La primula rossa di Emma Orczy

Titolo: La Primula Rossa

Autore: Emma Orczy. Ungherese e di nobili origini, fuggì in Francia e poi a Londra dove lavorò lungamente. La serie della Primula rossa, genere precursore del romanzo di spionaggio, ebbe subito un enorme successo, accolto da un pubblico variegato ed entusiasta.

Editore: Fazi

Pubblicazione: 2018

Pagine: 307

Prezzo: 13.00 euro

 

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5

 

 

 

Parigi, anno di grazia 1792. Il Regime del Terrore semina il caos. I “maledetti aristos” sventurati discendenti delle famiglie aristocratiche francesi, vengono mandati a morte dall’implacabile tribunale del popolo: ogni giorno le teste di uomini, donne e bambini cadono sotto la lama della ghigliottina. Ma in loro aiuto interviene un personaggio inafferrabile e misterioso, il quale, attraverso rocambolesche e misteriose fughe, riesce a portare oltremanica i perseguitati del regime, nella libera Inghilterra. Dietro di sé non lascia tracce, se non il proprio marchio: un piccolo fiore scarlatto, che gli varrà il soprannome di Primula Rossa. Ma quale identità si cela dietro questo pseudonimo? Chi è l’audace salvatore, disposto a rischiare la propria vita in nome della nobile causa? L’incognita ossessiona l’astuto e crudele funzionario del governo francese Chauvelin e affascina l’alta società inglese: ma la soluzione del mistero si rivelerà tanto insospettabile quanto geniale.”

 

 

 

Questo romanzo era il mio sassolino nella scarpa da tempo immemore.

Vi capita mai di avere voglia di leggere un determinato libro ma per un motivo che neanche ha nome non lo fate? Mi capitava sotto il naso in libreria, ogni tanto veniva pubblicizzato sui social ma non scattava mai quella scintilla che avrebbe dato inizio alla lettura.

Amore, patriottismo, temerarietà, cavalleria. Donne dai lunghi abiti fruscianti, uomini con l’arma nascosta sotto il mantello, trappole, raggiri e colpi di scena.

Ho trovato tutti gli ingredienti, con una prosa che sembra contemporanea ed una fluidità impressionante. E’ uno di quei romanzi che leggi in una sera, affamata dell’epilogo.

Qualche neo c’è ma non toglie punti alla piacevolezza della narrazione. Il contesto storico è poco sviluppato. “Madame Ghigliottina” e il periodo del Terrore in Francia avrebbero molto da raccontare. Moltissime scene si svolgono al chiuso, una locanda, un’abitazione ma probabilmente l’autrice ha voluto concentrare l’attenzione del lettore esclusivamente sui personaggi.

Giocano molto gli sguardi, i cenni, il non detto. Si respira un’atmosfera di tensione, di colpo di scena che scaturisce poi sempre in astuzia più che in duello. Questa vibrazione emotiva fa girare le pagine velocemente e tiene alto il coinvolgimento.

Altro piccolo dispiacere riguarda  il mistero sull’identità della Primula che sarebbe stato bello diluire di più e rendere insondabile anche per i più sospettosi lettori. Al contrario elementi via via più lampanti scoprono le carte neanche a metà romanzo.

Forse il desiderio di leggerlo (ma chissà perché poi…) ha smussato gli spigoli e reso l’esperienza assolutamente positiva.

E’ una lettura poco impegnativa ma decisamente suggeribile.

 

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