L’albergo stregato di Wilkie Collins

Titolo: L’albergo stregato

Autore: Wilkie Collins

Editore: Riuniti

Pagine: 222. Non diamo prezzo poiché abbiamo in mano un’edizione vintage non in commercio. Cliccando sul titolo ne troverete una più aggiornata anche se non tra le nostre favorite

  • Copertina: 5♥ su 5
  • Storia: 5♥ su 5
  • Stile: 5♥ su 5
1860 Londra
Una giovane donna, bella e di fini maniere, Agnes Lockwood, viene abbandonata in modo poco galante dal suo fidanzato Lord Montbarry che sposa frettolosamente un’altra donna: la contessa Narone.
La coppia si trasferisce in una residenza italiana per alcune settimane, dimorando in un sontuoso palazzo.
Repentinamente però alcuni eventi vengono a disturbare la quiete degli sposi.
La dipartita della servitù, la scomparsa del signor Ferrari, corriere personale di lord Montbarry e la morte di quest’ultimo aprono le porte a dinamiche sospette.
A metà romanzo quello che sembra scontato viene capovolto. Le reazioni che ci si aspettava vengono rimpiazzate da altre sorprendenti.
Collins, con la sua incredibile maestria, ridà vigore alla storia aprendo al lettore numerosi scenari e soprattutto lasciandolo nell’incertezza del futuro narrativo.
Il fulcro della trama si lega a un fastoso albergo veneziano, proprio dove è avvenuta la morte di lord Montberry.
Sarà lo stabile il protagonista della storia.
Il palazzo, trasformato solo in un secondo momento in un albergo, nasconde il segreto di trame oscure e intenti malvagi.
Dietro la stanza numero 14 i familiari di lord Montberry non riescono a stare tranquilli. C’è una presenza, una forza invisibile che riempie l’ambiente e che solo loro sono in grado di percepire.
La vedova contessa Narona, dal viso sempre più pallido ed emaciato è complice di un misfatto assieme al fratello oppure ne è vittima?
Tale fratello, esperto in strani esperimenti chimici, cosa nasconde nel laboratorio che si cela nello scantinato del palazzo e da cui viene fuori un odore pestilenziale?
Un copione di teatro che parla del vero, un passaggio segreto ed una mostruosa macchinazione terranno in pugno la giovane Agnes e l’amico Henry sino alla fine.
Geniale. Collins non ha solo la maestria dell’intreccio, lui riesce anche a costruirlo bilanciandone i pesi e creando una sorta di velo nebbioso e inquietante che avvolge il lettore .
Fluido, incalzante, una tensione alla Hitchcock.
Personaggi raffinati, ambiente pulito ed elegante. Tutto perfetto, troppo per non nascondere una crepa.
Una crepa che Collins non permette mai di raggiungere perché la verità un attimo dopo diventa bugia.
Epilogo inaspettato e fiato sospeso fino al voltare l’ultima pagina.
La prosa magnetica rende il romanzo divorabile. E’ ancora un sì per questo autore classico, antesignano del romanzo giallo/gotico.

E’ necessario leggere altri titoli, subito!

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