L’assassino cieco di Margaret Atwood

Titolo: L’assassino cieco

Autore: Margaret Atwood

Traduzione: Raffaella Belletti

Editore: Tea – 2018

Pagine: 634

Prezzo: eur 13.30 brossura

  • Copertina: ♥♥♥♥/5
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5

 

“Dieci giorni dopo la fine della guerra mia sorella Laura volò giù dal ponte con l’automobile.”

Chi parla e tiene le fila di questo grandioso romanzo è la sorella maggiore di Laura, Iris Chase. Erede di una ricca dinastia canadese, Iris, giunta all’età di 82 anni, decide di raccontare le vicende tormentate e misteriose della sua famiglia. Così, mentre lenti scorrono i ricordi, il presente si dissolve inevitabilmente nel passato, nella memoria degli avvenimenti che fecero da sfondo alla sua giovinezza: la grande depressione del ’29, i due conflitti mondiali, i primi movimenti sindacali e la pubblicazione postuma dell’Assassino cieco, lo scabroso romanzo scritto da Laura prima di morire, divenuto un caso letterario.

 

Iris, consapevole del peso ormai troppo gravoso della vita sulle sue esili spalle, decide di scrivere una sorta di lunga lettera (il destinatario lei stessa lo rivelerà al lettore), in cui ripercorre il suo passato in maniera autentica e onesta.

” Le parole rotolano piuttosto dolcemente e senza rumore sulla pagina; è farle scorrere giù dal braccio, strizzarle dalle dita che è così difficile”

Sullo fondo di un Canada di cui riusciamo ad immaginare la storia a partire dagli anni 30 del ‘900 andando avanti e indietro nel tempo, lungo il flusso dei ricordi, attraverso non solo la lettera aperta di Iris ma anche pagine di quotidiani, un romanzo scritto dalla sorella della protagonista, un racconto fantascientifico che fa da intrattenimento ad una coppia di amanti, si dipana l’intreccio che vede le sorelle Chase al centro del palcoscenico.

Iris così pragmatica, compiacente, remissiva, pronta ad accettare il sacrificio, un passo indietro rispetto a qualsiasi posizione autoritaria, probabilmente per una scarsa autostima. La sorella Laura, sensibile fino all’estremo, assillata dai dubbi, attaccata alle parole da cui non riesce a cogliere altro senso se non quello tangibile. Due donne diverse, che non si sono mai capite perfettamente e per le quali trovare una sintonia ha sempre richiesto un grande sforzo.

Laura, nonostante la sua breve vita stroncata da un incidente, forse premeditato, in realtà è presente in tutto il romanzo. Iris non la dimentica, per affetto, per senso di colpa. Vicino al suo nome, lei stessa invita altri personaggi che ne hanno determinato il destino.

Un odioso marito ricco, arrivista e subdolo; un’egoista e meschina cognata, un avventuriero passionale e ambiguo. Alla fine pochi i personaggi ma decisivi per gli eventi.

Mentre la lettera di Iris volge al termine, anche gli altri frammenti letterari trovano una conclusione.

A volte non c’è soluzione per quello che è stato, né rimedio,  ma la voce della verità può essere un balsamo lenitivo.

Dopo un coinvolgimento totale ne “Il racconto dell’ancella, e dopo aver letto “ I Testamenti che invece ha creato qualche attrito, questo libro si situa nel mezzo tra il piacere di leggere una prosa molto bella e la difficoltà di trovare fluida una trama così strutturata.

E’ il caso di dire che si tratta di un romanzo meritevole, ottimamente congegnato, con una storia studiata e geniale. La Atwood scrive meravigliosamente, alterna passaggi glaciali, stilettate di atroce verità con morbide descrizioni e delicati salti psicologici.

” Che invenzioni sono, le madri. Spaventapasseri, bambole di cera su cui poter conficcare le nostre spille, rozzi diagrammi. Neghiamo loro un’esistenza propria, le costruiamo in modo che si adattino a noi – alle nostre bramosie, ai nostri desideri, ai nostri difetti. Ora che lo sono stata anch’io, lo so”

Personalmente abbiamo un po’ faticato. Diverse volte ci è sembrato di leggere delle forzature, come a voler mettere troppa carne al fuoco. Probabilmente l’unione dello stile con il tipo di intreccio non si sposa perfettamente con i nostri gusti.

Ma la bellezza che emerge indiscutibilmente da questo romanzo richiede senza dubbio da parte nostra ancora letture delle opere della Atwood.

Se lo avete letto vi aspettiamo su Instagram per confrontarci.

 

 

 

 

 

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