Autore: Jojo Moyes: moglie, mamma, giornalista ed ora autrice. La Moyes ha iniziato a scrivere romanzi quasi per caso. Il suo successo, “Io prima di te”, dove affronta delicatamente il tema dell’eutanasia, è stato tradotto in molti paesi ed ha sempre riscosso successo.
Editore: Mondadori
La storia riprende da dove si interrompeva in “Io dopo di te”. Louisa Clark ha accettato il nuovo lavoro a New York come assistente di Agnes Gopnik, moglie di un ricchissimo imprenditore americano.
La Grande Mela è sempre splendida, rumorosa, affollata. Louisa ne è intimorita e ci mette un po’ a capirne il carattere.
L’ambiente con cui viene a contatto è socialmente elevato. Atmosfere perfette, contrattempi zero, nulla che non si possa sistemare con un centinaio di bigliettoni al secondo.
“La residenza dei Gopnik si estendeva per seicentocinquanta metri quadri distribuiti sul secondo e terzo piano di un edificio di mattoni rossi in stile gotico, ed era uno dei rari appartamenti su due piani in questa zona di New York, testimone di generazioni di ricchezze familiari.
Seppur veloce nel familiarizzare con uno stile di vita lussuoso, Louisa mantiene i piedi a terra e rimane fedele al suo carattere semplice, a volte al limite dell’ingenuità, e amichevole.
La seguiamo in una New York di grattacieli e limousine, chic ristoranti e saloni di bellezza, autisti ed abiti dal valore esorbitante, locali alla moda e cene d beneficenza.
Ma Louisa qui non è che un’ombra. Si sente intimorita, smarrita, fuori luogo davanti a gente che a tutto dà un prezzo. Nathan sembra sempre sfuggente, Michael è troppo calato nel suo ruolo per diventarle amico, Agnes è ambigua, il marito distante e di poche parole. Solo l’anziana Margot, sotto colli piumati e cappellini vistosi, diventa un punto di riferimento, insieme alla famiglia del portiere che l’accoglie come fosse una di casa.
Louisa è a suo agio lontano dalla Fifth Avenue, da Mahnattan. Sta bene lì dove le strade sono sporche, i negozi fatiscenti ma le persone, l’atmosfera, sembrano tutte più vere. Qui si sente a suo agio, libera di non pensare a come sembrare, a cosa essere. Qui la gente pensa a vivere sbarcando il lunario, senza spazio per il superfluo.
” Gli edifici in questa zona di Washington Heights avevano un’aria esausta: negozi con ingressi sprangati e uscite di sicurezza sfondate, rivendite di alcolici, chioschi che vendevano pollo fritto e parrucchieri che esibivano in vetrina foto sbiadite dai bordi accartocciati di acconciature ormai fuori moda.”
Non è facile essere così distanti dalla famiglia e dall’amore. Louisa ha lasciato in Inghilterra il suo “Sam ambulanza” che ha ripreso a lavorare in coppia (con una nuova ed avvenente collega), ha lasciato la sorella Treena che nasconde un segreto, ha lasciato sua mamma ad occuparsi del nonno malato.
Rotture dolorose, amicizie inaspettate e tradimenti segnano la vita di Louisa che cerca sempre un modo per rimanere a galla.
Nel suo cuore sono sempre vive le parole e gli insegnamenti del mai dimenticato Will Traynor che era stato capace di leggerle dentro, saggiandone coraggio, tenacia e sensibilità.
” …Io avevo una scelta. Potevo essere Louisa Clark di New York o Louisa Clark di Stortfold, oppure una Louisa completamente diversa che non avevo ancora conosciuto. L’importante era fare in modo che nessuno fra coloro a cui permettevi di camminare al tuo fianco potesse decidere quale di queste versioni tu fossi e ti inchiodasse come una farfalla in una teca. L’importante era sapere che potevi sempre trovare il modo di reinventarti”
Nonostante la mole, abbiamo letto il romanzo con velocità, terminato in pochissimo tempo. Inizialmente scettiche, abbiamo alla fine simpatizzato con il personaggio di Agnes. Algida e superficiale, altezzosa ed egoista eppure così fragile difronte al dolore di essere separata da una persona molto cara. Nella stessa maniera non si può non tifare per Treena, scostante nei primi due libri ma assolutamente riscattata in questa storia.
Ci siamo affezionate a Margot e siamo certi che lo faranno tutti i lettori. Le apparenze ingannano e Louisa sarà in grado di andare oltre e toccare un animo rude fuori ma adorabile dentro.
Bello, romantico. E’ vero, alcune trame sanno molto di favola, di commedia rosa americana. Hanno degli aspetti scontati e non brillano per originalità ma a volte fa bene leggere le favole. Fa bene entrare in un mondo dove vince sempre il bene, dove vale la meritocrazia. E’ un mondo che giusto nei libri possiamo trovare e, come una medicina, ci lenisce da una realtà a volte estremamente povera.
La Moyes fa bene al cuore. Ti dà la speranza che, se esistono belle idee da cui nascono bei libri, allora esistono anche tante belle persone.
Adatto alle romanticone, a chi ha bisogno di tirarsi un po’ su perché sfiduciata dall’amore. Consigliato a chi cerca una lettura leggera, scritta benissimo e che riscatta persone e sentimenti.