Ragione e sentimento – Jane Austen

Titolo: Ragione e sentimento

Autore: Jane Austen. Scritto nel 1795 con il titolo “Elinor Marianne”, questo romanzo venne pubblicato molto dopo, ovvero nel 1811 con il titolo con cui lo conosciamo. E’ una delle opere più conosciute della Austen ma non sempre la più apprezzata.

Editore: Bur

  • Copertina: ♥♥♥/5 Le due sorelle, relegate ad un angolino, sembrano gemelle
  • Storia: ♥♥♥♥/5 Apprezziamo di più altri romanzi della Austen
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5

 

Marianne ed Elinor Dashwood sono due sorelle amabili, l’una l’opposto dell’altra. Per quanto la prima sia passionale, estremamente sensibile e teatrale, tanto la seconda è moderata, pacata e più razionale.

“Le qualità di Marianne erano sotto molti rispetti, del tutto uguali a quelle di Elinor. Ella era acuta e intelligente, ma esagerata in tutto: i suoi dolori, le sue gioie, non conoscevano la moderazione. Era generosa, gentile e interessante: era tutto, tranne che prudente.”

Poco affettuosamente costrette ad allontanarsi dalla casa di famiglia, lasciata in eredità al fratellastro John e all’antipatica moglie Fanny, le ragazze si stabiliscono nel cottege di un cugino (John Middleton) insieme alla mamma ed alla sorellina minore Margaret.

Un piccolo incidente porta in casa Dashwood il giovane Willoughby che, con il suo spirito vivace e le sue maniere cordiali e prive di affettazione, fa subito breccia nel cuore di Marianne.

Non è il solo ad essere interessato alla ragazza. Lo è anche il colonnello Brandon, i cui modi discreti e severi non riescono a tenere testa al rivale.

Prima che impegni di presunta necessità lavorativa allontanino Willoughby da casa Dashwood, ormai agli occhi di tutti è prevedibile un futuro matrimonio tra lui e Marianne poiché atteggiamenti e dinamiche non lasciano molti dubbi in merito.

Le licenziosità prese dalla giovane donna verso una conoscenza così recente non sono approvate da Elinor che teme possano mettere in pericolo non solo i sentimenti ma anche la reputazione della sorella.

“Quando egli era presente, ella non aveva occhi per nessun altro. Tutto quello che lui faceva, era ben fatto. Tutto quel che diceva, era intelligente e spiritoso. Se la serata alla villa si chiudeva con una partita a carte, egli imbrogliava se stesso e il resto della compagnia per procurarle una buona mano. Se il divertimento del caso era il ballo, erano sempre compagni di danza; se costretti a separarsi per un paio di giri, badavano a star vicini, e di rado rivolgevano una parola a chiunque altro.”

Un’altra figura entra nella cerchia dei personaggi, si tratta di Edward Ferrars, fratello di Fanny. Timido tanto da farlo sembrare freddo e distaccato, il giovane conquista Elinor proprio per la sua discrezione.

La morale dell’epoca, il costume dei matrimoni combinati, sulla base della rendita e del titolo, saranno motivo di scontento e dolore.

Mentre altri volti interagiscono con le due sorelle come l’antipatico signor Palmer, la buffa moglie Charlotte, Robert fratello di Edward e la poco simpatica Lucy Steele, Elinor e Marianne vivranno entrambe, ma in maniera completamente opposta, le delusioni d’amore, la meschinità dell’invidia, lo scotto delle bugie. La prima con ragionevolezza mentre la seconda con pathos e teatralità.

Successivamente, in maniera quasi naturale, come una maturazione, comprenderanno che non si può prescindere né dal cuore né dalla testa.

L’onestà, la sincerità ed il disinteresse saranno premiati dalla penna della Austen seppur dopo un lungo e penoso percorso emotivo.

Questo romanzo è un ritratto della famiglia tra fine ‘700 ed inizio del secolo successivo. Un piccolo mondo ricreato dall’autrice lasciando fuori i grandi temi come la guerra, gli spazi lontani. La storia è circoscritta in piccoli e familiari ambienti. Sembra quasi non voler uscire dalle mura domestiche.

Elinor e Marianne, le due protagoniste, sono per temperamento e natura opposte. La prima è una ragazza riflessiva, introversa, attenta ai toni ed ai modi, moderata nelle esternazioni, rispettosa dell’etichetta e del buon costume. La seconda invece è impulsiva, passionale, eccessiva in ogni cosa la riguardi.

La Austen accosta così due animi diversi, che si compensano, che a volte non si capiscono né si giustificano ma che alla fine capitoleranno nel comprendere come l’equilibrio si trovi nel mezzo. Per ironia della sorte le due sorelle, nelle ultime pagine ed a causa delle dinamiche del racconto, sembreranno addirittura scambiarsi i ruoli.

Il ritmo della narrazione è lento, nella prima parte del romanzo in maniera inesorabile. La prosa l’avevamo già apprezzata in altre opere, anche se l’abbiamo trovata meno fluida rispetto all’ultima lettura fatta  (Mansfield Park).

Non abbiamo legato con nessuna delle due protagoniste proprio perché così radicalmente opposte ma estreme in tale opposizione. Marianne sicuramente rimane più vera e più simpatica con la sua teatralità rispetto al severo bon ton di Elinor.

” Tutto nel suo cuore era soddisfazione, profonda, silenziosa.”

Passando dall’ardore giovanile al riserbo, dalla discrezione alla vivacità intellettuale, la storia svela tra le righe la stupidità e l’ingenuità dell’uomo verso le relazioni con l’altro sesso nonché l’impossibilità di possedere una felicità assoluta ma dando ugualmente peso a quella più moderata e realistica cui si può anelare.

Consigliato ai romantici, agli amanti dei classici. Adatto per chi apprezza uno stile poco fluido ma sapiente, espressione del suo tempo.

 

 

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