Un’estate da sola di Elizabeth von Arnim

Autore: Elizabeth von Arnim
Editore: Bollati Boringhieri
Pagine: 116
Prezzo: eur 10.00 su IBS
  • Copertina: 5♥ su 5
  • Storia: 5♥ su 5
  • Stile: 5♥ su 5

 

“Voglio restare da sola per l’intera estate, e giungere all’essenza della vita. Voglio impigrirmi quanto più possibile, perché la mia anima abbia il tempo e l’agio di crescere. Non inviterò nessuno, e se qualcuno verrà a trovarmi gli si risponderà che sono fuori, lontana, o indisposta. Trascorrerò i mesi sui prati e nei boschi. Osserverò le cose che accadono in giardino e vedrò se e dove ho sbagliato. Nei giorni di pioggia mi  addentrerò nel fitto della pineta, dove gli aghi sempreverdi rimangono asciutti, e nei giorni di sole mi sdraierò sulla brughiera per vedere la ginestra sfolgorante sul fondale di nuvole. Sarò felice, nessuno verrà a disturbarmi. Là fuori, sulla piana, tutto è silenzio e dove c’è silenzio, ho scoperto, c’è pace”.
Elizabeth è moglie e mamma di tre bambine e  vive in una casetta in campagna.
Seppure l’ambiente è solitario, lontano dagli impegni mondani e particolarmente rustico, la protagonista, nonché voce narrante di questo romanzo, vi si trova benissimo.
Passa le sue giornate curando il giardino e dedicando ai fiori un’attenzione materna. È anche una fervida lettrice.
Keats, Spencer, Goethe, Thoreau, Carlyle e tanti altri nomi l’accompagnano in diversi momenti della giornata a seconda del posto in cui si trova e dello stato d’animo.
La sua libreria è piena di testi a cui ogni tanto cambia posizione in base ai gusti che l’età e l’esperienza trasformano nel corso del tempo
“Davvero li considero amici speciali e nel passare loro accanto difficilmente riesco a trattenere un sorriso, o un cenno del capo, rivolto alle familiarissime copertine: ognuno poi lo associo a un tempo e a un luogo particolari che me lo rendono ancor più caro”
L’amore per la vita di campagna, per i ritmi lenti, l’assenza di convenzioni sociali, rendono Elizabeth appagata.
Trapela in questo diario tutto il trasporto che la tiene legata alla natura, a quel mondo che sembra colto di sorpresa lì dove non si odono voci ma solo il fruscio degli alberi e il ronzio degli insetti.
Il giardino diventa un mondo incantato, in cui isolarsi e lasciarsi sorprendere. La sua mutevolezza è fonte di stupore e gioia.
La semplicità della vita all’aria aperta, la convenzionalità di giornate simili le une alle altre sono  appagamento e gioia, senso di pace e dolce vivere.
Nonostante il tentativo di isolarsi e godere appieno colori e profumi della natura, la Von Arnim in questo diario mostra come in realtà non siamo mai soli. Nel caso della narratrice i commenti del marito, gli ordini da dare ai domestici, i piccoli bisogni delle figlie rappresentano parentesi non cercate che caratterizzano il trascorrere delle ore trasformando la solitudine in uno stato ancor più anelato.
Con il solito linguaggio leggero ed ironico l’autrice traccia i contorni di una donna dai pensieri emancipati che riesce a guardare al presente, seppur non all’altezza delle aspettative, con sagacia e humour.
Per l’ennesima volta la Von Arnim fa centro con un romanzo breve e delizioso.
Scorrevole come sempre, divertente. Una lente di ingrandimento di realtà comuni in cui le donne sono radicate.
Come nelle altre opere della scrittrice, emerge una figura femminile tradizionalista nello stile di vita ma mentalmente aperta e con lo sguardo rivolto verso un’emancipazione futura.
Assolutamente consigliato, ad occhi chiusi.
L’incipit rappresenta appieno il desiderio di ogni impenitente lettore
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