Roma maledetta: crimini che hanno fatto la storia

Titolo: I gialli di Roma. Quarant’anni di crimini e misteri dalle pagine del Messaggero

Valerio Verbano, diciannovenne barbaramente ucciso in presenza dei genitori nel periodo buio degli anni di piombo.

Il caso è tuttora irrisolto, la madre si è spenta nel 2012 dopo 32 lunghi anni in cui ha cercato con tutte le sue forze il volto di chi le ha ucciso il figlio.
Anche se facevo le elementari ricordo ancora i volantini con quel volto sorridente e una fascetta alla Rambo sulla fronte. Era Emanuela Orlandi una quindicenne, cittadina vaticana, sequestrata e uccisa ma di cui ad oggi si cercano ancora sia il corpo che i colpevoli.
A Torre Maura ci sono ancora i segni del dolore per la morte del giovane Antonio de Falchi da parte degli ultras milanisti.
La curva sud non lo ha mai dimenticato regalandogli l’eternità.  Ricordo quel nome che anche mio papà, tifoso giallorosso, rispettava in silenzio perché non ci sono parole quando una vita viene spezzata così.
Come quella di Simonetta, che a via Poma, ha trovato la ferocia di un killer perverso e crudele. Ancora oggi non si sa chi sia stato.
Le pagine che mi hanno colpito di più, lacerato e fatto tornare indietro nel tempo sono quelle dedicate a Marta Russo, morta per una pallottola sparata il 9 maggio del 1997 da una finestra della facoltà di Giurisprudenza.
Io ero universitaria proprio in quegli anni e la mia facoltà era vicina a quella di legge. Ricordo nei giorni successivi l’indecisione se passare o meno per quella strada dove biglietti e fiori ricordavano un atroce evento.
Ricordo anche che con gli amici universitari alla fine siamo andati a lasciare un saluto a quella ragazza che non aveva fatto niente e che era morta troppo presto. Mi sembrava assurdo che in un  ambiente sano e giovane come l’università, una seconda casa, potesse essere successa una cosa del genere alla luce del sole mentre con i libri sotto braccio vai a lezione
Molti degli eventi ricostruiti sono passati davanti ai miei occhi di bambina, non li comprendevo appieno e ne registravo soltanto alcune parti.
Rimanevano dentro di me la violenza e il dolore, le lacrime e lo stupore dei miei genitori davanti a tanta bestialità.
Rileggere di quei crimini e ritrovare da adulta le testate giornalistiche che a quel tempo non avrei comunque compreso è stato toccante.
È come se fossero accadute adesso, lo sgomento ancora nell’aria, l’incredulità che chi ci cammina vicino può essere un mostro.
Parliamo di una breve raccolta uscita con il quotidiano Messaggero, fatta di 3 volumi. Ho letto solo il primo e l’ho trovato perfetto.
Leggero nel ricostruire gli eventi senza affossarli di notizie ridondanti o pathos eccessivi. Preciso nella ricollocazione temporale, bilanciato nelle informazioni, scorrevole e chiaro, descrittivo e accurato.
Si narra di delitti che hanno scosso l’opinione pubblica, hanno occupato i pensieri di genitori impotenti, sdegnato la comunità inerme.
Un’idea molto bella per lasciare nel tempo la testimonianza di fatti terribili e ancora così vicini a noi.
Se non avete fatto in tempo a prendere le uscite, il consiglio è di recuperarle in qualche modo (edicola di fiducia, sito del quotidiano) perché ne vale la pena.
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