Terre promesse – Milena Agus

Titolo: Terre promesse

Autore: Milena Agus. Insegnante di italiano e storia a Cagliari è autrice di diversi romanzi insigniti di svariati premi. Mal di pietre è stato di ispirazione per l’omonimo film di N.Garcia. Questo recensito è il suo scritto.

Editore: Nottetempo narrativa

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5

 

 

Cos’è una terra promessa?

E’ un posto che sai che esiste, per il quale provi nostalgia anche se non ci sei stato, rimorso per non poterlo raggiungere. E’ un’idea…

Raffaele è un uomo che si accontenta, che trova del buono in ogni situazione. Quando ha lasciato la Sardegna, la sua terra promessa è diventata Genova

“Ventosa, alta, lunga, sottile, disegnata con la matita numero uno”

Non si è scoraggiato quando ha dovuto cambiare lavoro e trasferirsi al nord, né quando, per la salute mentale della moglie Ester, è ritornato al sud un’altra volta.

Ester invece insegue solo un’idea, un pensiero che non ha una vera forma. Per lei la terra promessa è una continua delusione.

Lo è stata Genova con le sue strade ingarbugliate e la puzza delle navi. Lo è stata Milano con la sua aria umida e malsana ed il fumo delle ciminiere. E lo è la sua Sardegna perché c’è differenza tra il languore della nostalgia e la concretezza dei parenti appiccicosi e della casa vecchia a cui non puoi voltare le spalle.

La piccola Felicita invece sa già cos’è una terra promessa. Ha capito cosa vuol dire stare alla larga dalle cose poco piacevoli come il brutto carattere della nonna; comprende come quelle belle siano sempre vicino a noi. Basta saperle vedere.

La sua semplicità cristallina le fa stringere amicizia con il bello e ricco Pietro Maria Sisternes.

Ester, sempre alla ricerca della terra perfetta, organizza un matrimonio solo nella sua testa. Felicita invece, che ha lo sguardo lungo verso orizzonti lontani, decide di partire per Cagliari e finire gli studi e anche qualcos’altro.

Qui conosce Marilena, una signora che vive di amarezza e rimpianti come la madre, che pensa sia inutile cercare la terra promessa perché si passa solo da un posto dove si sta male ad uno dove si sta altrettanto male.

La gente maltrattata dalla vita a volte si sente in credito con tutti.

Nella quotidiana miseria della sorridente Felicita e della scontenta Marilena arriva Gregorio, che ha deciso di provare a cercare il mondo perfetto anche se sarà faticoso. Lui non si demoralizza se nessuno gli è amico, se ha un carattere strano e sta sempre un passo indietro agli altri.

Lui ha la musica.

“Chi non ha abitato con un musicista non potrà mai capire quanto anche la casa più povera si trasformi e si sollevi da terra per viaggiare come un’astronave verso il mondo perfetto, con la musica”

Felicita continua a sorridere. Lo fa anche difronte alle prove difficili, quelle che mettono un fermo ai propri progetti futuri. Continua a preferire la solitudine scelta ad un amore finto. Trova del buono anche nella peggiore malattia. Il suo sguardo va oltre, supera i contorni delle cose, delle persone e si posa sulle idee. Arriva lontano fino in America, la terra promessa di Gregorio, e con la stessa facilità torna indietro, servendo un bicchiere di vino e svelando segreti…

“…il vero genio, il vero uomo del futuro…non bada più all’involucro esterno della gente, né fa più differenza tra lavori umili e non umili. “

Un racconto delicato e dolce che parla di un’ineludibile verità in modo garbato, a tratti ironico.

Da una figura che non può essere più semplice di così, stramba agli occhi degli altri, ingenua , viene invece fuori una persona che della vita, della felicità, ha colto il pessaggio più recondito.

Non esiste un mondo perfetto, senza rotture, ostacoli, voragini improvvise. Esistono posti dove sentiamo di poterci mettere comodi ed affrontare il nostro destino.

Siamo noi la nostra terra promessa, ce la portiamo addosso.

La Agus ha uno stile tutto suo. Sembra sempre di leggere qualcosa di leggero, di “frivolo”, una storiella da cortile, invece è un anonimo spaccato di vita che tira fuori riflessioni esistenziali.

Tre generazioni sarde, ognuna a modo suo che insegue la sua terra promessa che è un po’ come dire sogni, progetti, ideali.

Tre modi diversi di accettare gli eventi, gli ostacoli ed i fallimenti. Il lettore si cerca si ritrova in uno di questi personaggi ravvisandoci almeno una somiglianza nel carattere, nelle scelte, nell’atteggiamento.

Abbiamo subito voluto bene a Felicita bambina che sembrava sempre fuori posto ma riuscendo a trovarsi comunque a proprio agio. Da adulta all’inizio ci ha lasciate un po’ allibite. La sua estrema semplificazione della vita, il suo vedere le cose da un punto di osservazione bizzarro e singolare ci rimaneva a tratti banale.

Poi, pagina dopo pagina, ne abbiamo apprezzato anche noi il suo sguardo sul mondo. Abbiamo immaginato di accettare l’immodificabile nella maniera più leggera possibile, con il sorriso. Abbiamo ridotto i problemi ai minimi termini e ce li siamo messi in tasca senza tante lagne o commiserazioni.

A quel punto è stato facile afferrare la verità svelata da questo libro…

“…la verità è che nessuna terra promessa è all’altezza della sua fama…

sta tutto nelle nostre mani.

Consigliato ai pessimisti, a chi ha bisogno di un nuovo orizzonte o a chi lo ha trovato ma lo guarda dalla parte sbagliata. Adatto a chi vuole ricominciare, a chi ha perso le speranze e non sa di avere la sua terra promessa a portata di mano.

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