Titolo: La saga dei Cazalet. Tutto cambia. V° volume
Autore: Elizabeth Jane Howard. La scrittrice ritrovata
Editore: Fazi
Pubblicazione: Settembre 2017
Pagine: 610
Prezzo: ∈ 20.00
- Copertina: ♥♥♥♥♥/5
- Storia: ♥♥♥♥♥/5
- Stile: ♥♥♥♥♥/5
Siamo arrivati agli anni ’50. Una persona, collante per più di una generazione dei Cazalet, dice addio alla famiglia, nella stessa maniera discreta ed elegante che l’ha contraddistinta in vita.
Come sovente accade, il vuoto creato da questa perdita, anello di unione tra vecchia e nuova generazione, sgretola il senso di appartenenza e di unità che ha da sempre contraddistinto tutti i protagonisti.
Vengono fuori piccoli rancori, insopportabili rigidità caratteriali e vecchi rimproveri. Il lutto infatti non è un’occasione per piangere sulla spalla del vicino o infondere conforto per poi riceverne. Al contrario viene vissuto privatamente, come se i ricordi detti a voce alta potessero perdere di valore.
La Howard ci porta nella casa dei fratelli Cazalet: Edward, Hugh, Rupert e Rachel. Di ognuno ci mostra cosa è diventato, e con chi. Di ognuno porta a galla i successi, i sogni infranti, i rimpianti come a volerci regalare una fotografia finale da serbare nel cuore.
Con gli anni la famiglia si è allargata. I bambini che abbiamo conosciuto nel 1937, sfogliando le pagine del primo volume, ora sono adulti, sposati e con figli. Anche di loro ci viene donata una foto ricordo, tracciando una sorta di somma di quanto investito in gioventù e dei frutti che ne sono derivati. Clary, Polly, Louise, da protagoniste esclusive, dividono ora la loro “notorietà” con altri volti a loro cari.
In questo ultimo volume, in maniera approfondita o sfuggente, ritroviamo tutti coloro che abbiamo conosciuto nei quattro precedenti.
Riusciamo a riscattare Neville (figlio di Rupert), un carattere con cui difficilmente un lettore potrebbe simpatizzare. Capriccioso e lamentoso sin da piccolo, testardo e prepotente da adolescente, anche varcando l’età adulta, si è sempre contraddistinto per egoismo innato e superficialità.
La Howard finalmente ci svela il motivo di tale caratteraccio, ricordandoci che talvolta lo scudo di antipatia difende da una grande ferita.
Il primo volume dei Cazalet si è aperto su Home Place, un ritrovo che ha accompagnato tutta la saga, porto sicuro per i singoli personaggi. Si è alzato il sipario su questa meravigliosa tenuta nella campagna inglese che ha resistito durante la guerra e che lentamente è invecchiata come i suoi abitanti.
Con il suo commiato sfuma anche un periodo storico che non tornerà più. Quello della servitù domestica, del rigido galateo, del tè al pomeriggio e del cambio d’abito per cena. Un’atmosfera d’altri tempi, polverosa e cavalleresca, romantica ed elegante.
“Si aggrappavano al momento presente, ma per alcuni di loro diventava ogni minuto più difficile respingere il pensiero, oscuro e pressante, di un futuro incerto. Stavano per lasciare il luogo che avevano considerato casa per tanti anni. Ancora pochi giorni e tutto sarebbe finito. Niente sarebbe mai stato più lo stesso.”
Il sipario si abbassa con una vecchia generazione che non è stata molto all’altezza della nuova epoca o che comunque non è riuscita ad adattarvisi. I fratelli Cazalet non sono stati padroni assoluti del loro tempo come era stato il Generale. Le donne hanno invece mostrato un aspetto più “camaleontico”, trovando sempre una risorsa da investire. La nuova generazione si trova a vivere in una società più aperta, più permissiva e con maggiori potenzialità che rende il futuro appetibile e generoso.
Mentre sfogliamo le pagine, incontriamo volti ormai familiari che la scrittrice ci dipinge per poterli proiettare in un futuro ancor più lontano di quello narrato. Lo fa in maniera molto più realistica dei precedenti libri, dando voce alle amarezze, alle disillusioni ed alle piccole gioie di una vita comune, rendendo i personaggi umani.
I capitoli, sempre contraddistinti con il periodo temporale cui si riferiscono, non sono suddivisi solamente con i soliti asterischi che abbiamo imparato a conoscere nel 1937, bensì riportano i tanti nomi che per 21 anni hanno arricchito l’albero genealogico dei Cazalet.
L’impressione è che la Howard abbia voluto citarli tutti, non trascurarne nessuno. Ci regala così diapositive, scatti veloci rubati nelle case di ognuno e che, messi insieme, creano una storia generazionale indimenticabile.
Parole dolci e ben selezionate sono state scelte per raccontare di Sid e Rachel, una coppia che è spesso rimasta nell’ombra. Qui emerge tutta la bellezza e la profondità dei sentimenti che l’hanno alimentata.
Chiudiamo questo ultimo volume consapevoli che tutto cambia, come il titolo omonimo. Il disegno della vita non è mai né lineare né scontato. La Howard è maestra nel mescolare le carte, creare diversivi inaspettati e far vacillare la conoscenza che il lettore immaginava di avere verso certe dinamiche.
Non siamo esperte di saghe quindi non siamo in grado di dire se questa lo sia per eccellenza, se ci siano dei criteri da rispettare, dei contenuti narrativi obbligatori. A pelle possiamo affermare di aver affrontato una lunga lettura totalmente appagante.
Ogni singolo volume è stato piacevole. Ogni volta la nostra confidenza con un pezzetto della grande famiglia veniva arricchita da dettagli ed aneddoti. Ogni ultima pagina voltata ci ha acceso la curiosità di prendere subito in mano il romanzo successivo.
Sulla maestria della Howard ci siamo soffermate nelle 4 recensioni precedenti. Non c’è bisogno di aggiungere altro.
Quando su Home Place è sceso il sipario, quando abbiamo preso commiato da ciascun personaggio, ci siamo sentite dispiaciute, immalinconite di dover mettere un punto. Anche se, senza anticiparvi nulla sul finale, la Howard ha immortalato su carta un pezzetto del lungo filo della vita che non conosce una vera fine.
“La casa però è rimasta la stessa da allora. Se chiudo gli occhi vedo ancora i dettagli di ogni singola stanza, del giardino, del frutteto, dei campi, del bosco col suo torrente. Potrei andarmene in giro bendata e dirvi esattamente dove mi trovo. Ed è così per tutti noi, è questo che sto cercando di dire. Questa casa è dentro di noi e non ce ne dimenticheremo mai. Io credo che siamo fortunati ad aver avuto nella vita un luogo che ci è così caro ve che ci porteremo sempre nel cuore”