La piazza di Angela Vecchione

Titolo: La piazza

Autore: Angela Vecchione. Avellinese e laureata in lingue e letteratura straniera ha vissuto in varie parti del mondo. Ora fa l’insegnante e fa parte della redazione di exlibris20. Questo è il suo primo romanzo

Editore: Robin

Pagine: 280

Prezzo: eur 15.20 su Ibs in brossura

 

  • Copertina: ♥♥♥/5 Una storia così bella meriterebbe molto di più
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5 

 

 

1985 Napoli

Rosa passa la notte con Domenico ma la passione non basta.
Un anelito di minaccia soffia sempre, a volte silente, altre meno.
Se lo sente sulla pelle il pericolo.
Una pelle che suo marito non tocca da tempo e sembra una bestemmia pensare che il carcere di Ariano l’abbia salvata da quell’uomo.
Un uomo che si è votato al clan dei Cannino riciclando denaro sporco.
Ma anche Rosa ha le sue colpe. Dalla prigionia paterna è passata a quella mafiosa che la protegge chiedendo un grande prezzo in cambio
Domenico invece sta proprio dall’altra parte. Lui lavora in apnea tra gli squali della malavita. Ma fare il poliziotto in borghese, vivere nei quartieri dove poi vai ad arrestare ti mettono addosso un odore di traditore che non va più via.
Ma la sua  è una missione, per allontanare il ricordo di cosa accadde al fratellino Carlo, e fare in modo che non risucceda.
Sulla piazza, vicino alla ferrovia, si affacciano anche due tossici.
Tonino e Vincenzo vivono in un treno dismesso, abbandonato per non voler vedere tutte le anime che dentro cercano un po’ di dignità.
Ogni mattina varcano in uscita la stazione Garibaldi
“Una coppia improbabile che nell’accudimento aveva fondato la sua ragione di essere; nella miseria l’unica condizione nella quale continuare a resistere”
Vincenzo è disabile. E’ Tonino quindi a pensare alle necessita di entrambi. Lo fa tutti i giorni, dopo aver visto passare la donna che non conosce ma a cui è innegabilmente legato. Quella donna è Rosa
Anime ferite, tutte. Accomunate da un luogo di passaggio: la piazza
“Un microcosmo dell’umanità tutta. Un impasto spocchioso di affare e malaffare che calcava l’asfalto suo e del reticolato di strade adiacenti; una identità che si compiva nei granelli di polvere depositati sui banchetti degli ambulanti…”
Piazza come terra di nessuno, spazio che sembra senza regole invece un ordine ce l’ha.
Ognuno ha il suo posto, il suo compito. Bisogna saperlo vedere.
Ci siamo affezionate immediatamente a quella manciata di protagonisti che rende questa storia mozzafiato. Anche il più difficile, scavando, ha i suoi perché.
Parliamo del marito di Rosa, Salvatore.
E’ un uomo da cui subito si vogliono prendere le distanze. La sua inespressività richiama un lato bestiale e violento, pronto a venire fuori senza pietà. Padre senza amore, marito senza passione. Nella vita di ognuno però si nascondono tanti “ma”.
Figure distinte ma intrecciate nella malavita napoletana. Rosa moglie di un contabile camorrista
Tonino che dalla camorra compra droga, Domenico che invece la mafia la pedìna e ama la moglie di quel contanumeri senza pietà.
Persone che non sentono dolore nel corpo ma la cui anima sanguina tutti i giorni.
Persone dal cuore stopposo. Umiliate dal sorgere del sole.
È stata una lettura molto sofferta. Scritta magnificamente, ha creato immagini vivide e violente di una Napoli maledetta.
Ne è emersa una umanità compromessa dalla vita, incapace di risollevarsi.
Sono pagine in cui il destino è implacabile e non c’è sentimento così potente da cambiarlo.
Molto intenso, magnetico. Come le sabbie mobili il romanzo ti afferra con una finta leggerezza ma ti risucchia implacabilmente.
Non ti riesci a staccare, ogni pagina è più incalzante della precedente.
Angela Vecchione è al suo primo romanzo e se continua così si farà spazio nella narrativa italiana.
Il titolo, così breve e generico, così vago e privo di specifiche, nasconde magistralmente una grande storia italiana.
Consigliato a voti pieni
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