Il grande mare dei sargassi di Jean Rhys

Titolo: Il grande mare dei sargassi

Autore: Jean Rhys. Una donna forte, tenace e caparbia. E’ passata per la disapprovazione della gente, per la solitudine, per l’alcolismo e tre mariti. Ha scritto il suo capolavoro quando generalmente uno scrittore raccoglie i frutti della sua carriera. Una vita molto particolare e sopra le righe. Vi consigliamo sul Podcast della Murgia “Morgana” un meraviglioso racconto biografico che la riguarda.

Traduzione: Adriana Motti

Editore: Adelphi – 2018

Pagine: 171

Prezzo: eur 13.00

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5 Suggestiva
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5 Triste
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5 Difficile

La bella e giovane Annette, in seconde nozze con l’inglese Mr Mason, cerca di convincere il marito a lasciare la Giamaica.

La donna si sente minacciata ma le sue parole non sono sufficienti a darle credibilità. Cosa la spaventa?

Accuse confuse, ingiurie, colpe mai commesse. Un farneticare che non da credito. Poi tutto accade. Annette subisce una perdita talmente dolorosa da chiudersi in sé stessa e perdere la ragione.

Mr Mason rimane sconvolto da una verità a cui non ha voluto piegarsi.

La figlia di Annette, piccola, troppo per spiegarle tutto, viene mandata in convento a studiare. Antoinette, affascinante come la mamma, poi si sposa, senza scelta e senza amore. Suo marito è buono, docile e comprensivo, spossato da una lunga febbre. Nonostante la buona volontà mai potrà superare quel limite che separa i suoi pensieri da quelli di sua moglie.

I primi tempi insieme per conoscersi. Poi gli scontri, le scenate, lacrime e poi sorrisi, presenze ed inspiegabili fughe.

Frammenti di realtà che vengono fuori a singhiozzo; infine la verità e la rabbia che essa scatena in un paesaggio misterioso ma ammaliante che fa da scenario.

“Fermo sulla loggia, respirai la dolcezza dell’aria. Odor di garofano e cannella, profumo di rose e di fiori d’arancio. E una freschezza inebriante, come se nessuno al mondo avesse mai respirato prima quegli aromi”

Una voce narrante maschile che decide di tornare a casa, in catene, ma pur sempre a casa. Una voce femminile che risuona del suo strazio e della sua angoscia. Entrambe si uniscono in un tragico epilogo che già in parte conosciamo.

Nella prima metà del libro è tutto un po’ confuso, evocativo di un passato che non afferriamo.

Aleggia tra i personaggi uno stato mentale inquieto, preoccupato. E questa sensazione, foriera di disgrazie imminenti, si fa strada nell’animo della giovane Antoinette.

Lei così poco edotta sugli strani equilibri della vita e così poco preparata a crescere, viene su confusa e timorosa, persa in un mondo tutto suo.

Senza preavviso, il patrigno il cui vero ruolo rimane incerto, un giorno la porta via dal convento, forse per espiare colpe che sente di avere verso la madre.

E’ qui che la vita di Antoinette lentamente si dissolve.

Si apre una seconda parte del romanzo ma non è più la giovane creola a parlare bensì l’uomo che l’ha sposata.

Un marito che avverte nella moglie un che di singolare ma non riesce a dargli una definizione.

Si fa cenno ad una lettera, a un genitore, si sente una richiesta di attenzioni come elemosinando amore ma è sempre tutto molto accennato.

Lo sposo si sente osservato, sono sguardi di compassione. Si chiede come sia possibile, a lui sembra invidiabile la sua condizione. E qui il germe del dubbio si fa largo.

Infine un crescendo di toni. Narra ancora lui, poi lei di nuovo. Rabbia e disprezzo da una parte, smarrimento e furia dall’altra. Lui che scopre brandelli di verità, lei che mescola sogno e realtà, passato e futuro in un delirio farneticante.

Pagine senza un ordine apparente. Pagine difficili, irrazionali, confuse, specchio cristallino di due cuori laceri. Uno che si sente tradito, preso in giro e derubato della sua libertà. L’altro che non afferra nulla di ciò che lo circonda e non riesce a comunicare altro se non frasi disordinate.

Questo libro è una finestra aperte su Mr Rochester, perché noi a priori sapevamo il suo nome, e su Bertha in un passaggio che in Jane Eyre è nebuloso e sfuggente. Quell’attimo in cui i loro destini vengono disegnati, i loro ruoli definiti così come li troveremo nel romanzo della Austen.

Cosa porta lui a decidere per entrambi? Cosa lei crede stia succedendo?

La Rhys da voce ad un rapporto di cui la Austen ha tracciato solo i contorni. Lo fa in maniera implacabile, confusa, per rendere al meglio la malattia dei sentimenti tra un uomo e una donna la cui unione è stata forzata da qualcuno.

Questa forzatura, di cui nel libro si fanno solo accenni, sarà causa della tragedia.

Antoinette, di cui Rhys descrive il passato velenoso e crudele, è il risultato di una crescita difficile dove l’unica figura che poteva salvarla le ha voltato le spalle: la madre.

La giovane creola  non ha il destino segnato tanto quanto lei stessa contribuisce a tracciarne i tratti con le sue credenze esoteriche che affondano le radici nella magia nera giamaicana e che ne suggestionano ogni pensiero, distorcendolo.

Mr Rochester, mai espressamente nominato, rimane un uomo ambiguo, capace di una freddezza glaciale ma anche di umanità.

Eroso dalla mancanza di amore familiare, come ci fa capire la Rhys, solo, incattivito dall’inganno matrimoniale, in poche righe da voce alla sua rabbia.

 

“Ho fatto un errore terribile. Perdonami.

Lo dissi, guardandola, vedendo l’odio nei suoi occhi  e sentendo il mio odio che sprizzava incontro al suo. 

…Se ero destinato all’inferno che sia l’inferno. Basta coi falsi paradisi. Basta con la maledetta magia. Tu mi odi e io ti odio. Vedremo chi sa odiare meglio. Ma prima – prima voglio distruggere il tuo odio. Il mio odio è più freddo, più forte, e tu non avrai più nessun odio che ti scaldi. Tu non avrai più nulla”

e prende una decisione che sarà l’inizio della fine.

Cercando di distaccarci dal dolore che trasuda questo romanzo, le sensazioni ci portano a credere che non ci siano cattivi né buoni, solo vittime. Vittime delle circostanze, delle decisioni, dell’egoismo e forse più di tutto dell’amore.

E’ la mancanza d’amore che spinge Bertha ai confini del mondo ed è la ricerca dello stesso che spinge Rochester ad entrarvi.

Ci sono forti tracce autobiografiche nel romanzo, che abbiamo scoperto dopo averlo letto e che rendono ancora più forti i sentimenti che vi sono racchiusi.

Jane Eyre lo avete sicuramente letto. Per sentire queste pagine vibrare in ogni cellula del vostro corpo, leggete prima Mr Rochester di Sarah Shoemaker per avere un quadro chiaro degli eventi, dei fatti ed antefatti che riguardano lui e Bertha. Dopodiché prendete la Rhys e varcate la porta del loro cuore.

Precedente Le stanze dei fantasmi - romanzo collettivo a cura di Charles Dikens Successivo Peredonov il demone meschino di F.Sologub