Uso di Mondo – Franca Mionetto

Uso di mondo

Autore: Franca Mionetto

Editore: La Caravella

 

Franca Mionetto è un’antropologa che dall’età di diciassette anni gira il mondo. Germania, Francia, Spagna e poi lontano verso terre difficili, paesi in via di sviluppo come studiosa nell’ambito di progetti delle Nazioni Unite, dei Ministeri, dell’Unione europea.

Senza radici, in continuo movimento, questo è un futuro senza certezze ma ricco di tutto quello che la conoscenza di nuovi popoli e nuovi mondi può dare.

Questo libro è una sorta di diario, tra ricordi e fotografie, stralci di esperienze e riflessioni. Sono memorie vaganti.

 

Prima tappa lo Yemen, una terra accogliente ed affascinante, selvaggia e sabbiosa ma subito dopo popolosa e verdeggiante. Un deserto che non mostra i suoi confini, che si estende fiero nella sua monotonia, conscio del suo potere. Un verde brillante, vivo, illuminato dal sole, circondato dal marrone caldo della vegetazione e a tratti popolato da abitanti mimetizzati e in perfetta armonia con ciò che li circonda.

Terre mozzafiato, valli di dura roccia abitate dal nulla, il deserto più esteso del pianeta e sul mare affascinanti costruzioni azzurre e bianche, beffardamente volte all’orizzonte.

Le case nei villaggi, di mattoni in fango sabbia e acqua, prendono quel caldo color biscotto e  al sole sembra sbrilluccichino. Le finestre sono fatte in legno traforato, come fosse ricamo.

Pantelleria…

” Tutto racchiuso da muri, a partire da quelli del giardino, poi quelli del dammuso, poi quelli del vigneto, poi quelli del mare che la circonda e che non invita all’approdo. Mare che è anche lui chiuso. Nera da antichi vulcani, verde quando può, sferzata da un vento contro il quale ha eretto i suoi muri…”

Il sole ardente, i fichi d’India succosi ed i rovi che imperversano ovunque. Un altro scatto, un altro paesaggio. Lo sguardo si posa sui dammuso, buffe abitazioni in pietra lavica dal tetto a cupola e l’entrata ad arco.

Il Nicaragua, paese disastrato, vessato da terremoti, eruzioni vulcaniche, inquinamento da pesticidi americani. La sua storia sanguinosa ha cresciuto generazioni col mitra in mano ed un dittatore come guida.

La Nigeria, dopo decenni di estrazione del greggio, vive solo di povertà e fame nelle zone rurali dove l’inquinamento atmosferico e la riduzione delle aree coltivabili hanno messo la popolazione in ginocchio.

Lo Zimbabwe, potenzialmente uno dei paesi più belli e ricchi al mondo, dai grandi spazi con velleità di giardini, piscine (vuote), campi per fare sport (abbandonati), leoni che ruggiscono a distanza allarmante dai centri abitati. Il lago Kariba che è l’invaso di una delle più grandi dighe al mondo. Una diga che a far del bene ha ucciso tanti addetti ai lavori, ha forzato la popolazione a trasformarsi da pescatori in agricoltori, ha dislocato centinaia di aggregazioni e violentato la fauna locale.

Altre tappe ed altri paesi sfogliando le pagine.

E’ un viaggio su carta in terre complicate, Nicaragua, Yemen, Zimbabwe, Ciad. Bellezza alternata  a desolazione, colori alternati a grigiore, ricchezza a povertà. La Mionetto sgomita in team prettamente maschili, lavorando in realtà assolutamente maschiliste, cercando però proprio coloro che, seppur nell’ombra, rimangono pilastro della struttura sociale, le donne.

Le donne dello Yemen, fiere e femminili sotto il loro velo, quelle di Pantelleria che indossano abiti dai meravigliosi colori le cui striscioline di stoffa sono state tende, coperte, tovaglie in una realtà dove non si butta nulla. Le donne nigeriane, con un passato di schiavitù, matrimoni obbligati, povertà endemica, costrette ad usare il loro corpo come moneta di scambio. Le donne del Nicaragua, piegate da lavori massacranti, mortificate da una religiosità bigotta e da un moralismo spietato. Quelle dello Zimbabwe che hanno schiene di ferro per riuscire a stare piegate a novanta gradi e lavorare la terra con una minuscola zappa, le stesse che poi si drizzano e ballano danze calde e sensuali con il fondoschiena da protagonista. Le donne del Ciad che fanno di un lenzuolo un vestito e girano con enormi ceste in testa senza accorgersene.

Un ritratto dai mille volti, tutti femminili. Nulla a che vedere con le donne occidentali o comunque con quelle del nostro immaginario quotidiano. Queste donne fanno una vita dura, raccolgono acqua e legna spesso lontanissimo da casa, hanno tante gravidanze sulle spalle, mariti spesso assenti. Sono donne lacerate, disilluse, amareggiate ma quando guardi nei loro occhi acquosi sembra che non manchi niente o forse si ma l’orgoglio nasconde tutto.

Bellissima lettura che ti apre gli occhi su posti che non si potranno mai finire di conoscere. Un viaggio emotivo che ci ricorda come il mondo abbia tante realtà. Questo libro è un tuffo nella natura e nella sua maestosità, un tuffo nella storia che ci ricorda come è facile rompere gli equilibri di un popolo, un tuffo nei costumi e nelle usanze di gente a noi lontana arricchito di curiosità e nozioni.

Le fotografie arricchiscono e completano queste memorie affascianti rendendo le parole ancor più vere.

Consigliato agli amanti dei viaggi, delle scoperte di altre culture, altre usanze. Adatto a chi cerca una lettura di memorie fatta di parole ed immagini, che apre lo sguardo su terre lontane, difficili, mozzafiato.

 

 

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