Nina la poliziotta dilettante di Carolina Invernizio

Titolo: Nina la poliziotta dilettante

Autore: Carolina Invernizio, scrittrice prolifica e purtroppo dimenticata. Regina del suo tempo del romanzo d’appendice ma anche una delle prime a cimentarsi con il genere poliziesco al femminile. Il suo stile un po’ arcaico e le trame che presentava non le valsero solo elogi ma lei andò sempre dritta per la sua strada con una ironia non indifferente.

Editore: Rina edizioni ha messo in cantiere un bellissimo progetto: quello di far rivivere le scrittrici di un tempo, di vari generi letterali, per riportarle in auge e farle conoscere al lettore contemporaneo poiché, nonostante la loro fama si sia offuscata nel tempo, sono ancora oggi meritevoli della lettura. Nasce così la collana Libertarie: voci di scrittrici.

Una preziosa eredità letteraria che richiede posto negli scaffali, raccontando con stili e ricchezze lessicali diverse, contenuti ed intrecci studiati, una parte del nostro vissuto. Questo romanzo della Invernizio è parte della collana.

Pagine: 391

Prezzo: 14.00 eur

  • Copertina: ♥♥♥♥/5 Sobria
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5 Incredibile
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5 Originale

 

Una notte di settembre il conte Carlo Sveglia, fidanzato della bella operaia Nina, viene assassinato appena uscito dalla casa della giovane. I primi sospetti della polizia ricadono sulla ragazza e sull’amico Martino Vigna.

Dopo un lungo interrogatorio e un mese di carcerazione, i due vengono rilasciati per mancanza di prove.

Una volta libera, Nina decide di cercare da sola l’assassino del fidanzato e architetta un piano che inizia con la messa in scena del proprio suicidio per assumere una falsa identità.

Entra in casa della contessa Sveglia, zia del povero Carlo su cui Nina ha dei sospetti, nelle vesti del cameriere Nanì. Procedendo con l’indagine e assumendo il ruolo di  vera detective, Nina incontrerà molti personaggi ognuno dei quali coinvolto nella torbida vicenda, sino ad arrivare alla scoperta del colpevole.”

 

Il delitto viene commesso dopo poche pagine dall’inizio del libro.

Quella che si prestava ad essere per il lettore una romantica e solida unione tra un conte gentile e onesto ed una popolana affascinante e buona si trasforma in un episodio doloroso e funesto, ciò che darà il via ad una serie di eventi che faranno l’intreccio del romanzo.

Nina, la giovane innamorata, assapora la felicità di una promessa matrimoniale se non per poco. Oltre all’infelicità di aver perso la persona amata, la ragazza subisce l’accusa di averla uccisa.

Uscita di prigione, infuocata dalla necessità di dare un volto all’assassino, Nina decide di sacrificare la sua vita alla ricerca del colpevole. La donna, già figura sopra le righe rispetto all’epoca. Siamo nell’Italia giolittiana dei primi del ‘900 e Nina lavora in una fabbrica pensando autonomamente al suo sostentamento, vivendo persino da sola.

Ella riceve il suo amato di notte, incurante delle voci maligne sul suo conto. Convinta della bontà delle sue azioni, non si cura delle numerose invidie e gelosie che suscita intorno a lei.

Una figura femminile sentimentale e pura ma altresì coraggiosa sino al limite della credibilità.

Figli scambiati, coincidenze impensabili, travestimenti, eredità inaspettate ed incontri surreali accompagnano la ragazza nei suoi piani degni di una Miss Marple. Nina diventa un’attrice impeccabile, in grado di tradire chiunque e capace di nascondere le emozioni dietro un’espressione inalterabile.

Io sola scoprirà la colpevole, pensava, e non avrò per essa né indulgenza né pietà. Oh, mio povero Carlo, mio unico amore, tu sarai vendicato, lo giuro. Dio mi aiuterà a riuscire”

Antagonista un’altra donna, cattiva e senza cuore che rimane agli occhi del lettore colpevole sino alla fine. Solo un breve accenno al suo passato abusato può far pensare alla redenzione ma mai in maniera tanto concreta da poterla prendere in simpatia. Delia, manovratrice di persone in barba a qualsiasi sentimento, ipocrita e meschina, è una creatura crudele in grado di fare solo del male e di pensare esclusivamente al proprio tornaconto.

Mary è sua figlia, eppure così innocente, quasi ingenua davanti al malaffare della madre e del fratello Felix.

Buona d’animo quanto il giovane operaio Martino che brilla per i suoi sentimenti puliti e privi di secondi fini. Loro sono la parte pure dell’animo umano.

Felix, senza scrupoli, grande manovratore di anime e insieme alla madre ne sono invece la parte torbida, il lato bestiale.

Vilda, dama di compagnia della contessa zia del defunto Carlo, divisa a metà tra l’onestà che deve di diritto alla sua protettrice e la passione che la spinge ad azioni disoneste. Lei è l’eterno dilemma dell’uomo tra il bene e il male.

I colpi di scena non ci vengono risparmiati. Sono inaspettati e sorprendenti. Il ritmo si fa incalzante. Si ha voglia di lanciare un grido per svelare una trappola o un bisbiglìo per rivelare un segreto.

Il tutto raccontato dall’incredibile linguaggio della Invernizio. Una prosa elegante, raffinata, che riesce a innalzare anche le descrizioni più scabrose. Parole che aiutano il lettore ad entrare nel vivo di una Torino d’altri tempo, con le carrozze che vanno davanti a case lussuose dove la porta viene ancora aperta dalla servitù.

Un mondo ovattato e ormai scomparso di cui l’autrice resuscita tutto il fulgore.

Un trionfo dei grandi sentimenti della morale, della rispettabilità, tutto portato talmente in alto da sembrare irreale.

“Ma la passione, la collera, la gelosia, non ragionano…e così divenni assassino…”

Eppure è meraviglioso credere che un mondo del genere sia esistito, in cui cuori puri e impavidi erano pronti a mettersi in pericolo pur di scardinare giochi meschini e amorali.

Dopo il romanzo “Il bacio d’una morta” di cui trovate su blog una recensione, la Invernizio si rivela una scrittrice sublime ed originale con pieno diritto di essere letta ai nostri giorni con entusiasmo e passione.

Adesso non resta che la voglia di leggere tutti i romanzi che Rina edizioni ha dedicato alle voci libertarie di altre scrittrici.

Buona lettura!

 

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