto a chi cerca un libro originale, emotivamente coinvolgente, un “diario mascherato” che ti trascina in una vita non tua con corpo ed anima, mente e cuore.

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