Spillover di David Quammen

Titolo: Spillover

Autore: David Quammen

Traduzione: Luigi Civalleri

Editore: Adelphi

Pagine: 608

Prezzo: eur 14.00

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5 Perfetto
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5 Illuminante
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5 Accessibile

La lettura di un saggio non possiamo considerarla rilassante, almeno secondo noi.

E’ istruttiva, chiarificatrice, esplicativa ma certo non riposante. Però ogni tanto ci vuole un argomento più impegnativo che possa ridestare il cervello ed obbligarlo a quell’interesse studiato che solo i libri di scuola rendono obbligatorio.

Il periodo che stiamo vivendo è stato la causa della scelta di “Spillover”. In giorni così carichi di notizie, informazioni e dicerie, leggende metropolitane e farneticazioni, riflessioni scientifiche e altrettante campate in aria, abbiamo avuto bisogno di un testo che gettasse qualche solida base su cui riflettere.

Le malattie infettive sono ovunque, comune denominatore degli individui. Sono una componente fisiologica e naturale del ciclo vitale. Come un predatore attacca la preda così anche il patogeno lo fa con l’essere vivente. Unica differenza: quest’ultimo agisce nell’ombra.

Così come i predatori, anche i patogeni hanno delle prede più appetibili di altre e sempre come loro possono, senza alcuna ragione, cambiare comportamento e rivolgere la loro attenzione ad una vittima diversa, mai vista prima.

Quando ciò accade, per incidente, per disattenzione, per ignoranza o per caso, allora il patogeno fa un salto di specie, uno spillover.

Da un animale un virus può quindi passare all’uomo. Questo fenomeno che in termini tecnici viene definito zoonosi è molto diverso da una situazione in cui il virus vive solo negli esseri umani poiché diventa più tracciabile, quindi più debellabile.

Per questo è stato possibile combattere contro il vaiolo o la polio ma non contro la malaria o Ebola ad esempio.

Ogni giorno, in laboratori di massima sicurezza, biologi e ricercatori maneggiano patogeni potentissimi in cerca di risposte. Quammen dedica ampio spazio a chi sta in prima linea, cercando di farci entrare in punta di piedi in quelle stanze sigillate ove un campione di tessuto infetto viene unito ad altre cellule in coltura aspettando che cresca e che si mostri in tutta la sua atrocità.

Le parole dello scrittore trasudano rispetto e ammirazione per coloro tra i ricercatori che lavorano sul campo. Ci lascia immaginare distese di fitta foresta tropicale, dove i rumori disturbano la concentrazione, gli imprevisti fanno saltare i piani. Boschi, paludi, vecchi edifici e fogne, cave abbandonate o scuderie, qui girano uomini che cercano qualcosa che non vedono, che non avvertono, che non conoscono come dovrebbero.

Supereroi in camice bianco.

Quammen ci porta lontano, dall’Africa nera all’Asia, in Australia ed in America. In mercati affollati dove all’aria aperta si offrono carcasse di animali non tracciabili, ristoranti lussuosi dove si cucina carne senza criterio igienico, in baracche di cacciatori che disdegnano qualsiasi pratica sicura.

Viaggiamo con scienziati, medici e pazienti. Passiamo in rassegna Hendra, Ebola, la Sars, l’Aids, la malaria, il morbillo, le influenze e tante altre. Vediamo i sintomi, il contagio, cerchiamo di capire la differenza con i batteri. Rabbrividiamo davanti alla morte inevitabile, speriamo davanti alle prime cure.

Leggiamo dei coronavirus, delle previsioni sul prossimo Big One e rimaniamo senza parole se si pensa che il libro è stato scritto anni prima che il Covid 19 diventasse una pandemia.

Negli ambienti scientifici si ipotizzava già concretamente che uno spillover tra animale e uomo sarebbe stato causa di allarme mondiale nel futuro che poi è il presente che stiamo vivendo.

Da decenni si sa che i virus vivono in specie animali considerate dei serbatoi. Primati, pipistrelli, uccelli, nel loro ambiente e con i loro patogeni, non sono un pericolo. Ci chiediamo allora perché poi l’uomo sia coinvolto.

La risposta siamo noi. Noi che deforestiamo intere aree, creiamo infrastrutture e obblighiamo specie a spostarsi. Noi che sfruttiamo il sottosuolo, inquiniamo i mari, cambiamo il clima e ci spostiamo velocemente ed incuranti di cosa ci portiamo addosso.

I sette milioni che siamo sono un grande impatto per l’ecosistema. Alleviamo in maniera intensiva animali che bombardiamo di antibiotici per farli arrivare vivi alla macellazione e generiamo batteri resistenti. Noi che per puro diletto visitiamo grotte di pipistrelli, profondità marine, ambienti inesplorati toccando tutto e conoscendo nulla, portandoci dietro chissà cosa. Noi che contrabbandiamo carne di animali rari per pura vanità, noi che esploriamo impunemente la natura neanche immaginando quanto essa ci nasconda.

Noi, carnefici di noi stessi. E’ terribile, demoralizzante.

Ma Quammen ci rende portatori anche della soluzione. Se un cavallo non può essere capace di assaggiare un mango sotto un albero dove vivono pipistrelli infetti, noi la scelta ce l’abbiamo. Scelta di non mangiare uno scimpanzé, di non macellare una preda a mani nude, di non tossire senza coprirsi la bocca o di non usare una siringa infetta.

Tante scelte che fanno la differenza.

Un lungo cammino fatto di 537 pagine. Le abbiamo centellinate perché, non essendo del mestiere, per assimilare alcuni concetti c’è voluto spazio.

Pensate a ben 28 pagine di fitta bibliografia per capire le fonti e gli studi che ci sono alla base di questo libro. Le informazioni e i resoconti, i dati e le spiegazioni, i riferimenti e la semplificazione di concetti non proprio per tutti.

Eppure la meraviglia di “Spillover” sta proprio nel linguaggio semplice, chiaro, filtrato da tecnicismi eccessivi.

E’ un racconto, lungo e denso di un argomento vasto e difficile. Quammen ha messo la sua esperienza, i suoi viaggi e gli incontri, le sue amicizie e i suoi studi in queste pagine.

Abile reporter, grande romanziere e spiccata capacità comunicativa.

Questo piccolo articolo non è neanche lontanamente una sinossi del libro. Solo qualche accenno per esortare a prendere coscienza di quello che sta succedendo, facendo piazza pulita dei falsi miti.

Mai come adesso è il suo momento.

Anche se il testo non risponde ai vostri gusti né fa parte delle vostre abituali letture, vi consigliamo di dargli una possibilità; di prenderlo e metterlo sul comodino, leggendone un capitolo ogni tanto. Siamo sicure che dopo i primi, la vostra mano in maniera automatica la sera si dirigerà verso “Spillover” in cerca di risposte, e ne troverà parecchie.

 

 

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