La mia rinascita di Emanuela Cardoni

Titolo: La mia rinascita

Autore: Emanuela Cardoni. Danzatrice e performer per passione. Insegnante di yoga ed infermiera specializzata, con coraggio e franchezza scrive il suo primo saggio dopo un’esperienza traumatica personale.

Edizioni: Astro 2019

Pagine: 92

Costo: 15.00 eur

  • Copertina: ♥♥♥♥♥/5 dolce
  • Storia: ♥♥♥♥♥/5 toccante
  • Stile: ♥♥♥♥♥/5 consapevole

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Questo libro è capitato nelle mie mani per caso.

Non sono molto amante dei saggi, faccio fatica a leggerli e perdo facilmente la concentrazione. Non mi riposano, non mi rilassano, non mi portano lontano dalla realtà, tutte cose che cerco nella lettura.

Ho letto questo piccolo libricino perché mi era stata fatta una premessa, ovvero che l’autrice, dopo un’esperienza fortemente traumatica, ha deciso di riprendere a vivere tornando in possesso di quel sé che aveva perso nel dolore. Queste pagine sono infatti la sua testimonianza.

Qual’era questa premessa che ha acceso la mia curiosità? Il fatto che tale evento drammatico, fulcro del libro, sia stato la nascita del suo primo figlio.

Sono mamma e la mia prima gravidanza non è andata come speravo. Ho avuto problemi durante il parto e non ho visto mio figlio se non quasi 2 giorni dopo la nascita. Ho avuto problemi dopo. Mi sono sentita emotivamente devastata ma non sono stata capace di capirmi o di farmi aiutare.

Questo ha distorto i primi mesi di idillio tra me ed il mio bambino, uno strascico doloroso e fastidioso che mi è rimasto attaccato a lungo.

…un senso di inadeguatezza profondo, la sensazione di non essere stata all’altezza del compito principale…

Defraudata di qualcosa che era mio e di mio figlio e che avremmo dovuto vivere insieme, senza interferenza né intoppi”

Emanuela Cardoni, in maniera molto più importante rispetto alla mia esperienza, ha vissuto le stesse cose ed è riuscita a trovare i canali giusti per venirne fuori.

Questo libro è un piccolo vademecum che, se lo avessi avuto allora, avrebbe risposto a tante domande, sarebbe stata quella mano amica che mi è mancata.

Emanuela è una donna lavoratrice che vive la sua prima gravidanza da manuale. C’è un fortissimo immaginario collettivo intorno alla maternità, molti stereotipi e luoghi comuni che calzano a pennello laddove ogni cosa funzioni perfettamente. Quando questo non succede quegli stessi luoghi comuni diventano giudici inquisitori.

L’autrice ha avuto un parto molto difficile che descrive con grande sincerità ed umiltà. Invece di accogliere tra le braccia Teodoro, Emanuela ha dovuto combattere per rimanere in vita.

Si è scontrata innanzitutto con il contrario di ciò che viene descritto nei manuali di puericultura o detto nei corsi preparto. Dolore, distacco, estraneità. Si è scontrata con un aggravamento delle sue condizioni ancor meno comprensibile se pensiamo nel nostro immaginario allo status di una mamma col suo neonato.

Il grande trauma che ha vissuto è diventato un nodo dentro di lei, ha frammentato i suoi sé, ha sopito quella parte malleabile che avrebbe dovuto prendere forma nella nuova realtà.

Ha perso l’equilibrio, emotivo, spirituale.

Quando la nostra pelle non la sentiamo più nostra, quando il dolore non è finalizzato alla vita ma alla morta, il nostro io come reagisce? Chiede aiuto sapendo di crearsi una dipendenza? Non lo chiede, temendo il rifiuto?

Emanuela pone domande, riflessioni, parla della sua strada, quella che l’ha portato a tornare consapevole di sé stessa. Lo yoga, pratica che rende coscienti del proprio corpo, è stato sicuramente un sostegno ed un mezzo per poter riafferrare tutti i suoi sé e farli dialogare di nuovo,.

“Immergendoci nella pratica yoga, nello specifico, si diviene consapevoli  di cosa accade alle diverse parti del corpo e, ricucendo nel tempo, quella parti offese, doloranti o contratte che il corpo crea con il susseguirsi della pratica”

La resilienza che contengono queste pagine è incredibile. Emanuela Cardoni è una donna che è uscita devastata ma ha saputo rimettere insieme i suoi pezzi. Lo ha fatto con la vicinanza delle persone da lei amate ma soprattutto lo ha fatto perché lo  voleva.

C’è una grande forza di volontà nel voler rinascere, nel voler trasformare il dolore in un passaggio.

Poche pagine ma intense, molto coinvolgenti se si è vissuta una simile esperienza. Uno stile pragmatico che non vuole raccontare una storia, non vuole intrattenere ma vuole dare una mano.

Emanuela si apre, si confida, si mette a nudo e ci regala la sua salvezza sperando possa essere di ispirazione a quella di qualcun’altro.

Un manuale di sopravvivenza, compatto. Un inno alla vita.

 

 

 

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