Titolo: Per dieci minuti
Autore: Chiara Gamberale
Editore: Feltrinelli
Per dieci minuti racconta la storia di Chiara, una trentenne cresciuta in un paese vicino Roma, un posto dove tutto è a portata di mano.
Poi il pendolarismo, forse la voglia di sperimentare e Chiara con il marito si trasferiscono nella capitale, dove i rapporti si fanno impersonali e anche le più piccole distanze insormontabili.
Dopo poco, senza neanche il tempo di ambientarsi, tutto va a rotoli.
Chiara si sente persa, smarrita come donna, sottovalutata come lavoratrice. E’ possibile rimettere insieme i cocci della propria vita ed i frammenti dei propri progetti futuri?
“…le persone smarrite hanno un istinto eccezionale per trovarsi fra di loro, facendo lo slalom attraverso famiglie felici, le coppie che funzionano, quelle che invece non funzionano più ma comunque vanno avanti, le loro dolci abitudini del weekend. Perché quel vuoto, mentre fra persone smarrite ci teniamo strette, non è detto s’asciughi: quasi sempre s’allarga”
Chiara ci prova, ogni giorno fa pace con se stessa, per dieci minuti. Un gioco, un esperimento, una cura. Dieci minuti di prova per rimettersi in piedi.
Dopo mesi passati a rimuginare, a trascinarsi, adesso quotidianamente bisogna trovare qualcosa di nuovo da fare che rompa gli schemi mentali consolidati. Nulla di eclatante, cucinare i primi pancake, camminare per strada di spalle, perdersi davanti a un quadro rinunciando all’audioguida. Basta che siano dieci minuti.
Ogni giorno Chiara guarda il mondo con occhi sempre un pizzico diversi, ogni volta quello che fa di nuovo le strappa un sorriso, una riflessione. Su questi frammenti scopre cose di lei che non sapeva.
Tra i tanti dieci minuti che si susseguono, di particolare intensità quelli vissuti con la madre. Una mamma sta sempre lì, pronta a farci da scudo, da supporto, pronta a rispondere alle nostre domande ed ai nostri desideri. Ma anche lei ne ha di domande e di desideri solo che, incastrata in questo ruolo materno così complesso, nessuno ci fa caso.
Chiara riesce così a vedere sua mamma anche come donna, come persona che oltre alla vita dei figli ne ha anche una sua.
Questo gioco, nato con chissà quale fine, fa scoprire a Chiara cose scontate, altre che non vedeva pur passandoci davanti. Quante cose ci sfuggono così? Quante volte abbiamo lasciato un’esperienza nelle mani di qualcun altro? Sono state occasioni perse?
Ci infiliamo in ruoli che poi ci cuciamo addosso talmente stretti da rinunciare al resto. Ci crogioliamo nel nostro piccolo mondo felice perché ci basta o ci sembra bastare e non ci preoccupiamo di altro. Allora Chiara prova a stare dietro alla cassa di una grande libreria per osservare i lettori da una nuova angolazione, semina e diventa padrona di quella sensazione selvaggia che solo affondare le mani nella terra umida può dare, organizza un Natale senza limiti né frontiere, senza imbarazzi né scremature.
E si accorge che il mondo è pieno di gente, di volti, di affetto. La solitudine a volte la imponiamo noi a noi stessi.
“…i posti, proprio come le persone si accendono e rivelano di essere al mondo non solo perché c’è spazio, ma perché hanno un senso, solo quando siamo disponibili a capirlo. Quando abbiamo bisogno di loro”
Un uomo che credeva raccogliesse tutto il necessario per vivere se ne va, ed un altro che con sé non porta molto, se non una giovinezza difficile, entra. Amici lontani improvvisamente vicini, cose estranee che si scoprono fattibili, posti sulla strada che diventano frequentabili. Ma allora i dieci minuti hanno fatto scoprire cose nuove o hanno solo aperto gli occhi su quello che già era suo?
In una maniera originale, intima e travolgente, la scrittrice ci pone davanti riflessioni importanti. Situazioni vissute in parte o appieno, tutte concentrate in una donna che, in poco tempo, perde molto e si scopre a guadagnarne di più.
In modo amichevole, nella prosa, nell’impaginazione del testo, la Gamberale parla di sé, forse si o forse no, sicuramente parla di tutti noi. Perché chi non si sente a volte prigioniero del suo ruolo? Chi non pensa di aver sbagliato la misura della propria vita?
Un libro inaspettato, con il quale conosciamo una scrittrice di cui si parla così tanto da pensare (erroneamente) di averne già abbastanza così. Ed invece, cara Chiara Gamberale, hai fatto breccia nel nostro cuore. Ci sei entrata con discrezione, preceduta da una fama rumorosa, ma hai superato le aspettative.
Hai parlato di solitudine, di abbandono, di prigionie emotive, di rinunce, ma lo hai fatto in maniera talmente pulita, diretta, a volte buffa, da non farci pesare mai questi grandi interrogativi che ci portiamo dentro.
Consigliato agli amanti delle storie riflessive, che ti investono con valanghe di domande. Adatto alle romantiche, a chi cerca risposte e a chi si guarda intorno per ritrovarsi. Consigliato forse un po’ a tutti perché in fondo se prendessimo ogni giorno della nostra vita questi benedetti dieci minuti qualcosa prima o poi cambierebbe perché il meglio sta proprio in ciò che non abbiamo ancora provato.