Un caffè da paura…con Stephen King

Immaginate un cielo limpido.

E’ tardo pomeriggio.

Un aereo preso già tante volte con due piloti rodati da anni di volo alle spalle. Tragitto breve, tempo bello. Nulla non permette di sedersi comodamente sul sedile, cintura allacciata, parole crociate in mano.

Nulla fa pensare che in volo un attimo va tutto bene ma quello dopo potrebbe non essere così.

A oltre 2000 metri di altezza un enorme boato seguito da quello che sembra uno scontro frontale fermano il tempo. La cambusa si apre.

Il vento entra violentemente nell’abitacolo inondando gli occhi di lacrime. L’aria crea un rumore assordante, un senso di disorientamento che affama la paura.

Il piccolo aereo si capovolge, tutto ciò che non è ancorato al mezzo cade nel vuoto.

Il passeggero tiene il fiato sospeso, lo sguardo serrato per non vedere la morte in faccia, la sente così vicina…

La cintura lo tiene al sedile ma per quanto riuscirà ad essere più forte della gravità?

Quell’uomo impaurito, che viaggiava per lavoro come tante altre volte, lo conoscete bene. E’ Stephen King.

Si è salvato, lo sapete, ma al prezzo di una minuscola breccia di terrore nel cuore che lo ha spinto a prendere carta e penna e trasformare il disagio in parole.

Eccolo curatore di ben 17 storie, di cui una porta la sua firma, dove il leitmotiv è l’alta quota.

I racconti hanno ognuno il suo stile e la sua tecnica narrativa. Questo crea una lettura molto ritmica e diversificata che sicuramente è piacevole.

Alcune storie hanno un impronta soprannaturale, unendo alla situazione senza via d’uscita del volo quella di una presenza ingiustificabile razionalmente. Altre invece potrebbero tranquillamente essere vere e per questo sono risultate più disturbanti delle precedenti.
Avendo avuto un’esperienza un po’ antipatica con l’ultimo aeroplano preso, ho percepito quasi sulla pelle quel senso di ineluttabilità che prova un passeggero quando si rende conto che il suo volo è in pericolo, sia che questo pericolo venga dall’interno della cabina sia che venga dall’esterno.
Seppure le statistiche ci riferiscono che non è l’aereo ad essere uno dei mezzi più pericolosi, rimane comunque singolare lo status, quello del passeggero, inerme, incapace di modificare il suo destino, alla mercé di chi si trova nella cabina di pilotaggio.
I racconti fanno leva proprio su questo, sul senso di angoscia, al di là di ciò che lo ha causato, che prova il passeggero che non può che attendere quello che gli aspetta senza possibilità di cambiare gioco.
” La paura era liquida, scorreva nel sangue, cercava il bacino del cervello. La vera paura, ora lo sapeva, non traeva forza da ciò che poteva accadere, ma da ciò che ti rendevi conto che sarebbe accaduto. “
Libro molto godibile e pauroso per i lettori più fifoni (a me basta poco). Alcuni racconti sono molto belli, altri un po’ meno ma questo accade con le raccolte. Tra i più preziosi quello dell’amato Conan Doyle, quello inaspettato di Roald Dahl, quello toccante di Ray Bradbury.
Alcuni sembrano scene di film, altri terrificanti resoconti di un passeggero in carne e ossa.
Perfetta lettura pre-Halloween, ottimo modo per approcciarsi al genere di King & Co.
Sono contenta di essere riuscita a leggere un tipo di narrativa così lontana dai miei gusti (ma anche da quelli di Patrizia) e che mi sia piaciuta.
Certo, adesso l’idea di volare mi è completamente passata…
Alessandra
Precedente Estratto da L'accabadora di M.Murgia Successivo Il giro di vite di Henry James