Immaginate un cielo limpido.
E’ tardo pomeriggio.
Un aereo preso già tante volte con due piloti rodati da anni di volo alle spalle. Tragitto breve, tempo bello. Nulla non permette di sedersi comodamente sul sedile, cintura allacciata, parole crociate in mano.
Nulla fa pensare che in volo un attimo va tutto bene ma quello dopo potrebbe non essere così.
A oltre 2000 metri di altezza un enorme boato seguito da quello che sembra uno scontro frontale fermano il tempo. La cambusa si apre.
Il vento entra violentemente nell’abitacolo inondando gli occhi di lacrime. L’aria crea un rumore assordante, un senso di disorientamento che affama la paura.
Il piccolo aereo si capovolge, tutto ciò che non è ancorato al mezzo cade nel vuoto.
Il passeggero tiene il fiato sospeso, lo sguardo serrato per non vedere la morte in faccia, la sente così vicina…
La cintura lo tiene al sedile ma per quanto riuscirà ad essere più forte della gravità?
Quell’uomo impaurito, che viaggiava per lavoro come tante altre volte, lo conoscete bene. E’ Stephen King.
Si è salvato, lo sapete, ma al prezzo di una minuscola breccia di terrore nel cuore che lo ha spinto a prendere carta e penna e trasformare il disagio in parole.
Eccolo curatore di ben 17 storie, di cui una porta la sua firma, dove il leitmotiv è l’alta quota.
I racconti hanno ognuno il suo stile e la sua tecnica narrativa. Questo crea una lettura molto ritmica e diversificata che sicuramente è piacevole.
” La paura era liquida, scorreva nel sangue, cercava il bacino del cervello. La vera paura, ora lo sapeva, non traeva forza da ciò che poteva accadere, ma da ciò che ti rendevi conto che sarebbe accaduto. “
Alessandra