Un caffè con Robespierre di Adriana Assini

Titolo: Un caffè con Robespierre

Collana: Voci

Autore: Adriana Assini . Vale la pena dare uno sguardo al suo sito. Una scrittrici appassionata del suo lavoro e della cultura.

Editore: Scrittura&Scritture – 2019

Prezzo: eur 13.50

Pagine: 184

 

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5 D’epoca
  • Contenuto: ♥♥♥♥♥/5 Intrigante
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5 Curato

 

“Con la Rivoluzione, Manon era cambiata, sospinta da ideali forti e nuove vertigini del cuore. Persuasa che l’amore, come il pane, fosse un diritto, aveva inseguito una favola assieme a un giovane poeta, facendo faville nelle piazze e nell’alcova. Grazie a lui, aveva conosciuto l’ebbrezza, poi…”

La detenuta 280 è stata pubblicamente giustiziata.

La testa spettinata di Maria Antonietta è caduta nel cesto mentre una folla urlava eccitata. I giacobini hanno rovesciato la monarchia ed instaurato il regime del Terrore.

Gli aristocratici vengono ghigliottinati in maniera sommaria, il popolo si aspetta grandi cambiamenti.

Tra le file dei patriottici, con la coccarda tricolore appuntata al petto, c’è Manon, una sarta che lavorava alla corte di Versailles. La giovane è di spirito brioso e vivace, assetata di novità e cambiamenti, mal sopporta a volte la pacatezza del suo sposo Bertrand.

Questi era cuoco dei reali e uomo devoto alla regina, forse in modo più intimo di un normale rapporto di fiducia. Monarchico nel cuore, il marito battibecca spesso con Manon sui temi politici senza mai arrivare ad una tregua.

La giovane rivoluzionaria soffre soprattutto perché dei progetti di cambiamento in atto non si parla del ruolo della donna, ancora esclusa dai diritti politici e considerata degna di presiedere al solo focolare domestico. In un clima frizzante di sovvertimento dell’Ancien Régime, una mancanza del genere è inaccettabile e Manon ne è disturbata molto ma sa con chi ne può parlare.

Vicino a casa sua c’è una stanza in affitto dove vive un uomo che si prende cura della sorella e che si commuove al pensiero della madre persa da tempo. Quest’uomo è il famoso Robespierre, capo de facto della Francia, onesto, schietto e coraggioso. Per Manon è l’incarnazione del patriottico per eccellenza e una chiacchierata con lui è sicura possa sciogliere i nodi che la preoccupano.

Al caffè Zoppi, famoso per i suoi sorbetti al limone, le varie fazioni dei giacobini discutono animatamente. Gli Indulgenti guidati da Danton, gli Esagerati di Hébert e gli Incorruttibili di Robespierre che viene spesso criticato per le sue scelte.

La Francia che viene fuori da queste pagine è un paese confuso, disorientato. La monarchia è stata sovvertita ma al suo posto si è instaurato un sistema ancora instabile, dove prendono la parola tante voci, forse troppe. Lo stesso Robespierre osannato durante la rivoluzione, ora viene guardato con occhio diffidente, accusato di essere troppo “morbido” con l’aristocrazia e poco coinvolto.

E’ una Francia che ha sofferto gli sperperi della famiglia reale, descritta nel suo aspetto più basso e materiale. La regina presa dai suoi capricci, il Delfino incapace di essere concreto, si diletta come un bambino.

La storia di Manon e Bertrand, dopo un incidente “diplomatico” si divide. Lei rimane a Parigi, sempre animata dal suo spirito rivoluzionario e dalla sua grande fiducia e stima per il signore della Montagna (come veniva chiamato Robespierre) che ancora spera di poter intrattenere davanti ad un caffè con domande e suggerimenti.

Bertrand ci porta nelle cucine dalla chiassosa Napoli, attraverso sapori, rumori, disordine e tanta leggerezza che la dicono lunga sul governo del Nasone, Ferdinando di Borbone.

” In quegli spazi ampi, un forte odore di grasso contendeva la supremazia a quello dell’aglio che rosolava in una grossa padella di rame. Dal soffitto pendevano pezzi di lardo e prosciutti. Tra spiedi, taglieri, marmitte di ferro, vasellame di coccio e stoviglie sparse alla rinfusa, la confusione era alle stelle, anche se, a colpo d’occhio, quel disordine tradiva un’anima, seguiva una sua grammatica”

Mentre scopriamo, pagina dopo pagina, cosa ha in serbo il destino per i due sposi, la Assini continua con grande leggerezza a regalarci curiosità del tempo, costruendo una foto in bianco e nero di un’epoca passata senza mai cadere nel classico romanzo storico che per molti lettori è noioso.

Il punto di forza di questo testo è infatti la capacità di aver unito Storia e fantasia creando un intreccio movimentato e coinvolgente. La brevità non ha sminuito il contenuto. Ci è capitato di leggere romanzi corti in cui mancava sempre qualcosa come uno scenario più dettagliato o la caratterizzazione dei personaggi. In questo caso invece è incredibile come sia stato fatto tutto a dovere; si volta l’ultima pagina soddisfatti ed appagati.

Questa scrittrice ci sembra equilibrata, in grado di padroneggiare gli argomenti scegliendo con cura le parole, lo stile, i dettagli e tutto ciò per un lettore equivale a grande felicità.

La casa editrice in questione in effetti in passato ci aveva già colpito per testi di nicchia assolutamente preziosi che possono tranquillamente contendersi la “fama” con titoli più commerciali.

Non vi resta che leggerlo cari amici di carezzedicarta!

 

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