Occhi di luce

Occhi di luce

Ernesto non ha più un lavoro fisso, ma ne è sollevato. Un’entrata a fine mese non vale il confronto con le continue arrabbiature, con i colleghi inetti o svogliati. Adesso si è creato il suo angolo lavorativo in casa, con una tazza di cioccolato caldo ed il computer quasi perennemente acceso.

D’Eramo è un giornalista come tanti ma con quell’acume in più che lo posiziona un passo avanti ai colleghi. Quel sesto senso che fa la differenza nel suo lavoro.

Entrambi sono interessati ad un argomento particolare e dal sapore pericoloso:

“…il caso occhi di luce, così battezzato per l’illuminante sguardo che presentavano le persone colpite”

Diablo, un giovane hacker, si accorge che in rete qualcuno ruba nomi utente e indirizzi di connessione ma non ne capisce lo scopo. Crea così una trappola informativa, una tela di ragno, per scoprirne di più.

Dall’altra parte del mondo, in un monastero tibetano, un piccolo team lavora ad un grande progetto rivoluzionario.

“Da tempi remoti i monaci ponevano attenzione alla meditazione sulle rappresentazioni geometriche delle leggi universali…animare una di queste forme sullo schermo era stato il primo passo della ricerca…”

Un affollamento di onde stimolanti sullo schermo infatti è in grado di modificare il flusso dei pensieri

Un salvaschermo apparentemente innocuo genera un ammutinamento neurale a cui non ci si può sottrarre. Il video si anima secondo una sequenza di linee ben precisa con variazioni cromatiche studiate. Tutto sembra più nitido,trasparente, i problemi quotidiani perdono consistenza, gli occhi acquistano una luce strana.

Abbiamo i mezzi per aprire virtualmente le porte di casa di ognuno di noi…abbiamo anche quelli per richiuderle?

Ci è piaciuto questo libro intanto perché si tratta di un autore emergente che si affaccia al mondo della scrittura senza annunci altisonanti ma con grande dignità.

Ci è piaciuto perché con la fluidità di un racconto giallo si affronta un tema discusso e delicato: l’identità digitale. Un grande fratello che si appropria di come siamo, cosa ci piace, come viviamo attraverso un click.

Infine ci è piaciuta l’idea di cercare l’hara, il terzo chakra la cui liberazione potenzierebbe le proprie qualità percettive secondo la filosofia giapponese, in chiave informatica.

Da leggere!

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