Lettera sulla pinguedine di William Banting

Titolo: Lettera sulla pinguedine

Autore: William Banting

Traduzione: Fabiana Errico

Editore: Graphofeel – 2020

Pagine: 88

Prezzo: 11.00 eur

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5 Spassosa
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5  Meritevole
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5 Incredibile

 

 

“Questa lettera è dedicata rispettosamente al Pubblico, per soddisfare un unico e ardente desiderio:

aiutare il prossimo.

W.B.

William Banting è un inglese nato nel lontano 1796, vissuto quindi nell’età Vittoriana.

Di professione becchino, lo immaginiamo camminare per le vie nebbiose dell’Inghilterra con passo lento e pesante. Lo vediamo fermarsi, nella nostra immaginazione, per tergersi il sudore dalla fronte anche se la temperatura sembra rigida. Poi arriva difronte a casa, guarda la porta e le poche scale che lo separano dal raggiungerla; un gran sospiro di una fatica imminente, una mano stretta a morsa sul corrimano, ed un passo dopo l’altro come durante una impervia scalata.

Mister Banting infatti soffre di pinguedine. Non è molto alto e pesa oltre 90 kg. Non è un tipo sedentario. Ha fatto parecchi sport, ama stare all’aria aperta e non disdegna passatempi o attività di movimento. Ma gli piace anche mangiare e, tipico per l’epoca, burro, pane e dolci sono spesso sulla sua tavola, accompagnati da numerose tazze di tè ben zuccherate.

Il suo peso gli crea tante difficoltà, come allacciarsi le scarpe, salire o scendere agevolmente le scale e diversi malesseri come acidità di stomaco, lenta digestione.

Attento alla sua persona, o per meglio dire alla sua salute, Mister Banting si rivolge alla medicina. Fa visite ed esami in vari ambulatori. Segue ricette e consigli, assume farmaci ma senza ottenere alcun risultato. Alla fine un dottore, consultato per tutt’altra faccenda che il peso, lo mette a dieta.

L’uomo di scienza gli propone il rimedio più semplice per controllare la propria fisicità, ovvero cambiare regime alimentare. Con alcune indicazioni che ad oggi possono sembrare banali ma un tempo non erano così scontate, Mister Banting comincia a dimagrire.

E’ così soddisfatto e contento di questo cambiamento e dei tanti miglioramenti che ne derivano da decidere di condividerlo. Non avrebbe avuto grandi problemi a farlo oggi. Qualche click e sarebbe diventato virale.

Ma nel 1864, l’unico modo per farsi leggere era pubblicare su carta. Lui lo fa, a proprie spese e un piccolo pamphlet a metà tra la confessione ed un diario, passa di mano in mano, viene regalato agli amici, raggiunge qualche dottore e diventa emblematico.

La Graphofeel ci regala una nuova traduzione rispolverando un libricino tanto antico quanto attualissimo. Il problema del sovrappeso non è mai scomparso. Ha attraversato i secoli ed oggi è purtroppo più presente che mai.

Mister Banting è un uomo umile e trasparente. Offre la sua esperienza senza nessun desiderio di insegnamento bensì per puro piacere di condivisione, diretto soprattutto a chi come lui ha una mole importante.

Lo fa con franchezza, con semplicità. Non ha vergogna di mettere la sua storia a disposizione di chi ancor brancola nel tentativo di svoltare. Si perché perdere oltre 15 kg cambia la vita.

In questo mini saggio emerge la necessità di gestire l’obesità come vera e propria malattia che non ha nulla a che vedere con l’immagine. Il protagonista infatti non mostra mai disagio per l’aspetto esteriore. I suoi disturbi sono di natura fisica (bruciore di stomaco) e motoria (limitate attività).

…l’obesità non veniva ritenuta u pericolo immediato, né tanto meno si reputava fosse degna di seria considerazione. Il mondo accademico, in effetti, non immagina neppure quanto misera e amara sia la vita a causa della corpulenza”

Il grande entusiasmo per i risultati ottenuti è contagioso. Apre una luce in un tunnel che sembra non avere vie d’uscita. Si puntano i riflettori sulla qualità del cibo anziché la quantità.

Si sottolinea come un’età matura non giustifichi l’indifferenza del medico e come un rimedio superficiale o approssimativo non risolva il problema.

Mister Banting è un esempio di tenacia e costanza tali da non permettergli di perdere la speranza di trovare una soluzione nonostante i numerosi tentativi fallimentari che aveva sperimentato.

In questo suo scritto mai una parola di biasimo né di critica verso chi gli ha fornito rimedi discutibili. Sempre grande eleganza ed educazione, tatto e umiltà nello scriversi.

Senza nessun pregiudizio né con la voglia di scendere nel merito della dieta in sé, passiamo da piatti di carne fredda a tazze fumanti di tè al naturale, da un trancio di pesce ad un cicchetto serale che ogni tanto risolleva l’umore.

Spassoso, istruttivo e di ispirazione. Questo saggio in miniatura è motivazionale e non può esserci testo migliore per chi conosce il problema di Mister Banting, per chi l’ha vissuto o lo sta vivendo.

Il piacere che deriva dalla lettura di questi testi di nicchia non si assopisce mai. Abbiamo finito il libro in un soffio, un pomeriggio che sentiamo di aver dedicato a noi stesse perché parlare del benessere del corpo, dell’equilibrio e delle buone abitudini riguarda tutti.

Ci piacerebbe saperti ancora vivo Mister Banting, scriveremmo allora al numero 4 di Terrace – Kensington per unire i nostri complimenti a tutti gli altri lettori che ti hanno voluto far sapere con una missiva quanto è importante condividere se nel farlo si è animati dalla voglia sincera di aiutare gli altri.

 

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