Un caffè con Emanuele Trevi

“Perché noi non viviamo due vite, entrambe destinate a finire: la prima è la vita fisica, fatta di sangue  e respiro, la seconda è quella che si svolge nella mente di chi ci ha voluto bene. E quando anche l’ultima persona che ci ha conosciuto da vicino muore, ebbene, allora davvero noi ci dissolviamo, evaporiamo, e inizia la grande e interminabile festa del Nulla, dove gli aculei della mancanza non possono più pungere nessuno.”

Due vite” di Emanuele Trevi, vincitore del Premio Strega 2021.
L’autore ci racconta la storia della sua  profonda amicizia con due scrittori scomparsi prematuramente, uno per un incidente stradale e l’altra per una brutta malattia degenerativa, Rocco Carbone e Pia Pera.
Ma il racconto è solo un pretesto per intrecciare stralci di vita a riflessioni importanti, sull ‘esistenza, sul dolore sulla continua ricerca della felicita,
sull’inquietudine di chi troppo pensa.
Rocco Carbone, turbolento, irrequieto, insoddisfatto, schietto e diretto ha con Emanuele Trevi un legame oscillante, non sempre vicino fisicamente ma sicuramente solido.
Pia Pera, gentile, incantevole, con “l’anima prensile” pulita è un po’ la congiunzione tra i due.
Un romanzo che a tratti sembra in saggio, una lettura non sempre di immediata comprensione ma che scava dentro, che ci fa respirare un’aria intellettuale, ci trascina in gorghi di pensieri, ci apre l’orizzonte e ci spezza il fiato.
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