La vita bugiarda degli adulti – Elena Ferrante

Titolo: La vita bugiarda degli adulti

Autore: Elena Ferrante. Scrittrice italiana.
È nata a Napoli, città che ha abbandonato presto per vivere a lungo all’estero. Dal suo primo romanzo, L’amore molesto, è stato tratto l’omonimo film di Mario Martone; dal romanzo successivo, I giorni dell’abbandono, è stata realizzata la pellicola di Roberto Faenza.
L’elusività che circonda l’autrice ha alimentato un piccolo, ma tenace mistero nella comunità letteraria. Nel corso del tempo Ferrante è infatti stata identificata con Goffredo Fofi, autore delle sole due interviste che le siano state fatte; con Domenico Starnone, scrittore napoletano, soprattutto a seguito delle analogie che alcuni critici hanno ravvisato fra L’amore molesto e un romanzo dello stesso Starnone, Via Gemito; infine di Ferrante si è vociferato che altri non fosse che Anita Raja, moglie di Starnone, traduttrice dal tedesco e redattrice in forze presso E/O, casa editrice che pubblica l’opera della scrittrice.
Nessuna fra queste ipotesi ha trovato sino ad oggi conferma.
Ferrante si produce poi in un’operazione ambiziosa, che riscuoterà molto successo: L’amica geniale è il titolo di un ciclo romanzesco dedicato all’amicizia fra due donne, composto di quattro libri usciti fra il 2011 e il 2014 (L’amica genialeStoria del nuovo cognomeStoria di chi fugge e di chi restaStoria della bambina perduta).

Editore: E/O

Pubblicazione: 2019 novembre

Pagine: 326

Prezzo: eur 19.00

  • Copertina: ♥♥♥♥/5
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5

 

” Il bel viso della bambina Giovanna si è trasformato, sta diventando quello di una brutta malvagia adolescente. Ma le cose stanno proprio così? E in quale specchio bisogna guardare per ritrovarsi e salvarsi? La ricerca di un nuovo volto, dopo quello felice dell’infanzia, oscilla tra due Napoli consanguinee che però si temono e si detestano: la Napoli di sopra, che s’è attribuita una maschera fine, e quella di sotto, che si finge smodata, triviale.

Giovanna oscilla tra alto e basso, ora precipitando ora inerpicandosi, disorientata dal fatto che, su o giù, la città pare senza risposta e senza scampo.”

Prima che se ne parlasse sui social avevo divorato la saga de “L’amica geniale”. Sono riuscita a leggerne tutti i volumi uno dietro l’altro senza stanchezza né noia. Non ho sentito il bisogno di alternare con un genere o stile diverso.

La Ferrante ha una scrittura diretta, pulita, quasi glaciale. Va dritta al punto, non indora la pillola, non fa giri di parole. Questa prosa è sicuramente particolare, mi piace ma capisco che può non gratificare il lettore nonostante i contenuti siano ottimi.

Anche in questo romanzo ho trovato lo stesso stile. Anche qui si parte da una protagonista bambina, Giovanna, e la si accompagna fino ai 16 anni. Un passaggio epocale tra l’essere bambini e adulti che la Ferrante mette a nudo nel suo modo immediato e duro.

C’è una Napoli divisa, tra i rioni popolari, dove la gente è sgualcita dalla vita e quelli dabbene dove ogni cosa splende di colori sempre puliti. Giovanna si muove qui in mezzo, con Nella e Andrea, due genitori che hanno cercato di tenerla al riparo da un futuro sbiadito, fatto di lavoro precario, dialetto stretto, amarezze.

“…in un’altra città fatta di schiere di palazzine squallide, di muri stinti, di capannoni industriali e baracche e baracchini, di squarci verdi sporcati da rifiuti di ogni genere, di buche profonde piene della pioggia caduta di recente, di aria marcia…”

Giovanna rimane in questo microcosmo pacifico fino a che non scopre, casualmente, che ne esiste uno adiacente, quello di zia Vittoria. Una donna circondata da un alone di mistero, preceduta da una fama di malvagità e cattiveria.

” Il legame con gli spazi noti, con gli affetti sicuri, cedette alla curiosità per ciò che mi sarebbe accaduto”

Sarà proprio lei col suo linguaggio graffiante, i suoi modi rozzi e volgari ad aprire le porte alla nipote di un mondo parallelo a quello che conosce, un mondo di bugie, apparenze e meschinità.

Si apre sotto i piedi di Giovanna una voragine improvvisa. I suoi genitori, modello inattaccabile, appaiono esseri fallibili, fragili. Per un figlio rinunciare alla solida immagine che ne ha sin da bambino è difficile e lo è ancor di più se ciò avviene rudemente come succede alla protagonista.

Una grande tenerezza nei confronti di Giovanna che vuole fare la grande ma si perde in comportamenti e decisioni frutto della sua giovane età. Non sa come muoversi, è spaesata, si sente sola e non sa più di chi fidarsi.

Gli occhi nuovi di un adolescente vedono il mondo per la prima volta, colgono particolari cui prima non facevano caso. Così un piede stretto tra due gambe dirompe nella mente in tutta la sua passione proibita, uno sguardo fugace si traduce in impotenza.

Che tenerezza questa ragazza che cerca di fare l’adulta e la Ferrante ce la mostra in tutta la sua ingenuità, nei suoi modi volgari, nel suo disamore verso i genitori, nella sua fame di autonomia.

Giovanna spavalda, irriverente, arrabbiata o imbronciata, brontolona e superficiale. Si allontana dalle sue certezze, vecchie amiche, lo studio, cerca in zia Vittoria la verità, scansando rancori familiari e litigi passati.

Ma le bugie sono vie di fuga, occasionali scuse per sistemare le emozioni o fanno parte di noi? Giovanna cerca risposte, trasparenze, verità. Uno specchio che mostri realmente la sua immagine.

Zia Vittoria è rimasta sino alla fine un personaggio ambiguo. Fastidioso leggerne le oscenità, il linguaggio scurrile tanto quanto i suoi gesti bruschi, la violenza psicologica che esercita nei confronti di chi le sta intorno. Solo a tratti la Ferrante ce ne fa saggiare la fragilità, la dura scorza che si è dovuta cucire addosso per sopravvivere alla vita nei rioni popolari di una Napoli sempre affascinante, chiassosa e disordinata.

Perché i braccialetti nella foto di copertina dell’articolo? Questo accessorio ha rivestito un ruolo importante all’interno del romanzo.

Prende posto vicino a Giovanna e ne rimane coprotagonista. Simbolo del passato ma anche del futuro, della famiglia ma anche della sua disgregazione, dell’amore, quello onesto e di quello illecito. Per Giovanna è gioia e dolore, lo vuole per sé, poi lo vuole regalare, altre volte buttare via.

Solo quando avrà capito il suo posto nel mondo, quell’immagine allo specchio da tanto tempo cercata, saprà che fine fargli fare.

Una lettura densa, impegnativa emotivamente.

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