Un caffè con Bianca Pitzorno

Autore: Bianca Pitzorno
Editore: Bompiani
Pagine: 240
Prezzo: eur 15.20
In un’Italia di fine 800 le differenze sociali sono nette e precise.
I poveri vivono nei vicoli tra fame e malattia, i ricchi sono rinchiusi nei loro palazzi tra agi e  ricchezze.
Ma la sontuosità di certi abiti, la finezza  di alcuni corredi, o la preziosità delle prime vesti da neonato, devono passare inevitabilmente attraverso le mani di una sarta.
Così la protagonista, una sartina di umili origini, entrando in punta di piedi in molte stanze del cucito, attraverso i suoi occhi sempre chini sull’ago, attraverso i suoi silenzi  colmi di attenzione,  ci racconta in prima persona tante storie.
Ci racconta come spesso la ricchezza materiale non coincida con la ricchezza d’animo, come dietro l’apparenza di un vestito di lusso possa nascondersi l’inganno, o ancora come un amore che sembra sincero possa essere invece una delusione.
Ci racconta di amicizie vere, di dolori, di perdite, di sogni, di desiderio di autonomia, di differenze sociali, di innamoramenti e paure.
Una storia che dolcemente ci porta a un’epoca lontana in cui  il gusto per le cose belle era tra le priorità, un’epoca in cui con ago, filo e magari una macchina da cucire a mano si potevano creare delle vere opere d’arte che venivano progettate per accompagnare ed enfatizzare i momenti cruciali della vita, o i sogni realizzati.
Cucire non era un semplice atto meccanico ma diventava poesia, una colonna sonora per accompagnare, e rendere indimenticabili eventi come nascite, matrimoni o anche morti.
Un libro dolcissimo che ci fa assaporare sentimenti puri, genuini. Una lettura che sembra un soffio di aria fresca…e magari a volte è proprio ciò di cui abbiamo bisogno.
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