La vita che hai sognato di Jojo Moyes

Titolo: La vita che hai sognato

Autore: Jojo Moyes

Editore: Mondadori

Pagine: 428

Prezzo: eur 12.35 su Ibs in brossura

 

 

  • Copertina: 4♥ su 5
  • Storia: 3♥ su 5
  • Stile: 4♥ su 5

 

Vivi
Jessie
Suzanne
Tre donne legate tra loro non solo per lavoro o parentela.
Ognuna vorrebbe essere ciò che non è, ognuna è intrappolata in una vita che non le va a genio, in un’immagine in cui non si ritrova.
Sono donne insoddisfatte, ma che giocano il loro ruolo, Fanno ciò che la comunità si aspetta da loro ma quando sono sole con sé stesse escono fuori prepotentemente tutte le insoddisfazioni e le amarezze accumulate.
Suzanne è sempre stata poco concreta dando di sé l’immagine di una persona poco attendibile. Non riuscendo ad affermare la propria individualità si allontana sgarbatamente da chi forse potrebbe aiutarla di più come il marito o il padre.
Vivi è la matrigna di Suzanne. Il suo altruismo e la sua grande sensibilità sono diventati un comodo divano dove La famiglia allargata si siede quando vuole. Si sente sfruttata e messa da parte ma per delicatezza non riesce a farsi valere.
Jessie invece potrebbe essere la donna perfetta, innamorata con una figlia e dal carattere solare ed estroverso. Piena di amici, sempre allegra e pronta a chiacchierare. Se non fosse per quella nota stonata che ascolta dentro casa e che suona  in maniera violenta e brutale.
I loro destini si incrociano, i loro desideri si scontrano. Trovare un equilibrio tra ciò che si desidera e ciò che si ha non è semplice. La bottega che apre una delle tre, con un piccolo angolo per l’espresso e tanti oggetti in giro, usati, che raccolgono vite di gente passata, sarà un posto fondamentale per la storia.
Lì dentro si prenderanno decisioni, si faranno i conti con il passato, si guarderà al futuro per capire come andargli incontro e con chi.
Il romanzo scorre, le descrizioni sono molto belle ed i personaggi ben caratterizzati ma forse è un genere poco adatto a noi.
È scontato, a lieto fine in maniera un po’ banale. Grandi intrecci che si semplificano come una favola fanciullesca.
Rimane tutto molto in superficie, con più di un cliché raccontato alla stessa maniera in altri cento romanzi.
È l’ennesima volta che con la Moyes rimaniamo insoddisfatte. La sensazione è di leggere qualcosa di già letto, con la possibilità di saltare qualche pagina senza danni sulla continuità.
Perché ci intestardiamo a leggerla? Perché il suo successo: Io prima di te
aveva fatto breccia. Aveva lasciato un piccolo segno che sembra irripetibile ormai.
È un buon libro se piace questo genere letterario. È una noia mortale se, come nel nostro caso, cerchiamo qualcosa di più impegnativo o meno scontato.
Una lettura leggera ci sta ma di un altro tipo di spessore.
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