La rivoluzione. Le Chajim di Roberto Fiorentini

Titolo: La rivoluzione. Le Chajim. Alla vita – Volume secondo

Autore: Roberto Fiorentino. Romano, professore di storia e filosofia, è autore di numerosi articoli per riviste specializzate. Ha pubblicato varie opere. Da tempo è impegnato sul tema della Shoah, dell’antisemitismo e del mondo ebraico.

Editore: Graphofeel

Prezzo: € 18.00

Pagine: 415

Pubblicazione: Maggio 2019

 

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5

 

Avraham Mocada è un uomo astuto ed intelligente. E’ nato a Livorno ma poco più che ventenne si è trasferito in Francia dove ha abbracciato le idee illuministe e lo spirito della rivoluzione francese.

Il romanzo si apre diversi anni dopo, precisamente nel 1797 dove lo troviamo in viaggio verso Roma. Il suo futuro dipende dalla capacità di fomentare i romani patrioti a spodestare il potere pontificio di Pio VI°.

Da subito Avraham si integra con l’ambiente politico. Dal suo alloggio in Palazzo Corsini e per mezzo di un francese che gli fa da gancio, viene introdotto negli ambienti giusti.

Presto si rende conto che il maggior malcontento del popolo romano è dovuto alla povertà, alla scarsità di cibo e lavoro. Questo disagio crea assembramenti e gruppi tumultuosi ma di certo non in grado di generare una rivoluzione.

E’ necessario l’appoggio dei francesi che già occupano il suolo italiano sotto l’autorità di Napoleone ed Avraham sente di dover trovare un casus belli che possa accendere la scintilla.

A Roma il livornese già è stato e ne serba preziosa memoria. I ricordi presto riaffiorano in lui; incalzante quello di Suzette, una rivoluzionaria esoterica di cui da anni si sono perse le tracce. La donna, dal volto delicatamente sfigurato per uno sfortunato incidente, la ricorda animata da un misticismo religioso quasi esasperante. Il suo non era un carattere facile, arrogante, poco accomodante, privo di scrupoli eppure così prepotentemente entrato nel suo cuore.

Il livornese si impegna in quella che sembra una singola missione ma che poi si sbriciola in una serie di incarichi pericolosi ed ambigui che lo vedono socializzare con i patrioti romani, gli ufficiali francesi e gli ebrei del ghetto.

Nei confronti di questi ultimi, Avraham sente una fortissima empatia che lo rende un acuto osservatore della loro condizione e di come la Storia non sia mai riuscita a garantire la giusta dignità. Comprende che lo spodestamento di un potere e la presa di un altro non aprono sempre alla pace.

Avraham si fa strada tra gli eventi storici cercando di assolvere un compito che porta avanti sino alla fine, prescindendo dagli incarichi politici ma solo seguendo i suoi sentimenti ed il suo attaccamento alle origini.

La lettura di un romanzo storico non è sempre semplice. Per noi è necessaria la capacità dell’autore di parlare dei fatti senza far pesare al lettore le sue lacune. Inoltre questo è un secondo volume quindi avevamo in aggiunta il timore di trovare dei vuoti narrativi, non avendolo letto. Dopo le prime pagine, possiamo dire che Roberto Fiorentini non ci ha deluse.

Siamo alla fine del ‘700, Napoleone è mosso da un fervente spirito di conquista. La Francia è temuta, il suo esercito gode della gloria del suo generale. A Roma, lo Stato Pontificio soffre di dissesti finanziari oltre a mal tollerare i francesi del Direttorio ed il loro esplicito anticattolicesimo. Il culmine di questa situazione porta ad un’occupazione di fatto del suolo romano e la proclamazione di una Repubblica che si rivela però essere ombra di altri interessi. I romani sono divisi tra cattolici e rivoluzionari, tutti intenti a girare in Capidoglio attorno all’albero della libertà per capire le sorti del loro futuro.

Il protagonista della storia si muove in un contesto impegnativo. E’ circondato da personaggi realmente esistiti e da figure di fantasia che rendono la narrazione avvincente tanto da far dimenticare la linea che separa  veridicità dall’invenzione.

Una delle caratteristiche che cerchiamo in un romanzo storico è quella di farci entrare nello spirito dell’epoca, sentire con tutti i sensi il contesto in cui si muovono le varie figure e poter immaginare lo scenario. Tutto ciò non è mai mancato nella lettura de “La rivoluzione”.

Avraham ci accompagna nella capitale, nostra città, e ce la fa vivere come doveva essere secoli fa. L’entrata di Porta del Popolo e poi a piedi  su per il Corso, affollato di ambulanti, carrozze e giovani soldati. Si sentono le strida del carnacciaro, che vende carne di pessima qualità agli animali domestici ed il chiacchiericcio delle massaie che si dirigono verso Trinità dei Monti in cerca di merce buona.

Trastevere ci appare in tutta la sua bellezza. I suoi ponti sempre trafficati, le botteghe ed i caffè pieni di gente. Abbiamo camminato a lungo durante questa lettura e siamo arrivate al ghetto che si riconosce per gli strani colori che caratterizzano le facciate delle case. Qui troviamo con Avraham un’atmosfera che non ci piace.

Un lento procedere di un corteo di uomini che sembrano bestie rientrare nel proprio recinto. Gente che cerca piccoli affari, lavoretti alla giornata. Un’umanità dolente, rassegnata e oppressa.

“Se non estirperemo con le buone o le cattive la mala pianta del pregiudizio e dell’ostilità verso il popolo d’Israele, la nostra rivoluzione non potrà dirsi del tutto compiuta!”

Questo libro tocca le corde di un passato doloroso, di politiche meschine. Fiorentini lo fa intrecciando il tema con l’avventura del livornese, così da non appesantire l’argomento. Le pagine si girano con facilità e il tempo scorre velocemente.

Laddove la narrazione assume un carattere più peculiare c’è il Pasquino che pensa a strapparci un sorriso. Statua nota a noi romani, antica e mutilata dal tempo, a cui si appendevano fogli di satire e filastrocche che esprimevano con beffe il malcontento popolare. Le pasquinate non potevano essere punite perché era la stessa statua ad esserne l’artefice!

Una bella ed interessante lettura, impreziosita da note alla fine di ogni capitolo per chiarire parole o argomenti più specifici. Uno stile pulito e descrittivo, una grande conoscenza di Roma ed una passione per il passato che traspare ad ogni pagina.

Consigliato agli amanti del genere, ai romani ed agli estimatori del passato. Adatto a chi cerca una lettura che offre spunti di approfondimento e che lascia edotti su argomenti che coinvolgono i nostri antenati.

 

 

 

 

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