Quando cadono gli angeli di Tracy Chevalier

Autore: Tracy Chevalier
Editore: Neri Pozza
Pagine: 366
Prezzo: eur 16.15 su IBS
  • Copertina: 4♥ su 5
  • Storia: 5♥ su 5
  • Stile: 5♥ su 5
Inghilterra 1901
Kitty Coleman è l’affascinante moglie del banchiere Richard.
Benestanti, un po’ eccentrici, sono i genitori di Maude, una bambina sveglia e intelligente.
La tomba di famiglia si trova a fianco a quella dei ogni Coleman: Albert un uomo pacato e ragionevole, Gertrude moglie devota e madre attenta, la piccola Ivy May e Lavinia vanitosa ed emotiva.
Le due famiglie oltre a condividere la vicinanza del cimitero abitano anche una di fronte all’altra.
Le bambine si sono conosciute tra gli angeli in pietra delle tombe di famiglia e sono subito diventate amiche.
I Coleman sono persone razionali, solitarie e poco empatiche. Al contrario i Waterhouse sono più affiatati, affettuosi e spontanei.
L’un l’altro notano le differenze che li separano, a volte con invidia altre con fastidio.
Maude e Lavinia sono il giorno e la notte. La prima studia le costellazioni mentre la seconda il galateo. La prima guarda il cielo e vede piccoli frammenti di meteoriti che si incendiano a contatto con l’atmosfera diventando stelle cadenti, la seconda invece ci vede gli angeli che inciampano per portarci il messaggio di Dio.
Anche le rispettive madri sono così. Kitty è una donna passionale che ha bisogno di attenzioni e di amore, talvolta cercandolo oltre ciò che l’etichetta permette. Al contrario Gertraude è timorata di Dio, mai discosta dalla morale del tempo.
Gennaio 1901, dicembre e poi giugno 1903 e gli anni passano.
Nella famiglia Coleman ognuno svolge la sua vita, di nascosto dagli altri come se fosse un peccato avere desideri e sogni.
Ma quando si agisce nell’ombra, seppur spinti da passioni legittime, può capitare
di essere scoperti e da quello è un attimo che un pretesto si trasformi in un ricatto.
Tra una mezza verità e una supposizione, un segreto scoperto  e uno svelato, le due famiglie si troveranno intrecciate su temi delicati e impronunciabili per l’epoca.
Il buon andamento della vita familiare viene scosso da un avvenimento importante che doveva essere taciuto mentre invece passa di bocca in bocca fino a creare delle crepe insanabili.
È inoltre un periodo particolare in Inghilterra: quello delle suffragette.
Donne desiderose di parità e di poter dare voce alle proprie opinioni al pari degli uomini. Kitty è completamente travolta da questa novità creando però all’interno della famiglia e nel rapporto con i Coleman dei grandi imbarazzi.
I Coleman e i Waterhouse, volenti o meno, sono costretti dal destino a incrociare i loro destini anche nei momenti più dolorosi.
La storia inizia proprio in un cimitero dove le tombe di famiglia spesso sono decorate con grandi angeli in pietra dall’espressione addolorata.
Ma non è questo il motivo che dà il titolo al romanzo.
Sono le due bambine a spiegarcene il perché con gli occhi alla volta celeste che suscita in loro due visioni opposte.  Due piccole donne che sono lati di una stessa medaglia come fossero le due parti di una unità.
È una storia di contrast:, la verità e la bugia, il cuore e la ragione, l’apparenza e la sostanza, il coraggio e il timore, la vergogna e la sfrontatezza.
“È molto strano che una figlia con una madre che non la degna di uno sguardo venga su così bene, mentre mia figlia, che riceve tutte le attenzioni di questo mondo, è sempre scostante presuntuosa”
Un passaggio che incarna perfettamente l’idea della contrapposizione, tema centrale di tutto il libro: nel rapporto tra Kitty e il marito, tra Maude e Livy, tra Gertrude e Kitty.
L’intreccio è narrato come fosse un diario a più voci in cui da un anno all’altro  si alternano i personaggi che però, seppur ognuno con la sua versione dei fatti, contribuiscono a creare una storia unica.
Sicuramente una tecnica narrativa che non piace a tutti e che può creare un po’ di distacco tra il lettore ed i protagonisti ma l’autrice è stata molto brava a costruire una continuità dall’inizio alla fine.
Kitty è sicuramente un personaggio sopra le righe soprattutto se contestualizzato nell’epoca in cui vive. Madre assente, poco affettuosa e talvolta superficiale, moglie disamorata e scontenta. Il suo farsi beffa dell’etichetta, il suo coinvolgimento nell’importante progetto del voto alle donne, la sua volontà di non rinunciare ad essere donna anche se madre e moglie la rendono un’eroina sui generis.
Impavida, incurante di critiche e giudizi, a suo modo getta un seme nell’indole di sua figlia Maude: la libertà
Rispetto agli altri suo romanzi è una Chevalier inedita.
Come sempre la storia è condita con elementi o volti reali ma l’intento non è biografico bensì solo quello celebrativo di una vita borghese nell’Inghilterra edoardiana.
Ne esce fuori un quadro minuzioso del passato dove la presenza di Simon, giovane becchino scanzonato, permette anche di vedere la metà della medaglia: la povera gente.
Seppur preferiamo la Chevalier romanziera classica con la sua innata capacità di raccontare, questo romanzo è stato particolarmente bello.
Alla fine l’autrice non sbaglia un colpo.
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