Titolo: Riunione di classe
Autore: Rona Jaffe. Conosciuta per il grande successo ” Il meglio della vita”, ci regala questo nuovo romanzo dai toni delicati che parla della donna comune a cui tutte possiamo sentirci vicine.
Editore: Neri Pozza
- Copertina: ♥♥♥♥♥/5
- Storia: ♥♥♥♥♥/5
- Stile: ♥♥♥♥♥/5
Sette pensionati attorno ad un cortile quadrato. Ognuno con una caratteristica diversa. Siamo all’università di Radcliffe, negli anni ’50, in Inghilterra.
Immaginiamo l’arrivo delle matricole, giovanissime ragazze timorose ma anche piene di aspettative.
Il trambusto delle valigie trascinate sulle scale, le voci delle mamme che suggeriscono le ultime raccomandazioni, gli occhi sgranati delle studentesse in erba, in cerca della loro sconosciuta compagna di stanza, quest’ultimo un luogo ancora troppo anonimo e ristretto per pensare di trascorrerci quattro anni.
Emily, Annabel, Daphne e Chris si sono conosciute il primo giorno della loro avventura universitaria e questa è la loro storia; è la storia dell’euforia di essere lontane da casa; la storia dello studio, dei primi amori, del loro futuro che chiede di essere plasmato.
Emily, timida e sensibile
Annabel, bella e frivola
Chris, solitaria e determinata
Daphne, timorosa e tenace
Ma sarà anche la storia del loro incontro, dopo venti anni, in occasione di una commemorazione universitaria.
Durante il college, ognuna delle quattro ragazze, per temperamento e sogni, disegna il proprio tempo in maniera diversa.
Emily si sente a suo agio solo con le persone a lei simili e si innamora per questo di Ken, in cui ripone tutte le sue aspettative future.
Annabel è frivola e desiderosa di divertirsi, così non si fa scrupoli a passare da un ragazzo all’altro, concedendosi molto più di quanto sia lecito all’epoca.
Daphne fa lo stesso, ma i suoi principi morali sono paletti ben più solidi.
Chris è più interessata allo studio, ai bei voti, fino a che non incontra l’enigmatico compagno di corso Alexander, che le si imprime a fuoco nel cuore.
Come tutti, anche queste quattro ragazze hanno le loro paure, i loro segreti, aspetti personali o della propria famiglia che non vogliono rivelare a nessuno. L’amicizia tra loro è un legame sicuramente forte ma non assoluto.
I quattro anni di corso si concludono ma il sapore della fine è diverso per ciascuna di loro.
” La laurea era come la parola FINE in fondo a un libro, una parola che tuttavia era un’esortazione ad andare avanti e a farsi onore”.
Per qualcuno la laurea sarà solo il ricordo di un periodo, un foglio di carta da mostrare agli amici in una cornice a giorno. Per qualcuno sarà una liberazione dall’indifferenza che si origina da un’invidia infantile, per altri sarà la vittoria di potersi liberare da un grande segreto o la risposta ad un’infelicità senza fine.
La storia scorre, l’università è ormai un ricordo di sei anni prima e le quattro donne hanno cercato il loro posto nel mondo. L’invincibilità della giovinezza lascia il posto ad oculatezza, senso del dovere, dignità anche se in un angolino ognuna di loro conserva un pezzetto della magia di quegli anni spensierati che sono volati via come foglie al vento.
La donna che incontriamo in questa lettura molto apprezzata, è quella degli anni ’50, irretita dalla morale del decennio precedente. Radcliffe è l’università femminile, sorella della prestigiosa Harvard. Qui non si sfornano promettenti giovani in carriera ma solo signore istruite e con buone maniere.
“…essere perfetti. I golfini gemelli di cachemire dovevano intonarsi con i colori della gonna scozzese, le unghie e i capelli essere sempre perfettamente curati, dovevi essere educata, arguta, comprensiva, interessata. Ottenere buoni voti e una buona educazione era parte di quello”.
Sicuramente questo “codice morale” raffredda la solidarietà femminile che indubbiamente c’è ma non si spinge mai oltre un certo limite. Ogni ragazza è fedele senza remore solo a sé stessa ma con la compagna di banco, di studi, di stanza, mantiene un angolino di “vorrei ma non posso”, piccolo spiraglio di egoismo frutto della paura di essere chiacchierate, di perdere la rispettabilità.
Dagli anni ’50 ai ’60 il cambiamento si fa sentire. Il sesso non è più un tabù o per lo meno non come prima. Le regole di comportamento universitario sono più permissive, la donna acquista un pizzico di spazio maggiore anche se lo status di moglie e madre rimane il più ambito.
Negli anni ’70, che concludono la narrazione, si sfrondano le ultime vestigia del vecchio moralismo. La donna cerca la sua realizzazione anche fuori del matrimonio, senza sentirsi reietta.
Questo libro è un inno alla donna ai suoi molteplici ruoli ed alla sua capacità di dare fondo a tutte le sue risorse. Una donna prigioniera di cliché del suo tempo ma anche in grado di cambiare metaforicamente vestito e diventare ciò che vuole.
Bello lo stile, molto scorrevole. Ogni capitolo è dedicato alternativamente ai protagonisti e fornisce ai lettori tanti punti di vista. Inoltre sono molto suggestive le descrizioni, fotografie in bianco e nero di un lungo ed affasciante periodo storico.
La trama è coinvolgente, avvincente e ben equilibrata. Un romanzo apprezzato concretamente e che ci invoglia a leggere altro di questa autrice.
Consigliato ai nostalgici degli anni ’50, agli ex universitari come noi. Adatto ed apprezzato soprattutto da un pubblico femminile che porta sulla pelle le piccole, grandi cicatrici del proprio cammino di vita.